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03 febbraio 2002 |
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Con la globalizzazione l'Occidente è cresciuto meno |
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di Noam Chomsky |
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PORTO
ALEGRE - Il sistema di dominazione dei popoli oggi è
estremamente fragile. Il pretesto cambia ma le politiche continuano
sostanzialmente a essere le stesse. Negli ultimi anni abbiamo
conosciuto il comunismo, il crimine, la droga, il terrorismo.
A volte il cambiamento dei pretesti insieme alla continuità
delle politiche è tanto drammatico che richiede un grande
sforzo per non rendercene conto. Ovviamente questi centri di
potere sfruttano ogni opportunità per portare avanti
i loro programmi e usano la crisi, come un grande terremoto
o una guerra o perfino un atrocità come quella dell'11
settembre.
E la crisi fa sì che sia possibile sfruttare la paura
e la preoccupazione del pubblico per esigere che gli avversari
siano umili, ubbedienti, distratti. In Stati più brutali
può significare l'aumento del terrore e della repressione.
Questo è stato molto più facile negli ultimi
mesi - e non voglio insultare la vostra intelligenza dicendo
a che cosa mi riferisco. Le vittime di questo sistema certamente
dovrebbero resistere allo sfruttamento prevedibile dell'elemento
"crisi". Dovrebbero concentrarsi sulle principali
questioni che rimangono pressapoco le stesse che erano prima:
programmi di militarizzazione e l'attacco sempre più
forte contro la democrazia e la libertà, che sono il
nucleo centrale dei programmi cosiddetti neoliberali.
Il conflitto in corso viene simbolizzato in questo momento
dal FSM a Porto Alegre e dal FEM di Davos a New York. Il FEM
di Davos è una riunione di quelli che veramente prendono
le decisioni nel mondo dei ricchi e famosi del mondo, i leaders,
gli uomini d'affari, i politici. Dicono di riunirsi per pensare
profondamente ai problemi che l'umanità affronta. Temi
come: come possiamo inserire valori morali in quello che facciamo?
Oppure: che cosa dobbiamo mangiare? In effetti, i ristoranti
eleganti di New York saranno pieni zeppi dei partecipanti
di Davos...
I media americani fanno riferimento in questi giorni a un
anti-forum che si sta realizzando in Brasile, frequentato
da pazzi riuniti a Porto Alegre per protestare contro le decisioni
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. E un altro riferimento
è alla brutta faccia dei partecipanti. Questa retorica
è interessante: è infantile ovviamente. Secondo
me, tale infantilità deve essere capita come segno
di inferiorità e insicurezza. Noi ritenuti "pazzi",
riuniti qui a Porto Alegre, dobbiamo essere l'antiforum. E
i pazzi dell'antiforum sono ovviamente quelli che si oppongono
alla globalizzazione: questa è un'altra retorica che
dobbiamo rifiutare.
La globalizzazione significa integrazione internazionale,
e nessuno ci si opporrà, e ciò dovrebbe essere
ovvio per il movimento sindacale dei lavoratori e della sinistra.
Il FSM è una delle realizzazioni più importanti
della speranza della sinistra e del movimento dei lavoratori
e di altri movimenti popolari. Dobbiamo cercare un programma
di globalizzazione che si preoccupi dei reali interessi del
popolo e combatta la concentrazione illegittima di potere.
Il termine globalizzazione non può essere ristretto
alla loro visione della integrazione internazionale. Una visione
che si preoccupa solo degli interessi corporativi, essendo
gli interessi del popolo qualcosa di incidentale.
E' con questa terminologia ridicola che chi cerca una forma
più giusta e decente di globalizzazione viene definito
"anti-globalizzatore". Non dobbiamo accettare questo
termine spreggiativo con cui i primitivi, uomini dell'età
della pietra, si riferiscono agli "anti-globalizzatori".
I re Magi di Davos, si chiamano modestamente. Io preferirei
il termine usato dal Financial Times "I Signori dell'Universo".
Giacché i signori dell'Universo professano e ammirano
Adam Smith allora possiamo sperare che seguano la sua descrizione
del proprio comportamento, sebbene Smith li chiamasse "Signori
dell'Umanità" (ciò è stato prima
dell'era Spaziale), si riferiva a quello che lui chiamava
i principali architetti della politica del suo tempo: i mercanti
e i fabbricanti d'Inghilterra, che cercavano i propri interessi,
anche a costo di avere un impatto sugli altri popoli.
Ora dirò qualche parola sul tema di questa conferenza,
cioè, su un mondo senza guerre. Parlerò in modo
molto generico, le questioni specifiche su cosa fare in Colombia,
Palestina, saranno trattate poi in apposite conferenze. Non
possiamo dire molto su temi umani senza avere fiducia, ma
a volte ciò è possibile. Noi possiamo per esempio
avere fiducia in due cose: o ci sarà un mondo senza
guerre o non ci sarà più un mondo. Almeno un
mondo abitato da creature che non siano batteri, scarafaggi
ed altri insetti.
E questo perché gli uomini hanno sviluppato mezzi
per l'autodistruzione nell'ultimo secolo. Inoltre, i leaders
del mondo civilizzato hanno piena coscienza di quello che
stanno facendo, almeno così ammettono i funzionari
delle loro agenzie di intelligence come la Cia, tutti favorevoli
alla corsa alla distruzione del mondo. Più terribile
ancora è che ciò è svolto e messo in
atto in una base irrazionale. Esistono ideologie e valori
dominanti che classificano la sopravvivenza molto al di sotto
dell'egemonia. Sono principalmente marxisti volgari, come
ho detto. Questa è la base per la militarizzazione
dello spazio, che appartiene a questi programmi, programmi
che sono stati portati avanti sfruttando l'opportunità
aperta dagli eventi dell'11 settembre e quindi aumentando
la minaccia di distruzione in nome della difesa contro il
terrorismo.
La globalizzazione ha portato a una prosperità mai
vista prima, ed è quello che ci dicono. Ciò
è vero soprattutto per quel che riguarda gli USA, e
nella decade degli anni Novanta gli USA hanno avuto il più
grande boom economico del mondo. Alcuni sono rimasti indietro
in questo miracolo economico della decade. Noi "pazzi"
ci preoccupiamo di questi poveretti. Le falle del modello
riflettono il dilemma sulla questione della crescita veloce
e della globalizzazione. Ci dicono che le disuguaglianze aumentano
perché alcuni non sfruttano le opportunità meravigliose
di questo sistema. Questo quadro è falso. Ed è
difficile percepire che, indipendentemente dalla crescita
della disuguaglianza, la crescita degli USA negli anni Novanta
è stata uguale a quella dell'Europa, molto al di sotto
dei primi 25 anni dopo la seconda guerra mondiale, e molto
minore di quella degli anni durante la guerra in una economia
gestita dallo Stato.
Allora: come può un quadro convenzionale come questo
essere tanto radicalmente diverso? Come mai fatti così
controversi? La risposta è semplice. Per una piccola
parte della società gli anni Novanta sono stati davvero
anni di un boom economico e questo settore include quelli
che danno a tutti gli altri la meravigliosa notizia.
E in realtà non possono essere accusati di essere
disonesti, leggono tale notizia ad ogni momento sui giornali
che scrivono sulla base della propria esperienza personale.
Ciò è vero anche per le persone con cui si riuniscono
attraverso i circoli universitari e le conferenze d'élite
come quella che i Magi ora stanno frequentando a New York
o nei ristoranti eleganti dove si divertono. È soltanto
il resto del mondo che è diverso da loro.
La globalizzazione è precedente alla prima guerra
Mondiale. Allora era molto più ampia che oggi. Per
esempio, era molto più diffusa quella che che Smith
chiamava la libera circolazione della mano d'opera. Il caso
più drammatico che posso citare è il flusso
di capitale finanziario speculativo a breve termine che va
ben oltre a qualsiasi fatto precedente. Questa differenza
fra la globalizzazione di oggi e quella del passato rivela
caratteristiche essenziali della versione contemporanea della
globalizzazione: il capitale è la priorità,
il popolo è qualcosa di incidentale.
I confini tra gli USA e il Messico sono artificiali, come
del resto tutti i confini, sono risultato di conquiste. I
confini sono stati militarizzati dal governo. Clinton, per
impedire la libera circolazione della mano d'opera ha indebolito
il libero commercio, nel senso classico del termine, e ciò
è stato importante per gli effetti del miracolo economico
in Messico che ha portato al disastro la maggior parte della
popolazione messicana.
Il flusso di capitale è stato accellerato ancor di
più. Due terzi del commercio oggi sono gestiti da tiranni
privati. Una misura più tecnica della globalizzazione
è la convergenza in rapporto al mercato globale: prezzo
unico e salario unico. Certamente ciò non è
ancora avvenuto, rispetto al reddito sta succendendo il contrario.
La disuguaglianza sta aumentanto in diversi paesi e dentro
ai paesi, noi ci aspettiamo che continui l'aumento della disuguaglianza.
La comunità di informazioni degli USA insieme a esperti
e accademici recentemente ha divulgato una relazione in cui
rivelano le loro aspettative per i prossimi 15 anni: l'evoluzione
della globalizzazione sarà segnata da volatilità
finanziaria cronica e una divisione economica mondiale sempre
più grande. Ciò significa, meno convergenza
e meno globalizzazione in senso tecnico, più globalizzazione
in senso dottrinario del termine e la volatilità finanziaria
significa crescita più lenta, più crisi, più
povertà.
È esattamente in questo momento che abbiamo chiara
la connessione stabilita tra globalizzazione voluta dai cosiddetti
Signori dell'Universo e la probabilità di guerra. Il
motivo è che gli esperti militari usano queste previsioni
e hanno spiegato bene che questa aspettativa sta dietro alla
grande espansione degli armamenti, addirittura prima dell'11
settembre.
Vediamo che c'è una grande celebrazione della democrazia
nell'emisfero, tuttavia un'altra prospettiva dimostra che
non è proprio così. Negli USA, i leaders delle
aziende dicono che bisogna imporre alla popolazione una fisolofia
di futilità perché ci sia una concentrazione
dell'attenzione umana in cose superficiali, cose che vanno
di moda, beni di consumo; la gente riceve bene queste idee
e si dimentica di pensare su come gestire la propria vita
e finisce per lasciare in mano a questi grandi maghi le decisioni
riguardo al suo futuro.
Questa lotta per imporre il regime assumerà molti volti,
ma non finirà finchà ci sarà una concentrazione
grande del potere di decisione. Quindi possiamo aspettarci che
questi Signori dell'Universo sfruttino qualsiasi opportunità
- soprattutto quando sentono la paura delle popolazioni come
nell'11 settembre - ma possiamo non accettare queste ragioni
e chi ha a cuore il futuro dell'umanità può prendere
una strada diversa. La lotta popolare contro la globalizzazione
basata sui diritti degli investitori, soprattutto nel Sud, sta
influenzando la retorica di questi Signori dell'Universo che
sono spaventati. Questi movimenti non hanno precedenti come
scopo, come solidarietà, come ampiezza. Le riunioni come
questa di oggi sono estremamente importanti, il futuro è
in mano a quelli che fanno questi movimenti e non dobbiamo sottovalutarli.
(da Repubblica, 02/02/2002)
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