Circolo di Rifondazione Comunista di Palata (Cb)
  Salario sociale
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Rassegna stampa


In marcia per il salario sociale
Isernia, salvare l’area archeologica creando lavoro
nostro servizio Isernia Un presidio organizzato a Isernia sul sito archeologico di Castel San Vincenzo, un piccolo paese della provincia ai confini con il Parco Nazionale d’Abruzzo: questo l’esordio domenica del “cammino per il salario sociale” in Molise. La scelta non è casuale: proprio lì il Prc è impegnato dal 1993 in una grossa battaglia contro il tentativo di privatizzare l’area archeologica di una potente lobby economico-ecclesiastica (che fa capo all’abate di Montecassino e che ha sponde politiche sia nella destra che nel centrosinistra molisano). La vecchia giunta Dc nel 1993 aveva infatti tentato una colossale privatizzazione, anche approfittando della colpevole inerzia degli amministratori locali, concedendo tramite trattativa privata all’abazia ben 26 miliardi di fondi e terreni regionali, da destinare prevalentemente all’arricchimento del patrimonio dell’ente ecclesiastico (un monastero nuovo che nulla ha che fare con il sito archeologico né con i preesistenti insediamenti sanniti e romani né con l’Abbazia benedettina dell’epoca carolingia di importanza internazionale, appartenenti per legge al demanio). Parte da qui la lotta del Prc, che presenta un progetto di intervento pubblico alternativo alla privatizzazione, su cui riesce a coinvolgere (svegliandola) la piccola amministrazione comunale: Parco archeologico-museale pubblico, gestito dal Comune e da un comitato scientifico pubblico, creazione di un centro di studi internazionali sul Medio Evo restaurando un palazzo antico vergognosamente abbandonato al degrado, recupero alla proprietà pubblica dei terreni espropriati ai contadini (che dovevano finire incredibilmente nella proprietà dell’abate), attivazione della biblioteca comunale, sinergia archeologica-ambientale (con il “progetto Mainarde” e con il Parco nazionale d’Abruzzo sulla base dell’immenso patrimonio paesaggistico e naturalistico locale). La lobby privata a questo punto si scatena sui media della borghesia locale, con attacchi feroci (anche personali) contro i dirigenti di Rifondazione che rispolverano un anticomunismo di stampo “maccartista-dott. Stranamore” confondendo di fatto la valorizzazione del sito medievale con un ritorno al Medio evo. Ma il movimento suscitato dal Prc riesce comunque a far saltare il disegno dell’abazia di accaparrarsi i 26 miliardi pubblici. Infatti, mentre sulla prima tranche di 8 miliardi intascati dall’abate nel blitz del ’93 è in corso un’inchiesta avviata dopo un lungo esposto del Prc, utilizzando la seconda tranche è già nato il museo comunale (in luogo di quello privato che doveva essere realizzato e gestito dall’ente ecclesiastico). «Ora occorre andare avanti perché il progetto di intervento pubblico proposto dal Prc è l’unica importante risposta, a livello locale, al problema strutturale della disoccupazione», ha sostenuto in mattinata al presidio Claudio Colantonio disoccupato laureando. La lotta infatti continua per sbloccare le successive tranche di finanziamento regionale al progetto di Rifondazione. «Come mai», si chiedeva Federica Raddi, giovane guida archeologica disoccupata, «per il salario sociale ai disoccupati si grida all’assistenzialismo, mentre si sperperano tanti miliardi pubblici per arricchire l’Abazia?». Proprio su questi temi il presidio è ripreso a Isernia città nel pomeriggio, con l’illustrazione dettagliata delle proposte del Prc sul salario sociale, sulle pensioni, sui ticket, sulle infrastrutture al Sud. Il tutto con grande partecipazione anche di anziani che avevano firmato la petizione della sezione di Isernia del Prc per i trasporti ed il cinema gratis di anziani e disoccupati, a cui l’attuale giunta comunale di centrosinistra ancora non da risposte.
Tiziano Di Clemente (da Liberazione,21/11/2000)



Chiesti interventi a difesa del diritto allo studio e l’istituzione del salario sociale
Molise, giovani e precari invadono la sede del Consiglio regionale

Campobasso.
Hanno pacificamente invaso l’aula del Consiglio Regionale del Molise per chiedere l’istituzione del salario sociale e rivendicare interventi finanziari - accompagnati da chiare scelte politiche - a garanzia del diritto allo studio.
La manifestazione, una delle tante organizzate nell’ambito dell’iniziativa “In cammino per il salario sociale”, ha avuto luogo nella mattinata di ieri e ha visto la partecipazione non solo dei militanti di Rifondazione, ma anche di numerosi lavoratori socialmente utili e di circa un migliaio di studenti medi di Campobasso.
Il mischiarsi delle bandiere rosse ai canti degli studenti ed agli slogan dei lavoratori, nel palazzo di via Quattro Novembre, è stato sicuramente un momento di forte impatto e di grande valenza politica, tanto che il Presidente della Giunta regionale, Di Stasi, ha ricevuto una folta delegazione dei manifestanti composta da rappresentanti del Prc, degli studenti e degli Lsu. Alla positiva riuscita della manifestazione “di piazza” non ha corrisposto tuttavia un soddisfacente risultato dell’incontro.
Di Stasi ha infatti affermato che l’accettazione del “pacchetto sociale”, essendo vincolata alle disponibilità di bilancio, difficilmente troverà adeguate e positive risposte. «Le motivazioni addotte dal Presidente della Regione non ci convincono né ci soddisfano - ha commentato il segretario regionale di Rifondazione Italo Di Sabato -. Riteniamo infatti che le innumerevoli problematiche del nostro territorio possano trovare soluzione soltanto attraverso il coraggio di scelte che non rispondono solo a criteri finanziari e di mercato ma che devono rispondere a esigenze di eguaglianza e giustizia sociale, specialmente per quei governi che si dicono di centrosinistra». Questa prima risposta, ha aggiunto Di Sabato, «ci spinge ulteriormente a proseguire sul terreno della lotta e della rivendicazione trovando, come oggi, le giuste aggregazioni per dare più forza e maggiore visibilità alle nostre proposte che - afferma l’esponente del Prc - sono in grado di correggere le disastrose scelte politiche di una regione sempre più lontana dalla equità e sempre più vicina a politiche di sfrenato liberismo».
R. I. (da Liberazione, 22/11/2000)



Dalla marcia per il salario alla domanda di lavoro e di sviluppo sostenibile
Campobasso, servizi urbani gratis per studenti, anziani e disoccupati

Campobasso.
Quando la marcia per il salario sociale organizzata da Rifondazione comunista arriva al centro del capoluogo molisano, ad attendere i manifestanti c’è un drappello di giovani e di anziani che vogliono sapere e capire quali sono le proposte che il Prc ha avanzato nella Finanziaria per le pensioni e il salario sociale. Ma in Molise non sono solo i vecchi e i ragazzi a subire gravi difficoltà sociali o l’emarginazione dal lavoro.
C’è infatti una dato che parla di un 18% di disoccupazione, che riguarda quindi circa un quinto della popolazione in età lavorativa. Uno su cinque significa che una quota molto alta di cittadini potenzialmente attivi non trova uno sbocco professionale, e forse non lo troverà mai. I manifestanti sono poi saliti su sei autobus urbani, hanno srotolato e appeso i loro striscioni con le parole d’ordine che chiedevano trasporti gratis per studenti, disoccupati e pensionati, ricevendo comprensione e condivisione persino dagli autisti dei mezzi pubblici «presi d’assalto»; mentre la gente sugli autobus, nel solidarizzare con la «marcia per il salario», ha anche chiesto servizi migliori per gli anziani, da parte della città di Campobasso. E dopo il giro della città, giovani e anziani si sono ritrovati a preparare i volantini e gli striscioni della manifestazione di Guardialfiera Lago, per lo sviluppo dell’agriturismo che potrebbe produrre al tempo stesso posti di lavoro, sviluppo sostenibile e nuovi insediamenti in grado di presidiare e tutelare un territorio altrimenti destinato all’abbandono e al dissesto.
Alle iniziative hanno aderito professionisti e intellettuali che hanno sottoscritto un appello affinché a Campobasso e nell’intero Molise la popolazione, e in particolare i giovani, non si arrendano alla sola logica finora consentita: emigrare o rassegnarsi.
R. I. (da Liberazione, 23/11/2000)