INFLESSIBILI
La strategia padronale per
conquistare il dominio assoluto sulla “forza lavoro” sta passando oggi
attraverso l’estensione totale del lavoro precario.
Dopo la fallimentare esperienza
referendaria per ottenere la libertà di licenziare, hanno astutamente adattato
la loro strategia : raggiungere lo stesso scopo attraverso la massima
flessibilità.
Da anni, da destra e da sinistra,
essa ci viene propagandata come un connotato della modernità contro la vecchia
mentalità del posto di lavoro fisso.
I “culi al caldo” che ci fanno
questi discorsi fanno finta di non sapere che la continua insicurezza del posto
di lavoro mina alla radice sia la possibilità di difendere la propria dignità
e i propri diritti sul lavoro sia quella di permettersi una umana progettazione
della propria vita individuale e famigliare.
La diffusione della precarietà lavorativa
totale è la forma attualmente più violenta con cui si svela la necessità
del capitale di ridurre i lavoratori a merce : da utilizzare e di cui disfarsi
a piacere. E imporre l’oppressione di classe su tutta la loro vita.
Dopo il lavoro “in affitto”
sono oggi nel mirino i contratti a tempo determinato. Stanno concertando per
farli diventare i contratti normali di ogni ingresso al lavoro. Chi trova
lavoro deve sapere che per lunghi anni la possibilità di conservarlo dipenderà
dalla propria dimostrata disponibilità a subire ogni sopruso e a chinare la
testa.
Contro
questa vergogna i lavoratori dello Slai Cobas Poste, con una
tenda/presidio e uno sciopero della fame attuato per quasi due mesi in
p.zza Missori, hanno opposto resistenza. Poste S.p.A. aveva deciso di
licenziare 657 lavoratori che, dopo anni di lavoro a tempo
determinato, erano stati reintegrati da pretori di tutta Italia. Il
presidio non ha permesso che questo misfatto fosse perpetrato nel
nascondimento. La Direzione Poste è stata costretta a sanare la
vicenda : i 657 conserveranno il loro posto di lavoro. L’obiettivo
è stato raggiunto. Anche se Poste ha ottenuto dai confederali mano
libera su tutti i lavoratori a termine che sono stati e verranno
assunti dopo di loro. |
La lotta continua.
sabato 3 febbraio alle ore 15 in piazza Missori a
Milano
Manifestazione
·
contro la precarizzazione del lavoro finalizzata ad
aumentare lo sfruttamento
·
contro la totale mercificazione della vita dei proletari
·
per gridare che
è urgente ed è possibile opporsi
Il Comitato contro i licenziamenti e la precarizzazione
e lo SLAI COBAS
LA STIPULA DEL CCNL DI CATEGORIA
CONFERMA LA SUPINA CONDIVISIONE DELLA STRATEGIA PRIVATISTICA DEL SINDACALISMO
CONCERTATIVO, SPALANCA LE PORTE AD UNA GESTIONE PURAMENTE AFFARISTICA DEL
SERVIZIO POSTALE E CONDANNA I LAVORATORI AL CONTINUO RICATTO OCCUPAZIONALE.
TUTTO
QUESTO MENTRE MIGLIAIA DI LAVORATORI POSTALI HANNO GIA’ VISSUTO LA MOBILITA’
CONSEGUENTE ALLA DISMISSIONE DEL PROPRIO UFFICIO ED ESTERNALIZZAZIONE DEI
SETTORI E SERVIZI.
·
Affermiamo il diritto democratico dei lavoratori e lavoratrici ad essere
protagonisti della stipula del contratto ottenendo l’indizione di un
REFERENDUM VINCOLANTE
·
Portiamo avanti, in ogni provincia, la costituzione dei COMITATI per il
REFERENDUM sul CONTRATTO, promossi dai lavoratori e dalle RSU, al fine di
presentare le firme della petizione alle segreterie nazionali dei sindacati
firmatari
·
L’assemblea nazionale del SINDACALISMO DI BASE auspica che la categoria
RESPINGA IL CONTRATTO AL MITTENTE
·
Per difendere l’unicità e il carattere pubblico di POSTE ITALIANE
·
Per salvaguardare l’occupazione
·
Per recuperare in gestione diretta i servizi esternalizzati (pacchi,
postacelere, raccomandate)
·
Per impedire la chiusura sul territorio degli uffici postali ribadendo il
diritto ai servizi per i cittadini
·
Denunciamo l’annullamento di ogni autonomia e ruolo contrattuale delle
RSU ad ogni livello negoziale (art. 5 nuovo CCNL)