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Meditazione Carrolliana

Si può far matematica ad occhi chiusi?

Per fare matematica sembra essere indispensabile un supporto su cui tracciare dei simboli: un foglio di carta, una lavagna, ...
Ma è sempre così?
In quale fase del far matematica subentra questa necessità? (preparazione, incubazione, illuminazione, comunicazione)

Un esercizio che mi piace fare e che vi propongo è quello di tentare di risolvere un problema ad occhi chiusi e rimanendo immobili. Una specie di preghiera serale, prima di addormentarsi.
Bisogna usare solo la mente.

Ecco un possibile esercizio da affrontare ad occhi chiusi.

Il seguente brano è tratto dal libro: Lewis Carroll, Una storia intricata (A Tangled Tale), Nuovi Equilibri, 1998.

NODO I
Excelsior

Folletto, portali su e giù

Già il vermiglio brillio del tramonto tristemente sfumava nelle tenebre notturne quando si scorsero due viaggiatori scendere rapidi -a una velocità di sei miglia l'ora -lungo l'aspro pendio di una montagna; il piu giovane balzava di roccia in roccia con l'agilità di un cerbiatto, mentre il suo compagno, le cui vecchie membra non parevano stare molto comode nella pesante corazza a maglia di cui abitualmente si coprivano coloro che percorrevano quella contrada, avanzava a fatica al suo fianco.


Illustrazione di Arthur B. Frost

Come sempre accade in simili circostanze, fu il cavaliere piu giovane il primo a spezzare il silenzio.
- Un buon ritmo, affé mia! - esclamò. - Non si andava cosi spediti nella salita!
- Buono davvero! - gli fece eco l'altro con un gemito. - Salimmo, sì, ma a tre miglia all'ora.
- E in piano la nostra velocità è di...? - interrogò il giovane, che era debole in statistica e lasciava questi dettagli all'anziano compagno.
- Quattro miglia all'ora - rispose stancamente l'altro. - Non un' oncia di più - soggiunse, con quell'amor di metafora cosi comune tra i vecchi - e non un soldo di meno! - Erano trascorse tre ore dal mezzogiorno quando lasciammo la locanda - disse, pensoso, il giovane. - Sarà difficile essere di ritorno per l'ora di cena. E può anche essere, per mala ventura, che l'oste non ci conceda niente da mangiare!
- Troverà esecrabile il nostro ritardo - replicò gravemente il vecchio - e di rimproveri, quanti potrebbe arrecarne!
- Un ardito concetto! - esclamò l'altro, ridendo tutto allegro. - E se dovessimo pregarlo di servirci un'altra portata, lo farebbe a faccia torta!
- Non avremo altro che il frutto delle nostre azioni - sospirò l'anziano cavaliere, che non aveva avuto molto modo di scherzare nella vita ed era un po' disturbato dall'inopportuna gaiezza del compagno. - Saranno le nove - soggiunse in tono sommesso - quando faremo ritorno alla locanda. Ne avremo percorse di miglia in un giorno!
- Quante? Quante? - chiese ansioso il giovane, sempre assetato di sapere.
Il vecchio taceva. - Dimmi, - rispose poi dopo essersi soffermato un attimo a pensare - che ore erano quando eravamo insieme su quella vetta? Non il minuto esatto! - si affrettò ad aggiun - gere, leggendo una protesta sul volto del giovane. - Se solo la tua risposta sta nel raggio di una misera mezz' ora rispetto alla verità, tanto mi basta dal figlio di tua madre. In quel caso potrò dirti con precisione al pollice quanto abbiamo scarpinato tra le tre e le nove.
Il giovanotto seppe solo emettere un gemito, mentre il suo volto alterato e le profonde rughe allineate sulla sua fronte virile rivelavano l'abissale profondità del supplizio matematico in cui quella casuale domanda l'aveva fatto precipitare.


Risposte & riflessioni

In sintesi il problema è il seguente.

PROBLEMA
Due viaggiatori percorrono tra le 3 e le 9 una strada piana, salgono in cima a una collina e poi tornano a casa. La loro velocità in piano è di 4 miglia all'ora, di 3 in salita e di 6 in discesa. Trovate la distanza percorsa e anche (con un margine di mezz'ora) a che ora è stata raggiunta la cima della collina.

SOLUZIONE
24 miglia; alle 6.30

Se vi sembra troppo difficile, risolvetelo eliminando il tratto piano. Solo salita e discesa.


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