Dall' epoca romana al Novecento |
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LA
GUERRA IN CASA I BOMBARDAMENTI Il 10
giugno 1940 lItalia entrò in guerra, alleata della Germania nazista. Quel
terribile conflitto arrivò anche in Italia:
i ceccanesi sperimentarono sulla loro pelle la paura dei bombardamenti e tutto ciò che un
conflitto del genere poteva comportare. La chiusura dello stabilimento di Faito e del
saponificio, lo sfollamento, la mancanza dei generi di prima necessità,
limpossibilità dei collegamenti, loscuramento, il razionamento, lattesa
davanti ai negozi, la borsa nera, furono
realtà con le quali tutti dovevano abituarsi a convivere. Si mangiava di tutto in quei
lunghi, interminabili giorni: crusca, erba, ghiande. Il primo
bombardamento su Ceccano del 3 novembre 1943
causò la morte di 18 ceccanesi e il ferimento di tante altre persone. Furono distrutte
numerose abitazioni; distrutte le chiese di S.
Pietro e di Santa Maria a Fiume. Colpita e danneggiata anche la chiesa di S. Nicola.
In totale, le incursioni aeree su Ceccano raggiunsero il numero di 38 . LA RESISTENZA Il 10 luglio 1943 le truppe anglo
americane sbarcarono in Sicilia. Il 25 luglio il Re fece arrestare Mussolini e affidò il
governo a Badoglio. Questi l8 settembre
annunciò per radio larmistizio con gli anglo americani. In autunno, le montagne della Ciociaria ospitano nuclei
partigiani: bande partigiane operano anche sui Monti
Lepini. Il nucleo di Ceccano, dopo alcune azioni di rilievo, si scioglie, non senza aver
tentato un collegamento con i partigiani di Patrica. Del resto, la vicinanza del fronte di
Cassino, con le truppe tedesche presenti in modo massiccio nelle nostre zone, impediva un
serio costituirsi di formazioni partigiane. Per i giovani di Ceccano era piuttosto facile
procurarsi le armi, recuperandole dal fiume Sacco nei pressi della Tomacella, dove le
avevano buttate, subito dopo larmistizio, i militari italiani di stanza a Faito.
Dopo il primo bombardamento del 3 novembre 1943, Ceccano venne evacuata. Tutta la popolazione si riversò nella campagna
circostante, in cerca di luoghi sicuri, lontano dai possibili obiettivi dei bombardieri
alleati. Si rimase in rifugi precari e di fortuna per tutto l inverno, fino a
primavera 44 inoltrata, vivendo di stenti e di paure. I tanto attesi liberatori
arrivarono, e con essi anche le truppe di colore, i marocchini. Altro esodo forzato verso
Castro, per sfuggire alle violenze carnali che i marocchini andavano consumando... IL DOPOGUERRA A Ceccano la
situazione post-bellica, nei primi giorni dopo la Liberazione, fu drammatica. |
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