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La storia della Filarmonica

 

"Domenica 6 corrente si riunivano alcuni giovanotti per fondare una Società Filarmonica;si nominava il Consiglio Direttivo così composto: Presidente avv. Mario Prola, Vice Presidente Guglielmini Giacomo, Cassiere Reggitani Leone, Segretario Taglioni Angelo, Direttore Tami Isidoro, Casadio Alessio Vice Direttore, membri i signori Iemoli Eugenio, Maglia Francesco, Vienna Mario, Ceretti Enrico, Scegata Ferdinando e De Costard Conte di St. Leger. Giovedì 10 corrente si firmava lo Statuto ed il Regolamento sociale; a far parte della commissione e per provvedere il maestro di musica si nominavano i signori: Guglielmini, Tami e Casadio suddetti"

Con queste parole il settimanale "L'Ossola" del 12 maggio 1900 annunciava ufficialmente la nascita della Società Filarmonica di Villadossola. Tale gruppo si proponeva di riunire tutti i musicanti, che già in precedenza rallegravano le giornate di festa con i concertini all'ombra di qualche pergolato e l'immancabile boccale di vino accanto o suonavano al seguito di processioni religiose, al fine di creare la banda rappresentativa del paese. I fondatori, esponenti della "Villa che contava", per dare una veste autorevole alla realtà nascente promulgarono lo Statuto delta Società, nel quale si sottolineava il loro scopo:
promuovere e diffondere la musica"(art. 2).
Solo grazie ai racconti nostalgici dei più anziani suonatori si riesce ad ovviare alla mancanza di documenti testimonianti i passi che la neonata Società compì nei suoi primi anni di vita. Tra battute e sorrisi si può ricostruire nell'essenziale la storia della nostra banda.

La Filarmonica nacque sulla scia di un precedente gruppo musicale a carattere volontaristico e le prime difficoltà si riscontrarono nella scelta del maestro; il primo della lunga serie fu Ercolani. Negli anni gli seguirono Berra, Cesare Melchiorri, Giulio Ruminelli, Trento Bernetti, Cesare Zanzi, Salvatore Monti, Sali, Alfredo Luisardi, Mario Mora, Ciorgio Coppi, Stefano Gori sino all'odierno Giuseppe Paravati.
Sulle ali dell'entusiasmo e con il desiderio di imitare i grandi complessi bandistici, anche la "giovane Fila" voleva apparire di fronte alla gente del paese in vesti più consone. Nell'anno 1905 la banda, che nel frattempo si arricchì di nuovi membri volenterosi, sfoggiava una bellissima uniforme descritta così in uno dei pochi documenti pervenutoci e approvato in data 30 agosto 1905 dal Comando di Divisione Militare di Novara:
"Cappello tipo Bersagliere in feltro nero con pennacchio, coccarda e Cetra in metallo bianco per stemma. Giubba due petti in panno nero con morseggiature in panno cremisi al collo e paramani, e quattordici bottoni in metallo bianco. Pantaloni con banda in panno cremisi di cm 2. Borsa da attaccare alla cintura dei pantaloni, di forma quadrata in cuoio nero lucido. La detta divisa non porta armi".

Il decollo dell'attività ebbe inizio con il primo importante servizio che vedeva protagonisti gli entusiasti suonatori, adesso dotati di un'onorevole divisa, coadiuvati dai "colleghi" di Domodossola per la storica inaugurazione del Traforo del Sempione, solennemente dichiarato aperto il 19 maggio 1906 dal re d' Italia Vittorio Emanuele III e dal Presidente della Confederazione Elvetica Forrer. Tramite l'importante testimonianza di Francesco Rossi, anziano musicante scomparso anni fa, si può rivivere quella storica giornata come un grande evento che riempì di onore ed orgoglio il nostro ancor giovane corpo musicale, giunto nel capoluogo ossolano sul mezzo più comune in quel periodo: il carro trainato da cavalli. Rossi ricordava con grande emozione il momento in cui suonò l'attenti davanti alla stazione piena di gente, di fronte alle autorità e alle numerose truppe militari. Quello fu un evento importante per la banda Villadossolese che ebbe la possibilità di riscuotere successo in un ambito più allargato rispetto a quello in cui era abituata ad esibirsi. Certo i componenti non si montarono la testa, ma anzi continuarono alacremente il loro lavoroE' arrivata la banda, cacchio !!suonando presso le feste paesane, sostenuti dalla gente che con gioia li apprezzava e li stimava. La banda piaceva e quando passava per le strade con il rullo del tamburo, i colpi dei piatti e della gran cassa portava allegria e i bambini la accompagnavano, correndo e saltellandole intorno.

 

 
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