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Avendo visionato il  bellissimo e significativo "putto autopoietico", presente nella "Collezione", avendo letto il saggio "Filosofia della matematica" di Gabriele Lolli e dopo le discussioni nel forum (in particolare con Gaspero Domenichini), Grazia ed io abbiamo deciso di scrivere alcuni versi,  per cercare di rispondere a una importante domanda di Giuseppe Amoruso...

CHE COS'E' LA MATEMATICA
di Grazia e Ivana

Conway afferma essere - e quasi per intero-
"estetico soggetto"; chissà se sarà vero?

Quest'arte può formare insieme di strumenti,
che sono poi la tecnica, adatta per studenti.

Se in forme algebriche avesse Dio creata
tutta quella natura dall'uomo sviscerata,

tragico non sarebbe, drammatico neppure,
lo slancio di scoprire molteplici strutture;

fors'era matematica vera meraviglia,
che, quasi come perla, chiudeva la "conchiglia". *

Sono Cantor e Dedekind, di teoria creatori,
di quella degl'insiemi si posson dire autori:

parlan di matematica, a tono convincente,
-sarà sempre libera creazione della mente-.

Hardy, per contro - candido - a tutti ha confessato
d'essere platonista, convinto e radicato:

per lui la matematica esiste fuor di noi
ed è compito grato scoprirla quando vuoi.

Dicono i Platonisti di aver chiara visione
della realtà dei numeri e han questa sensazione:

che l'ampia varietà delle strutture astratte
l'attività numerica in preesistenza batte.**

Esse son preesistenti alla ricerca loro,***
ma questa sensazione è priva di decoro:

è solo soggettiva e non ha garanzia
di rispecchiare il vero, qualunque esso sia;

gli uomini vedevano (e vedono tuttora)
il nostro caldo Sole ruotare prima e ora;

la realtà, invece, convince del contrario:
la Terra e non il Sole fa quest'itinerario.

E' chiaro, invece, che i dotti in matematica
da più generazioni studiano la tematica

di quei problemi aperti dai lor predecessori,
che con perseveranza attesero gli allori

e spesso quei problemi sono risolti solo
da tutte le invenzioni, che vanno colte al volo.

Il "nuovo" rende ricco l'insolito arsenale,
formato dai concetti del "matematicale".

Per tanti, formalisti, la numerale scienza
è un "formale gioco" d'abilità e pazienza;

a quello degli scacchi è spesso equiparata,
pertanto molta gente la guarda interessata.

I formalisti puri hanno preoccupazione:
non sia contraddittoria e desti l'attenzione;

di certo non indagano sul significato
di numeri ed essenza; il sol interessato

è quello che aritmetica usa giornalmente,
rendendo ben concreti i doni della mente.

La matematica si può così stimare:
per scelta filosofica, che uno possa fare,

e per un'esperienza del tutto personale,
scoperta o invenzione, ma che, comunque, vale.

Come già disse Gaspero, possiam nominarla
"la scienza del perché", che assai preciso parla:

se ogni affermazione si deve motivare,
la contraddittorietà è sempre da evitare,

anche se Tarski afferma: " Il vero è indefinibile "
e solo in parte abbiamo coscienza dello scibile.

* La " conchiglia " rappresenta la natura, che, per i platonisti, racchiude le caratteristiche numeriche e geometriche, meravigliosamente espresse dalla matematica.
** Il soggetto è l'ampia varietà delle strutture astratte che, per i platonisti, è preesistente a ogni attività matematica.
*** " Esse " sono le " strutture astratte ".

Genova, 29/03/2003


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