| | | | | | Servizio civile | | | | | | | | | La legge: analisi | | | | | | Ufficio nazionale per il servizio civile | istituito presso la Presidenza del Consiglio costituito di cento unità e organizzato in una sede centrale e in sedi regionali | Vengono riconosciuti dei compiti alle Regioni | le sedi regionali dell'Ufficio verranno istituite presso le Regioni | E' istituita la Consulta nazionale per il servizio civile | composta da rappresentanti degli enti, dei coordinamenti di enti e degli obiettori, oltre che da rappresentanti delle amministrazioni dello stato che impiegano obiettori e del Dip. della protezione civile e del Corpo dei Vigili del Fuoco | | | | | | | CNESC Oggi opera una Consulta degli enti non riconosciuta da nessuna legge ma che di fatto collabora con Levadife per la gestione di alcuni aspetti del servizio civile -richieste nominative, aperture e allargamenti delle convenzioni-, rappresenta le istanze degli enti e si è adoperata per l'approvazione della legge di riforma della 772/72. CRESCER Questa consulta oggi sta sperimentando l'avvio di sedi regionali che diverranno interlocutori delle sedi regionali dell'Ufficio e delle Regioni per le funzioni previste dalla nuova legge. La prima consulta regionale costituita è quella dell'Emilia Romagna. I COORDINAMENTI TERRITORIALI DEGLI ENTI IL FUTURO DEL SERVIZIO CIVILE IN ITALIA SI GIOCHERA' A LIVELLO LOCALE. Ma se gli enti cercassero un rapporto diretto con la sede regionale dell'Ufficio nazionale (che non ha risorse illimitate), finirebbero col paralizzarne l'attività: la strada da percorrere è quella promozione di forme di coordinamenti locali di enti (provinciali o metropolitani), che svolgano tutta una serie di servizi di base in connessione con la sede regionale dll'Ufficio (dallo sportello informativo per i giovani aspiranti obiettori alla raccolta delle richieste nominative, alla consulenza sulla gestione delle convenzioni e l'apertura di nuove, ecc... filtrando così le istanze degli enti). [Modello CESC di Modena]. I coordinamenti territoriali radicati nel territorio, presenti nei luoghi dove il servizio civile si svolge e a stretto contatto con i suoi protagonisti (obiettori, responsabili, enti pubblici e privati e utenti dei servizi) costituirebbero un punto di riferimento importante per il funzionamento dell'Ufficio di oggi che domani sarà quell'Agenzia che dovrà gestire un servizio civile che vedrà quasi triplicato il numero degli operatori rispetto a quello attuale (servizio civile nazionale per tutti). In territori particolarmente omogenei, in strutture dove gli obiettori sono impiegati in ambiti affini si sono sperimentati Consorzi di enti (pubblici) per la gestione del servizio civile degli obiettori; questo potrebbe rappresentare una soluzione per il problema delle piccole convenzioni, oggi numerose, con un numero esiguo, da 1 a 5, di obiettori impiegati. In merito alla composizione del personale dell'Ufficio si getta un'ombra sulla effettiva smilitarizzazione della gestione del servizio civile: per i primi due anni l'Ufficio si avvale (ma è l'Ufficio che lo chiede e per compiti limitati) della collaborazione col Ministero della difesa e cioè (solo in via transitoria) di personale civile del MD, di militari in ausiliaria, di consulenti non meglio identificati e si chiede ai distretti militari di fornire nuclei operativi speciali
ecco che si concretizza il rischio di duplicare l'attuale amministrazione del Levadife, con un Ufficio-Distretto in ogni regione (nel senso di strutture chiuse, spesso inaccessibili e comunque lontane come le attuali sedi periferiche del Levadife)
per affrontare il problema organizzativo di questo Ufficio sarebbe stato utile avvalersi della collaborazione di soggetti esperti (gli enti che in questi anni si sono sostituiti allo Stato nell'organizzazione del servizio civile in quanto a informazione, progettazione dei servizi, formazione degli obiettori e dei responsabili e coordinamento tra enti stessi). | | | | | | | | | | |