Frippertronics (di Robert Fripp) 1980

Frippertronics si definisce come quella esperienza musicale che risulta dall'interazione tra Robert Fripp e un piccolo, seppure mobile, appropriato livello tecnologico, ovvero la sua chitarra, l'effettistica e due registratori a bobina (Revox). Il sistema di registrazione per cui due Revox formano un loop1 e una stratificazione sonora mi fu presentato da Brian Eno nel luglio del 1972, nella sua piccola anticamera, mentre incidavamo quello che sarebbe diventato il primo lato di No Pussyfooting. Per onestà verso altri comprendo che questa tecnica è stata scoperta indipendentemente da diverse persone. Un esempio di come Eno abbia utilizzato il sistema per proprio conto può essere ascoltato in Discreet Music (Obscure 1975) e in forma come Wind on Wind, in Evening Star di Fripp e Eno (1976). Il mio personale lavoro in questo senso iniziò nel giugno 1977 mentro ero a New York e fu usato per la prima volta su disco per Secred Songs di Daryl Hall, album che produssi tra l'agosto e il l'ottobre di quello stesso anno. La prima performance in pubblico delle Frippertronics, quella per cui fu scelta quest'espressione, ebbe luogo il 5 febbraio 1978 a New York in una galleria di arti (di Joanna Walton). Il termine Frippertronics fu scelto per differenziare il mio già definito lavoro solitario dalle precedenti collaborazioni con vari gruppi di musicisti, di modo che questo evento spontaneo e informale non fosse danneggiato dalle attese.
Ci sono due tipi di Frippertronics: pure e applicate. Le applicate si hanno quando sono usate assieme ad altri strumenti, come alternativa a orchestrazioni e arrangiamenti tradizionali, naturali o sintetizzati. Le pure si hanno quando sono usate per loro conto, e comprendono a loro volta due categorie: Frippertronics d'ambiente; nel senso dato da Brian Eno di musica che si può ignorare come ascoltare, e Frippertronics imperative, in cui la musica richiede attenzione perché la sua progressione sia convalidata.
Tra l'aprile e l'agosto del 1979 ho affrontato una piccola tournée, mobile e spero intelligente in Europa e in Nord America, suonando di norma senza compenso in ristoranti, bar, uffici, negozi di dischi, piccoli cinematografi e centri o club. In genere introducevo uno di questi concerti frippertronici, improvvisati e assolutamente privi d'importanza, nel modo seguente. Le Frippertronics sono un tentativo di favorire il contatto umano nel luogo delle performance. Nel 1974 ho abbandonato i King Crimson per varie ragioni; dal punto di vista professionale, questo fatto era stato in gran parte risultato dalla sempre decrescente possibiltà di contatto tra pubblico e musicista. Ciò mi pareva causato da tre fattori principali: primo, la crescita dimensionale degli eventi rock; secondo, l'accettazione generale della musica rock come sport da parte degli spettatori; terzo, la relazione vampiresca tra pubblico e musicista. Tra gli altri scopi, le Frippertronics vogliono contraddire questi tre gradini in direzione dell'idiozia costruendo tre gradini di parteciapzione a un mondo intelligente: primo, limitando le dimensione degli eventi a una scala tra 10 e 250 spettatori; secondo, invitando il pubblico a un ascolto attivo, che pone gli ascoltatori in posizione di uguale responsabilità rispetto al musicista; terzo, rinunciando ad essecondare le reciproche pretese, egocentrismi e presunzioni. In una situazione appropriata di ascolto attivo, abbandonando i tentavo di imprigionare l'evento su nastro o pellicola, esiste una buona possibilità che accada qualcosa di notevole.



1 Loop: anello sonoro che si riproduce ciclicamente all'infinito.
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