| | | | | | Kurdi | | | | | | | | | L'arrivo dei profughi | | | | | | L'arrivo di profughi curdi in Italia ha portato alla ribalta delle cronache la tragica situazione in cui versa la popolazione curda, ma ancora una volta è sfuggita e continua a rimanere ai margini dell'informazione l'analisi attenta della loro storia. Il sogno di vivere in una terra libera e indipendente è finito sulle coste pugliesi e calabresi, per i curdi in fuga dalla morte, dalla persecuzione e dalla fame provocata dai governi che occupano il territorio del Kurdistan da oltre ottant'anni. I Curdi, un popolo di trenta milioni di persone, suddiviso tra quattro stati, Iran, Iraq, Turchia e Siria, privato del suo diritto, di vivere in libertà e in pace nella propria terra. Una terra ricca di petrolio e di altre materie prime che il popolo curdo non può sfruttare per il suo progresso e il suo benessere.Tra questi settecento Curdi giunti in Italia la maggior parte sono Curdi dell'Iraq: dopo la guerra del Golfo, molti in Occidente pensano che la situazione nel Kurdistan iracheno sia migliorata, ma non è così; gli effetti dell'embargo, che dura da sette anni, imposto dall'ONU all'Iraq per l'occupazione del Kuwait, si ripercuotono tragicamente anche sulle popolazioni innocenti, che da sempre hanno combattuto il dittatore Saddam Hussein. Come se questo non bastasse, è in atto da tre anni un sanguinoso conflitto interno fra opposte fazioni rivali, fomentato da paesi come l'Iran, la Turchia e la Siria che hanno sempre considerato la zona cuscinetto (la zona al di sopra del 36° parallelo creata dalle forze occidentali per proteggere la popolazione curdo-irachena dagli attacchi di Saddam) come una minaccia per la stabilità politica nella regione della quale essi hanno il controllo. Questi stessi governi infatti non hanno mai cercato di trovare una soluzione pacifica e politica alla questione curda, semmai hanno firmato accordi per troncare con ogni mezzo la rivolta e per sterminare la popolazione nell'assoluta indifferenza internazionale. Il problema curdo, per i suoi delicati risvolti giuridici internazionali, per il contenzioso economico che rappresenta, ma soprattutto per il carico di umana sofferenza che comporta, non è certo di facile e immediata soluzione. Occorre inventare degli strumenti, attuare delle iniziative sia a livello del governo italiano che degli altri paesi dell'Unione europea, che possano contribuire finalmente a gettare le basi per una sua soluzione. E necessario quindi non fermarsi al primo ostacolo alle proteste dei paesi coinvolti nel problema curdo, come la Turchia che ha criticato il governo italiano per aver concesso lo status di rifugiato politico ai profughi. Tutto questo, oltre a essere un segno di civiltà, è il primo gesto concreto di solidarietà a favore di un popolo oppresso. (Articolo di Shorsh Surme) | | | | | | | | | | |