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Ricreazioni di Aprile 2001
71. Lettere consecutive
inviato da Giorgio Dendi
Vi propongo un altro problemino, senza dirvi subito quale nesso
abbia con la matematica.
Fare una frase che abbia al suo interno il maggior numero di lettere consecutive
uguali.
Esempi:
Conosci Buffalo Bill, l'esperto cacciatore?
A Trieste c'è la Torre del Lloyd.
Sono tifoso di Zoff, famoso portiere.
Ho visto sia torrenti quieti che rii impetuosi.
Io ho fatto di meglio, ma non posso dirvi ancora nulla, vediamo se vi riesce, e
dopo vi dirò perchè dovevo proporvi questo gioco.
>>> Risposte &
riflessioni
Giovanna Bolaffio
Ciao Giorgio, vorrei chiederti una precisazione, perche' da quanto ho letto non
ho capito se nelle frasi possano essere contenute o meno parole straniere. Bill,
ad esempio, è parola straniera. Se ne potrebbero fare centinaia di frasi simili
a questa, con nomi propri stranieri, e in particolare inglesi:
Ad esempio:
Oggi ho studiato le leggi di Grassmann, noto matematico tedesco. (nnn)
Sono andato a Roswell, l'area dove sono atterrati gli UFO. (lll)
Ho conosciuto John Scott, tragediografo inglese. (ttt)
(che non so se sia mai esistito, ma questo non importa)
ecc. ecc.
In linea di massima si può dire che con qualunque nome proprio di persona o
geografico inglese che termini con due consonanti è non solo possibile, ma
anche semplicissimo, dare origine ad una frase italiana che contenga tre lettere
uguali di seguito.
Anche la frase con tre "l" di seguito che Giorgio ha riportato
conteneva la parola Lloyd, che non è italiana e che, a differenza di quelle
viste sopra, presenta le due consonanti all'inizio, invece che alla fine. Ma
naturalmente il procedimento è lo stesso.
In poche parole, mi pare che la frase "Conosci Buffalo Bill, l'esperto
cacciatore?" non abbia nulla di straordinario.
Se il principio è questo, ossia che è permesso inserire parole straniere,
allora eccovi una frase con quattro lettere consecutive uguali:
Bill Lloyd è un grande tuffatore. (llll)
E fin qui mi pare che non ci sia nulla di straordinariamente difficile.
Frasi senza parole straniere con tre lettere uguali di seguito sono possibili e,
tutto sommato facili: sulla scia dei "rii impetuosi", se ne potrebbero
fare delle altre, basta prendere sostantivi in "ìo", che fanno il
plurale in "ii" ed aggettivi inizianti per "i", che sono
piuttosto numerosi:
Ho sentito scricchiolii inquietanti.
All'Università Gregoriana vi sono pii insegnanti.
Il sole di oggi ha luccichii iridati.
Anche qui non è molto difficile.
Chissà se, escludendo le parole straniere, è possibile trovare qualche frase
con quattro lettere uguali di seguito.
Per dire la verità, non mi risulta che esistano parole italiane inizianti con
due consonanti uguali, mentre le uniche parole italiane che iniziano con due
vocali (oo-) sono quelle formatesi dalla parola greca antica che significa
"uovo" (oiòn).
Sarebbe allora necessario trovare un aggettivo o un sostantivo, sempre italiano,
terminante in "-oo", da accostare ad esse; parole di questo genere
esistono e sono quelle ricollegabili al greco antico "zòon", che
significa "animale" e che ha dato origine a "zoo" ecc.
Oltre a queste, vi sono anche altre due termini in "-oo": "dipnoo",
che deriva dal greco "dìs" (= doppio) e "pnoé"
(=respirazione), ed indica una classe di pesci che, oltre a respirare con le
branchie, hanno anche una specie di polmone che permette loro di respirare fuori
dall'acqua; l'altro termine è "eoo", dal greco antico "héos"
(=aurora), che significa "orientale".
Dopo una breve ricerca sul dizionario, mi pare che però non sia così facile
accostare tra loro secondo una relazione logica e sensata i sostantivi o
aggettivi terminanti in "-oo" e quelli inizianti con "oo-":
l'unico accostamento che potrebbe
eventualmente sembrare plausibile, è:
"entozoo oomicete" (quattro
"o" di seguito):
Si potrebbe forse dire:
"Per mezzo delle analisi di laboratorio è stata
riscontrata la presenza di un entozoo oomicete".
A questo punto ci serve un biologo, perchè forse ho creato un essere che non
esiste. Insomma mi piacerebbe sapere se un "entozoo oomicete" può
esistere o meno.
Cosa potrebbe essere un "entozoo oomicete" ?
Seguendo le definizioni del vocabolario dovrebbe essere "un endoparassita
appartenente ad una sottoclasse di funghi".
Altro che ingegneria genetica!
Gianfranco Bo
L'intervento di Giovanna Bolaffio è veramente grandioso! Per lo meno
per me, che sono alquanto "imbranato" con le parole.
Merita l'etichetta "cool".
Confesso che mi sento un piccolo nano che sale sulle spalle dei giganti e grazie
a loro riesco a superare la barriera delle 4 lettere consecutive, risolvendo nel
contempo il dubbio sull'entozoo oomicete.
Anzi, più che risolvere il dubbio, lo ripropongo con una frase possibile.
Esame di biologia. Il professore consegna un vetrino allo
studente e chiede:
"Esamini il preparato e risponda: si tratta di entozoo o oomicete?"
(5 "o" consecutive)
Bene bene...
Ora, però, devo fare una domanda a Giorgio Dendi.
BASE Cinque si occupa di matematica. E tu avevi premesso e promesso di spiegarci
che cosa ha a che fare questo quesito con la matematica.
A questo punto ci devi stupire svelando il mistero.
Siamo tutti in attesa di poter dire: "Ooooooh!" (6
"o" consecutive).
Giorgio Dendi
Citerò altre 2 soluzioni al mio problema, e poi.....
C'è un architetto che si chiama Alvar Aalto; ecco allora la frase:
Questa via è dedicata
a A. Aalto (5
"a" consecutive).
Una delle più famose opere esiodee
è "Eee", e è estremamente
interessante.... (9 "e" consecutive).
Il titolo Eee è in greco, ed è fatto di eta e di epsilon alternate, ma in
italiano sono tutte "e", ed ho trovato questo titolo scritto così
parecchie volte nei cruciverba.
Il motivo per il quale ho mandato questo gioco è che secondo me ha un'analogia
con un altro dei problemi pubblicati in questa stessa colonna da Basecinque, e
precisam...
Ve lo dico dopo (beh, è una cattiveria che ho imparato da Amadeus e Gerry
Scotti
nei loro quiz televisivi)
Ciao.
Giovanna Bolaffio
La frase di Giorgio Dendi sarebbe divertente e interessante, se fosse
esatta: in realtà c'è un problema, perchè "Eee" non è né una
parola greca, né il vero titolo dell'opera di Esiodo.
Il titolo in greco che viene solitamente attribuito all'opera di Esiodo (alla
quale si fa qui riferimento e conosciuta anche con il titolo di "Catalogo
delle donne") è, trascritto nel nostro alfabeto, "è
oìe", che significa "o quale"; non si tratta dunque di
un vero e proprio titolo, ma semplicemente delle due parole iniziali delle
singole sezioni, ciascuna delle quali dedicata ad un'eroina, in cui l'opera era
suddivisa.
Da queste due parole deriva lo "pseudo-titolo" italiano (ma che in
realtà italiano non è, perchè in italiano non ha alcun significato) che viene
spesso attribuito all'opera: "Eoiai" (che vorrebbe
essere un nominativo plurale greco di una parola greca inesistente!) o "Eoie"
(che sostanzialmente è un plurale italiano di una parola greca inesistente!).
Si tratta tuttavia di titoli convenzionali, che sicuramente non corrispondono al
titolo originario, e ignoto, dell'opera, della quale si sono conservati solo
alcuni frammenti papiracei, contenenti sicuramente anche delle parti spurie.
L'opera del resto non è neppure attribuita con assoluta certezza ad Esiodo.
Veniamo ad "Eee": non è una parola greca e si tratta di un titolo
che, a quanto mi risulta, non viene utilizzato da chi si occupa di letteratura
greca, ma che è stato coniato evidentemente dai creatori di cruciverba; costoro
hanno trasformato l'"Eoie" in "Eee" sulla scorta delle
trasformazioni del dittongo greco "oi" in "e" avvenuto in
alcune parole italiane derivanti dal greco [(economia < oikos (casa)].
Insomma, diciamo pure che, alla fin fine, "Eee" è un termine che non
esiste, nè in greco, né in italiano, per il semplice fatto che non significa
nulla nè in una lingua nè nell'altra. Ora, chiarito questo dato di fatto, e
tenendone conto, diciamo pure che, accettando il termine "Eee" in
tutta la sua convenzionalità e inconsistenza, la frase proposta da Giorgio
Dendi risulta anch'essa accettabile.
Ma quella con 5 lettere consecutive uguali gode di una maggiore legittimità.
Franco
Peccato che il record di Giorgio non sia valido, avrei avuto piu' gusto
nel batterlo :-))
Ad ogni modo la mia frase ne contiene ben 10, ed e' tratta da una inserzione
pubblicitaria sul Messaggero. Spero si considerata valida, perche' Giorgio
aveva ammesso nella sua frase l'uso della punteggiatura "Questa via è
dedicata a A. Aalto (5 "a" consecutive)" .
Precedentemente sia Giovanna che tu, che avevi pensanto di sviluppare la sua
idea arrivando al nuovo record di cinque lettere consecutive, non avevate fatto
ricorso alla punteggiatura.
Ecco allora la mia frase di 10 lettere consecutive.
A.A.A.A.A.A. AAA assistente cercasi
dove AAA sta per Associazione Alcolisti Anonimi.
Giuliano B.
"Questa via è dedicata a A. Aalto (5 "a"
consecutive)"
Ho un dubbio: non è che si debba scrivere "ad A. Aalto"?
"A.A.A.A.A.A. AAA assistente cercasi"
Cosa vuol dire "A.A.A.A.A.A." ??
Giorgio Dendi
Avete visto che siamo riusciti a interessarci nonostante il problema
non sia proprio matematico?
Ringranzio Giovanna Bolaffio, che, oltre alla mia vecchia professoressa del
liceo, è l'unica al mondo a conoscere l'opera di Esiodo "Il catalogo delle
donne", e accetto tutte le sue affermazioni (alcune le accetto, dal verbo
accettare=accogliere, altre le accetto dal verbo accettare=abbattere con
l'accetta).
Io mi sono posto il problema qualche tempo fa, quindi è ovvio che in tanti anni
mi siano capitate parole che mi hanno suggerito qualche bella soluzione.
Vi propongo ancora:
"La maestra ha chiesto come scrivevano 300 i romani, e... tac!
"CCC" con un grido ho risposto" (5 C).
"Appena letta la definizione 4 orizz. Iniziali di Pasolini, op! PPP presto
ho scritto nelle caselle" (5 P).
Ma vorreste sapere cosa c'entra con la matematica?
Secondo me il problema è una sorta di trasposizione nella lingua italiana,
cambiando numeri o cifre con lettere, dei problemi simili a quello mio di
ottenere 6 con una terna di cifre uguali, o quell'altro dove si dovevano
ottenere tutte le cifre con quattro cifre uguali: da una parte si devono trovare
operatori anche impensabili (Log, card, fattoriale...) per ottenere il risultato
voluto, dall'altra si devono trovare parole, anche non usatissime (oomicete,
Eee, Lloyd,...) e si vuole sistemarle per fare un gruppo sostanzioso di lettere
uguali.
In entrambi i campi si possono trovare esempi che rendono inutile il problema, e
quindi credo siano da evitare (in fin dei conti il problema l'ho inventato io e
quindi posso mettere le regole che voglio!).
Infatti "A.A.A.A.A.A.A.A.A.A.A.A. cercasi..." può battere qualunque
altra sequenza, come "C'era una zanzara che ha fatto
zzzzzzzzzzzzzzzzzzz per tutta la notte"; nel campo matematico
soluzioni come (card(x, logx, log(logx)))! = 6 (dove card vale per cardinalità,
cioè mi dice di quanti elementi è composto l'insieme) valgono per qualunque x,
e quindi rendono banale il mio problema di trovare 6 con tre numeri differenti.
Non odiatemi :-)
Gianfranco Bo
Perché dovremmo odiarti? Anzi!
Un problema è interessante quando stimola la curiosità, fa fare ricerche, fa
trovare cose sorprendenti, incrementa la conoscenza personale.
E il tuo problema, almeno per me, ha queste caratteristiche.
A volte, però, quando sono stati raggiunti record imbattibili, è meglio
cominciare a cercare soluzioni sorprendenti, piuttosto che insistere a
migliorare sul versante della quantità.
Vorrei comunque sottolineare che nessuna zanzara può fare zzzzzz.... per tutta
la notte, neppure la famosa zyzzyx (specie realmente esistente,
chiamata così dallo scopritore solo per avere l'onore dell'ultima parola del
vocabolario).
Anche per quel che riguarda gli A.A.A..., credo che non si possa andare avanti
ad oltranza. Qualcuno sa se ci sono dei limiti? Il massimo che ho trovato è 12
A ed è l'avviso di una certa massaggiatrice...
Oggi avevo un'ora buca e invece di parlare con i colleghi della Depressione
dell'Insegnante, ho aperto un vecchio armadio della sala professori e ho preso
il volume VII del Grande Dizionario Enciclopedico Utet, Torino, 1968.
L'ho aperto alla pagina 250, alla voce "Esiodo" e... c'era la seguente
frase:
"La critica recente... dubita dell'autenticità del Catalogo delle
donne (noto anche come Eée o Eoie)"
L'articolo era firmato AD. PE. La sigla corrisponde a Adriano
Pennacini, esperto di storia antica.
Francamente ho tirato un sospiro di sollievo: la frase di Dendi è legittimata
da un'autorevole fonte e non solo dai cruciverba.
Poi, con rispetto reverenziale, ho preso il volume I, dedicato alla lettera A.
Ebbene, ho scoperto che la parola Aa è di origine Celtica e
significa fiume, acqua, riunione di acque.
Tant'é vero che in Europa esistono diversi fiumi che si chiamano o si
chiamavano Aa.
C'è un Aa in Francia, ci sono stati due Aa in Lettonia (attualmente si chiamano
Lielupe e Guaja) e un Aach in Germania.
Ed ecco che mi viene in mente una frase.
Potrebbe far parte di una domanda a risposta multipla:
Domanda 5: quale dei seguenti gruppi contiene solo nomi di fiumi europei?
Risposta a) Aa, Aa, Aa, Aach. (10 A)
Risposta b) ...
Continuando a leggere, ho scoperto che è esistito un filosofo norvegese che si
chiamava Aal Anathon August Fredrick (1867-1943)
Possiamo dire, ad esempio: L'opera Der Logos è attribuita a A. A. Aal
(6 A)
Se il Fredrik vi da fastidio allora possiamo parlare del famoso folklorista
erudito finnico Antti Amatus Aarne (1867-1925).
Ed ecco un'altra frase:
Consegnai una fisarmonica, sulle rive del corso d'acqua Aa, a A. A.
Aarne. (8 A).
Ma ora mi è venuto in mente un altro problema...
70. Lo scalatore
inviato da Riccardo B.
Un tizio decide di trascorrere una nottata in una baita. Parte
pertanto da casa sua alle 8 del mattino e percorre a piedi il lungo sentiero che
conduce alla baita, dove giunge a sera.
Il mattino dopo, sempre alle 8, torna sui suoi passi e percorre a ritroso il
medesimo sentiero, fino a giungere a casa, la sera.
La domanda è: esiste un punto di quel sentiero in cui lui si sia trovato, sia
all'andata che al ritorno, esattamente alla stessa ora del giorno (anche se,
naturalmente, di due giorni consecutivi)?
Preciso che per "stessa ora" intendo "istante nell'intervallo (0-24)": nessun trucco basato sui quadranti a 12 ore, le 9 e le 21 sono ore distinte.
>>> Risposte &
riflessioni
Gennaro Cangiano
Di fatto nella dinamica è come se ci fossero due persone che partendo
da punti estremi dello stesso sentiero vanno l'uno incontro all'altro. E'
evidente che si incontreranno e avendo sincronizzato gli orologi alla partenza,
l'incontro avverrà alla stessa ora per entrambi.
Ora in traslato la risoluzione è la stessa se a percorrere il sentiero è una
sola persona e in giorni diversi.
Se Tizio parte alla stessa ora in salita e in discesa (anche se in giorni
diversi), evidentemente passerà per un certo punto del sentiero alla stessa ora
sia in salita sia in discesa (come se incontrasse se stesso).
Enrico Delfini
A ben vedere non è necessario che l'escursionista riparta alla stessa ora per
il viaggio di ritorno, basta che parta prima delle otto di sera. Ad esempio,
partendo alle 19.59.58 incontrerebbe il suo alter-ego del giorno prima alle
19.59.59 proprio sulla soglia della baita!
69. Radice cubica mentale
inviato da Riccardo R.
Una persona in grado di eseguire mentalmente e in maniera rapida
calcoli complicati riesce sempre a destare un certo stupore.
Ecco un trucchetto semplice ma efficace che vi permetterà di ottenere
rapidamente le radici cubiche di numeri fino a 6 cifre, derivanti dal cubo di
numeri interi.
Per prima cosa è necessario imparare a memoria i cubi dei primi nove interi:
1 -> 1
2 -> 8
3 -> 27
4 -> 64
5 -> 125
6 -> 216
7 -> 343
8 -> 512
9 -> 729
Fatto questo si conoscono già le radici cubiche di tutti i numeri da una fino a
tre cifre.
Per andare oltre è sufficiente osservare quanto segue:
- tutti i cubi che finiscono per 0 hanno lo 0 quale ultima cifra della radice;
- se finiscono per 1, questa è anche l'ultima cifra della radice;
- se finiscono per 2, l'ultima cifra è 8;
- se finiscono per 3, l'ultima cifra è 7;
- se finiscono per 4,5 o 6, l'ultima cifra è la stessa;
- se finiscono per 7, l'ultima cifra è 3;
- se finiscono per 8, l'ultima cifra è 2;
- se finiscono per 9, l'ultima cifra è 9;
Questo è tutto ciò che serve sapere.
Quando si ha a che fare con un cubo di più di tre cifre, è sufficiente
scomporlo da destra verso sinistra in gruppi di tre, per quanto possibile (es.
125000 -> 125 000; 97336 -> 97 336).
Delle ultime tre cifre interessa solo quella finale: essa fornisce l'ultima
cifra della radice (es. 97 336 fornisce 6 -> per quanto visto sopra l'ultima
cifra della radice è ancora 6).
Il primo gruppo di cifre va invece considerato come numero a sè stante e
confrontato con le radici dei nove numeri imparate a memoria; i casi sono due: o
esse sono identiche a uno dei valori appresi e allora non vi sono problemi;
oppure esse sono comprese fra due valori tra quelli noti e la base della radice
è da prendersi nel valore minore.
Esempio:
97336 -> 97 (33)6 -> la radice cubica termina per 6
(64< 97 <128) -> la radice cubica inizia per 4
Risposta: 46
50653 -> 50 (65)3 -> la radice cubica termina per 7
(27< 50 <64) -> la radice cubica inizia per 3
Risposta: 37
Buon divertimento!
>>> Risposte &
riflessioni
68. Un rettangolo col Tangram
inviato da Carol C.
Help! Con un tangram devo costruire un rettangolo per geometria.
Chi mi può aiutare?
Grazie, Carol.
>>> Risposte & riflessioni
Questa è una possibile risposta. Ne esistono delle altre?
Chissà!
67. Funzione ecologica
inviato da Dario Ripamonti
Supponiamo che esista una funzione raccolta,
funzione di n variabili.
Scriviamo sinteticamente raccolta = raccolta(ai), con i = 1,2,…,n
Che cosa rappresenta la quantità:
?
>>> Risposte & riflessioni
Dario Ripamonti
Ovviamente, la raccolta differenziata.
Se non fa ridere, apprezzo almeno lo sforzo fatto per scrivere la sommatoria.
66. La formica sull'elastico
inviato da Gennaro C.
Un elastico è fisso ad una estremità, mentre l'altra è libera
di muoversi.
Nel punto fisso c'è una formica.
L'estremità libera dell'elastico si muova alla velocità costante di 3 m al
minuto, mentre contemporaneamente anche la formica comincia a muoversi alla
velocità costante di 1 m al minuto. In considerazione dei due movimenti
congiunti e che gli stessi movimenti, cioè il moto dell'estremo libero
dell'elastico e il moto delle formica, inizino nello stesso istante, si chiede:
riuscirà la formica a raggiungere la fine dell'elastico? se sì, quanto tempo impiegherà per farlo?
>>> Risposte &
riflessioni
Riccardo B.
N.B. La soluzione di Riccardo è
temporaneamente in "cantiere" per alcune correzioni.
Non sono del tutto sicuro della seguente
soluzione, perche' non ho avuto molto tempo per controllarla, quindi vogliate
perdonarmi se c'e' finito qualche strafalcione. =)
Sia L la lunghezza iniziale dell'elastico espressa in metri; sia X(t) la
posizione
della formica sulla corda all'istante t espressa come frazione di elastico,
ovvero
con X=0 indicante l'inizio e X=1 la fine.
Conseguentemente la derivata X'(t) rappresentera' la "velocita'
percentuale" di avanzamento della formica.
Per rendere piu' generale la risoluzione, chiamo v la "velocita'
assoluta" della formica (nel problema 1m/minuto) e vc la velocita' del capo
dell'elastico.
Nell'istante iniziale l'elastico e' lungo L, quindi la velocita' iniziale X'(0)
e' v/L.
Ad ogni istante t, la formica avanza, in termini assoluti, di "v"
metri di elastico al minuto, ma in termini percentuali, tali "metri al
minuto" vanno commisurati sulla base della nuova lunghezza dell'elastico,
ovvero L+vc*t: X'(t)= v/(L+vc*t), che per t=0 corrisponde con la velocita'
iniziale v/L gia' dedotta (una conferma lungo la strada non fa mai male).
L'integrale di tale velocita' percentuale ci da' la posizione della formica in
ogni istante; tale integrale (e qui spero di non incappare in errori stupidi)
e':
X(t) = (v/vc)ln(L+vc*t) + C
La costante C si determina a partire dal dato noto che X(0)=0: C=-(v/vc)ln(L) e
sostituendo:
X(t) = (v/vc)ln(1+(vc/L)t)
La formica arriva a destinazione nell'istante T per il quale X(T)=1; tale
istante esiste sempre (per ogni valore di L, di v e di vc) dato che il logaritmo
e' una funzione monotona crescente illimitata. Risolvendo si ricava:
T = (e^(vc/v) - 1) * (L/vc)
Un'ultima annotazione a (parziale) conferma della ragionevolezza del risultato:
per vc che tende a zero si ottiene un valore indeterminato di T del tipo 0/0. Si
tratta di un limite notevole; ricordando che:
lim (e^x-1)/x = 1
x->0
il risultato diventa T = L/v, che e' il risultato ovvio di percorrenza di una
distanza
L da parte di una formica che va a velocita' v.
Una curiosita': perche' nel testo non compare la lunghezza L? Magari non serviva
perche' la risposta giusta era che la formica non arriva mai! =) (spero di no)
Gianfranco Bo
N.B. Nella versione
precedente avevo erroneamente considerato le velocità in m/sec invece che in
m/min. Ho apportato le debite correzioni.
Ho provato ad affrontare questo problema da un
altro punto di vista, a dire il vero, poco laterale.
Prima di tutto mi sono procurato un elastico, di quelli piatti e abbastanza
lunghi.
Poi, approfittando della tovaglia a quadretti che sta sul tavolo della mia
cucina, ho fatto qualche esperimento.
Ho segnato alcuni punti sull'elastico e ho cominciato a tenderlo, tenendolo
fisso per un estremo.
Incredibile! Allungando l'elastico, le distanze dei vari punti fra di loro e
dall'estremo fisso aumentavano proporzionalmente all'allungamento.
Ad esempio, raddoppiando la lunghezza dell'elastico, tutte le distanze
raddoppiavano.
Immaginando di essere una formica sull'elastico, ho provato per un istante
l'ebbrezza del Big Bang. L'universo in cui mi trovo si sta espandendo. Riuscirò
mai a raggiungere un punto lontanissimo che si allontana ad una velocità
maggiore della mia?
Sono tornato subito alla realtà.
E ho notato che la velocità di ogni punto segnato sull'elastico, rispetto ad un
osservatore esterno, nelle condizioni del problema, è direttamente
proporzionale alla distanza di quel punto dall'estremo fisso dell'elastico.
Facciamo un esempio:
A--------X----Y--------------------------B
Siano:
Velocità di A, vA=0
Velocità di B, vB
Velocità di X, vX
Lunghezza (variabile) dell'elastico AB = L
Distanza (variabile) AX = d
Allora:
vB : vX = L : d
da cui
vX = vB * d/L
Poichè, per ogni punto fissato X, il rapporto d/L rimane costante mentre si allunga l'elastico, allora anche la velocità di ogni dato X rimane costante, se B si muove con velocità costante.
Però, avanzando con passo costante verso l'estremo B, il moto
della formica sarà accelerato.
Il che mi fa sospettare che la formica, prima o poi, raggiungerà l'estremo B.
Ma non è detto.
Sono quindi passato alla seconda fase del mio studio: sono
andato in cerca di formiche, per osservare come camminano.
E' stata dura trovarne qualcuna: non sono ancora uscite dai formicai delle mie
parti.
Comunque ho scoperto una cosa che mi ha complicato la vita: le formiche hanno 6
zampe. E quando camminano ne tengono sempre almeno 4 per terra.
Dunque, per una formica, è assai fastidioso camminare su un elastico che si
espande. Il pavimento striscia sempre sotto qualche piede.
Allora, chiedo scusa, ma ho dovuto semplificare il problema: ho sostituito
all'esapode un bipede, il che mi semplifica la vita.
Perché l'ho fatto?
Perché il bipede, come si vede dall'animazione sottostante, può camminare
tenendo in ogni istante uno e uno solo piede per terra.
A---------------------------------X-----Y-------------------------------B
Ora siamo a posto.
Stando ai dati del problema:
Il bipede avanza ad una velocità di 1 m/min: come può far ciò? In vari modi. Se il suo passo è di 1 m, farà un passo al minuto, cioè poserà alternativamente il piede destro e quello sinistro a distanza di 1 m e con la frequenza di 1 passo/min. Se invece il suo passo è di 0,1 m ne dovrà fare 10 al minuto, e così via.
Ogni volta che il bipede posa un piede sull'elastico, la sua velocità aumenta di un po', in base alla formula vista sopra, e rimane costante fino a quando posa l'altro piede.
La velocità dell'estremo B dell'elastico, invece, rimane costante, cioè 3m/min
Utilizzando un foglio elettronico è facile calcolare le posizioni del bipede e dell'estremo B dell'elastico ad ogni passo e quindi calcolare l'istante in cui il bipede raggiungerà o supererà l'estremo B.
Tale istante dipende dalla lunghezza del passo del bipede.
Ecco alcuni risultati riferiti ad una lunghezza iniziale dell'elastico pari ad 1
m (salvo errori).
Lunghezza del passo in metri |
Numero di passi al minuto |
Numero di passi necessari per raggiungere l'estremo B |
Tempo impiegato in minuti |
Lunghezza finale dell'elastico in metri |
Posizione finale del piede del bipede rispetto al punto fisso dell'elastico |
1 m |
1 |
17 |
17 min |
52 m |
52,23 m |
0,1 m |
10 |
74 |
7,4 min |
23,2 m |
23,36 m |
0,01 m |
100 |
648 |
6,48 min |
20,38 m |
20,382 m |
0,001 m |
1000 |
6372 |
6,372 min |
20,116 m |
20,1166 m |
Sarebbe interessante trovare il limite di queste successioni per la lunghezza del passo che tende a zero...
Riporto anche l'impostazione del foglio elettronico. Per avere più righe si procede con il copia e incolla.
A | B | C | D | E | F | G | H | |
1 | n.passi | tempo (minuti) |
pos estremo B elastico
a inizio step temporale (metri) |
pos piede appoggiato a
inizio step temporale (metri) |
velocità piede
appoggiato (metri/minuto) |
pos piede al termine
dello step temporale (metri) |
||
2 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | v elastico | 3 |
3 | 1 | 1 | 4 | 1 | 0,75 | 1,75 | v formica | 1 |
4 | 2 | 2 | 7 | 2,75 | 1,178571429 | 3,928571429 | L iniziale | 1 |
5 | 3 | 3 | 10 | 4,928571429 | 1,478571429 | 6,407142857 | lunghezza passo | 1 |
6 | 4 | 4 | 13 | 7,407142857 | 1,709340659 | 9,116483516 | npassi/min | 1 |
7 | 5 | 5 | 16 | 10,11648352 | 1,896840659 | 12,01332418 | step temporale | 1 |
8 | 6 | 6 | 19 | 13,01332418 | 2,054735396 | 15,06805957 | incr B | 3 |
9 | 7 | 7 | 22 | 16,06805957 | 2,191099033 | 18,2591586 | ||
10 | 8 | 8 | 25 | 19,2591586 | 2,311099033 | 21,57025764 | ||
11 | 9 | 9 | 28 | 22,57025764 | 2,41824189 | 24,98849953 | ||
12 | 10 | 10 | 31 | 25,98849953 | 2,515016083 | 28,50351561 | ||
13 | 11 | 11 | 34 | 29,50351561 | 2,603251377 | 32,10676699 | ||
14 | 12 | 12 | 37 | 33,10676699 | 2,684332458 | 35,79109945 | ||
15 | 13 | 13 | 40 | 36,79109945 | 2,759332458 | 39,5504319 | ||
16 | 14 | 14 | 43 | 40,5504319 | 2,8290999 | 43,3795318 | ||
17 | 15 | 15 | 46 | 44,3795318 | 2,894317292 | 47,2738491 | ||
18 | 16 | 16 | 49 | 48,2738491 | 2,955541781 | 51,22939088 | ||
19 | 17 | 17 | 52 | 52,22939088 | 3,013234089 | 55,24262497 | ||
20 | 18 | 18 | 55 | 56,24262497 | 3,067779544 | 59,31040451 | ||
21 | 19 | 19 | 58 | 60,31040451 | 3,119503682 | 63,42990819 | ||
22 | 20 | 20 | 61 | 64,42990819 | 3,168684009 | 67,5985922 |
Riporto qui sotto il grafico relativo al passo di 1 m
65. Cifre in disordine
inviato da Riccardo R.
Ciao a tutti!
Ecco qui un bel quesito, apparentemente fin troppo semplice...
Determinare secondo quale ordine logico sono state scritte le seguenti cifre:
5 2 9 8 4 6 7 3 1 0
Tutto qui.
N.B. La disposizione delle cifre è univoca!
Ciao e buon divertimento.
>>> Risposte & riflessioni
Riccardo B.
Le cifre, in realta', sono ordinatissime... ma in ordine alfabetico! =)
Gianvittorio Righi
Le cifre sono disposte in ordine alfabetico.
Gianfranco Bo
Va bene, la risposta di Riccardo e di Gianvittorio è ineccepibile.
Ma io vorrei porre un problema: è l'unica risposta possibile?
64. 1 x 1 = 2
inviato da Renzo Bresciani
Dimostrare che 1 x 1 = 2.
Piccolo aiuto (o complicazione): Con lo stesso metodo si può dimostrare che
1 x 1 = n
e anche
n x 1 = n x m (con m > 1)
>>> Risposte & riflessioni
Renzo Bresciani
Se siamo in due e abbiamo 1 oggetto ciascuno (esempio un telefono) ne abbiamo
"uno ciascuno" che, almeno in Toscana si dice anche, e molto più
frequentemente, "uno per uno". Ma i telefoni in tutto sono due perciò
1 (telefono) x 1 (ciascuno) = 2 (telefoni).
Analogamente se siamo n persone 1 x 1 = n telefoni e se abbiamo più oggetti (ad
esempio 3 penne) 3 x 1 = 3 x n (penne).
Gianfranco Bo
Anch'io ho provato a farne una dimostrazione: eccola.
Partiamo dalla definizione di logaritmo:
logab = c
c è l'esponente da dare ad a per ottenere b.
Quindi log11 = 1
1*1 = 1 = log1(1) = log1(1*1)
= log1(1) + log1(1)
= 1 + 1 = 2
63. Una sequenza di numeri
di Gianvittorio Righi
1234
357
128
310
14
? ? ? ?
Che numero va scritto al posto di ? ? ? ? e perchè?
>>> Risposte &
riflessioni
Riccardo B.
Il trucco dovrebbe essere sommare le cifre del numero della riga
precedente a coppie e scrivere i risultati di seguito, una volta dal primo
all'ultimo e poi al contrario:
1+2=3 2+3=5 3+4=7 => 3-5-7
3+5=8 5+7=12 => 12-8
1+2=3 2+8=10 => 3-10
3+1=4 1+0=1 => 1-4
Quindi l'ultimo numero è 1+4=5
Gianvittorio Righi
La soluzione di Riccardo B. alla mia sequenza di numeri e' corretta ma
chiedo a lui a tutti ed anche a te Gianfranco, ce ne sono altre ?
La sfida e' aperta !
62. Il cieco e le due lampadine
di Gianfranco Bo
Mentre tentavo di risolvere il problema Una
lampadina e 8 interruttori di Giorgio Dendi mi è venuto in mente il
problema seguente.
Non c'è trucco, non c'è inganno.
In una stanza chiusa ci sono due lampadine a filamento.
Fuori della stanza, vicino alla porta ci sono 13 interruttori.
Tutti gli interruttori sono inizialmente aperti (= lampadine spente).
Due interruttori accendono e spengono rispettivamente le due lampadine. Gli
altri 11 interruttori non servono a niente.
Un cieco deve scoprire quali interruttori accendono le lampadine. Non solo, ma
chiamata A la prima lampadina e B la seconda lampadina, egli deve individuare
quale interruttore accende la A e quale accende la B.
Sugli interruttori non è riportato alcun simbolo che può far capire al tatto
se sono aperti o chiusi.
Il cieco può entrare nella stanza PRIMA di manovrare gli interruttori.
Una volta uscito dalla stanza dovrà chiudere la porta e risolvere il problema
senza più rientravi.
Per risolvere il problema potrà soltanto manovrare gli interruttori
accendendoli e spegnendoli a piacere quante volte vuole.
Il problema sarebbe finito qui ma posso aggiungere alcune
varianti e/o precisazioni.
Il cieco può fare un sopralluogo nella stanza, accompagato da un amico, e può
fare alcune semplicissime "manipolazioni" sulle lampadine PRIMA di
manovrare gli interruttori.
Il cieco può adoperare soltanto gli oggetti che trova nella stanza, che sono:
una vecchia fisarmonica
un accendino
due palline da ping-pong
Se non sapete come utilizzare la fisarmonica potete sostituirla con una candela.
>>> Risposte & riflessioni
Gianvittorio Righi
Forse, dico forse, la soluzione potrebbe essere che con l'accendino
sciolgo la cera della candela e attacco con la cera le palline da ping pong alle
rispettive lampadine.
Quando accende le lampadine esse si scaldano, sciolgono la cera, fanno cadere le
palline e il cieco sentendo il rumore si accorge dell'interrutore giusto.
N.d.R. Direi che Gianvittorio è sulla buona strada.
Però...
Come può fare il cieco a scoprire QUALE interruttore accende QUALE lampadina?
Inoltre resta il mistero della fisarmonica...
61. La carrucola
inviato da Lorenzo Navari
Una carrucola è appesa ad un trave.
Ad un capo di una corda passante su di essa è legato un sacco da un quintale.
All'altro capo della corda un uomo di 80 kg cerca di sollevare il sacco.
Ovviamente non ce la fa ma riesce solo a sollevare se stesso.
Quando si trova appeso alla corda, con i piedi staccati da terra quanto è il
peso che grava sul trave che sorregge la carrucola ?
Perché ?
>>> Risposte & riflessioni
Riccardo B.
Sulla carrucola agiscono tre forze parallele:
- una, verso il basso, è data dal ramo di corda teso dall'uomo;
- la seconda, sempre verso il basso, e' data dal ramo di corda teso dal
sacco;
- la terza, verso l'alto, è data dal gancio che regge la carrucola alla trave.
Affinché la carrucola non giri, le due forze dirette verso il basso devono
essere uguali, e ciascuna sarà quindi di 80kg.
La forza verso l'alto, che è quella sopportata dalla trave, deve equilibrare le
altre due (altrimenti la carrucola si sposterebbe verticalmente), quindi è di
160 kg.
I 20 kg che sembrano mancare sono dati dal pavimento che "sorregge" i
20 kg che la corda non riesce a "sollevare".
Ivan D.
La risposta del problema della carrucola è 160 kg.
Perchè la trave in quel momento sta sostenendo sia l'uomo che i chili del sacco
che egli riesce a sollevare, cioè 80 kg, perchè 20 kg restano appoggiati a
terra.
60. La scacchiera senza angoli
inviato da Renzo Bresciani
Questo problema lo propose un mio professore all'università ma,
per la famosa legge sulla privacy, non voglio citarlo. L'università comunque è
quella di Pisa e il corso di laurea scienze dell'informazione. Correva l'anno
1983...
Prendiamo una normale scacchiera 8x8 per il gioco degli scacchi
e da essa togliamo due angoli opposti
Dopo questa operazione rimarranno 62 caselle. Prendiamo anche 31 pedine del domino grandi come due caselle della scacchiera
E' possibile ricoprire tutte le 62 caselle rimanenti della scacchiera con le 31 pedine del domino senza romperne alcuna?
Se sì, come? Se no, perchè?
>>> Risposte & riflessioni
Gianfranco Bo
David Singmaster segnala che Pál Révész nel 1969 attribuì questo
problema a John von Neumann.
Il problema fu pubblicato per la prima volta da Max Black nel
1946. Egli tuttavia riporta semplicemente il problema senza dichiarare di
esserne l'autore.
Esiste una soluzione data da Martin Gardner (credo) e basata su
una colorazione della scacchiera e delle pedine del domino con due colori.
Praticamente consiste in questo:
Supponiamo di colorare le caselle della scacchiera come nel gioco degli scacchi.
Le due caselle tolte risultano essere dello stesso colore. Per cui la scacchiera
senza due angoli è formata, ad esempio da 32 caselle bianche e 30 nere.
Supponiamo di colorare le caselle del domino una bianca e una nera.
Aggiungendo pezzi di domino si copriranno sempre un numero unguale di caselle
biance e di caselle nere, perciò non si potrà mai giungere a fare 30 a 32.
Questa dimostrazione a prima vista mi convince ma se mi concentro su di essa, la
convinzione viene meno e non so perché.
Paolo Hägler
La dimostrazione citata è corretta... in effetti è necessario che il
numero di caselle nere sia uguale a quello di caselle bianche, MA questa
condizione non è sufficiente!
In effetti consideriamo la scacchiera qui sotto
Togliamo 31 caselle bianche e 31 nere (lasciamo la A8 e la D8. Sono una casella
bianca ed una nera, ma nessun pezzo di domino le copre.
Si potrebbe pensare che sia dovuto al fatto che ciò che resta della scacchiera
non sia connesso... ma non è così!
Togliamo dalla scacchiera le 3 caselle bianche A8, A6 e C8; e tre caselle nere
quasi a caso (lasciando sia la B8 che la A7), ad esempio A1, C1 ed E1.
Abbiamo la seguente figura.
Questa "scacchiera" ha 29 case nere e 29 bianche, ma non si può
ricoprire con pezzi del domino, in effetti per coprire B8 è necessario che lo
stesso pezzo di domino ricopra anche B7, e lo stesso vale per ricoprire A7!
N.d.R. Paolo ci invia una dimostrazione di impossibilità
del problema, basata sulla Ricerca Operativa.
Per chi non conosce questa disciplina, come il sottoscritto, è una buona
occasione per mettersi a studiare, o per trovare un'altra soluzione...
Paolo Hägler
Ecco la risposta al numero 60, se la spiegazione è troppo difficile
non è colpa mia... è che richiede alcune conoscenze di Ricerca Operativa.
Il gioco numero 60 è impossibile!
Consideriamo il grafo G=(V,E) composto di 62 vertici, uno per casa della
scacchiera rimasta libera, ed i lati tali che due case contigue della scacchiera
abbiano i rispettivi vertici uniti dal lato.
Porre sulla scacchiera (senza angoli) dei pezzi di domino senza sovrapporli
equivale a trovare un accoppiamento nel grafo G, e ricoprire interamente la
scacchiera (senza angoli) equivale a cercare un accoppiamento perfetto.
Ora dimostriamo che non esiste alcun accoppiamento perfetto.
Per questo utilizziamo il terorema di Tutte (la quale dimostrazione è assai
complicata, e richiede 3-4 pagine scritte, nonché conoscenze sugli
accoppiamenti): "G ammette un accoppiamento perfetto se e solo se I(S)
<= |S| per ogni ScV, dove I(S) è il numero di componenti connessi dispari di
V\S.
Nel nostro caso prendiamo S l'insieme di cardinalità 30 composto da tutte le
case della scachiera dello stesso colore delle due tolte. |S|=30 come detto e
I(S)=32 (le altre 32 caselle). Pertanto non esiste un accoppiamento perfetto.
Lorenzo Navari
Azzardo questa pensata.
Le 62 celle vuote da riempire sono di numero pari finito descrivibili
come una possibile serie aritmetica composta da 31 numeri pari e 31 numeri
dispari.
Normalizzando la matrice con coppie di 0-1 tutte uguali utilizzando una funzione
del tipo RESTO_di_(x+y)/2 dove x è la coordinata riga ed y è la coordinata
colonna di ciascuna cella.
Vedremo una matrice riempita a scacchiera di 0 e di 1.
Secondo quanto asserito, dovrebbero esserci 31 celle con il numero 0 e 31 con il
numero 1 ed invece abbiamo uno scompenso a favore dei numeri 1 che sono 32
contro 30 numeri 0.
Ciò dimostra che non è possibile riempire la matrice mantenendo intatte le
coppie.
Invertendo per riprova tutti gli 0-1 con 1-0 usando una funzione normalizzante
del tipo RESTO_di_((x+y)+1)/2 si avrà ancora un esubero questa volta di due
zeri rispetto agli 1.
O no?
59. Dieci mucchietti di palline
inviato da Graziano Crema
Ci sono 10 mucchietti di palline, tutti uguali per forma, colore e
dimensione.
Ogni pallina, di ogni mucchietto pesa esattamente 10 (unità, grammi o
quant'altro) tranne che per un mucchietto le cui palline pesano 0,5 (sempre la
medesima unità di misura).
Quindi vi sono 9 mucchietti che pesano 100 ed un mucchietto che pesa 5.
Come fare a stabilire in quale mucchietto si trovano le palline più leggere, potendo effettuare una sola pesata su una bilancia che ci dà il peso in grammi e decigrammi?
>>> Risposte & riflessioni
Prendo 1 pallina dal primo mucchietto, 2 dal secondo, 3 dal
terzo e così via, le peso tutte insieme (55 palline). La cifra delle unità e
la prima cifra dopo la virgola, consentono di sapere qual'è il mucchietto
"incriminato".
Ad esempio, supponendo che il mucchietto leggero sia il 5°, il peso totale
sarà 502.5, le ultime 2 cifre - 2.5 appunto - divise per 0.5 mi diranno il
numero del mucchietto leggero.
58. Una gita in montagna
inviato da Paolo Delise
Mio cognato è un buon camminatore. È capace di
fare gite lunghissime camminando sempre con quel suo passo svelto ed
instancabile.
Nei tratti piani farà 8 chilometri all'ora ed è facile stargli dietro, ma
anche su una salita ripida, come quella di ieri, manteneva una media di 6 km/h.
In discesa, poi allunga il passo e ne fa 12 senza stancarsi mai.
Ieri è partito alle tre del pomeriggio ha fatto un bel tratto piano, poi è
salito su un monte, ne è ridisceso ed è ritornato a casa alle 9 di sera senza
fermarsi.
Quanti chilometri era lunga la gita di mio cognato?
A che ora era sulla cima del monte (mezz'ora più o meno)?
>>> Risposte & riflessioni
Paolo Delise
Supponiamo che la salita fosse di 6 km. Avrebbe impiegato un'ora a
salire e mezz'ora a scendere. Quindi nel tratto in salita/discesa avrebbe
percorso 12 km in un'ora e mezza. La sua velocità media, quindi sarebbe stata
di 8 km/h, come sul piano. Pertanto lui ha camminato sempre ad una velocità
media di 8km/h.
Partito alle tre e tornato alle nove di sera, ha camminato per 48 km. Se il
tratto fosse stato tutto diritto, si sarebbe trovato a tornare indietro dopo 3
ore. Se il tratto fosse stato tutto in salita si sarebbe trovato a tornare
indietro dopo 4 ore.
Pertanto, se diciamo che dopo 3 ore e mezza era sulla cima, abbiamo risposto
correttamente.
Per gli amanti della statistica ed i cultori di Chisini e della sua splendida
definizione di media, la velocità media nel tratto in salita e discesa si
calcola con la media armonica, se vogliamo che la velocità media conservi i
tempi di percorrenza.
Lorenzo Navari
Siccome anche io vado in montagna, queste storie le conosco bene.
Vanno tutti fortissimo, ma solo pochi partecipano al Km verticale in Val di
Fiemme. Il vincitore ci impiega circa 30 minuti.
Invece il nostro camminatore, per 2 km in piano, uno avanti ed uno indietro,
impiega 2/8 di ora (2*60/8=15) ovvero 15 minuti.
In salita per fare 1 Km impiega 1/6 di ora (60/6=10) ovvero 10 minuti.
Tornando indietro dalla stessa strada, ma a velocità doppia, impiega 1/12 di
ora (60/12=5) (oppure 1/2 di 10 minuti) ovvero 5 minuti.
Quindi facendo 2 Km, dico di montagna, impiega un totale 15 minuti, come in
pianura.
Dunque viaggia a 8 Km l'ora sempre.
Fatte queste premesse, ieri in 6 ore dovrebbe aver percorso 48 Km circa.
Dicendo che ha fatto un bel tratto piano, mi viene il dubbio che il nostro
camminatore abbia camminato sempre e solo in piano.
Allora potrebbe aver raggiunto il punto di ritorno e non la cima, dopo 24 Km e
quindi in 3 ore.
Supponendo che abbia salito una montagna.
Posso dire che ogni due Km in meno di strada piana (un km in andata ed uno
in ritorno) ci sono due km in più di strada di montagna. Quantificabili in 7,5
minuti in meno di piano e 10 minuti in più di salita, quindi 2,5 minuti in più
per raggiongere il punto di ritorno.
Fino ad un massimo di 24 km in salita percorribili in 10*24=240 minuti ovvero 4
ore di salita e 5*24=120 minuti ovvero 2 ore di discesa senza alcun Km in piano.
57. Quanto si risparmia?
inviato da Enigma
Recentemente una nota azienda di telefonia
cellulare ha lanciato questa offerta: acquistando una ricarica da L.50.000, e
consumandola (entro un limitato periodo di tempo, ma ciò è ininfluente nel
quesito) si avrà diritto gratuitamente ad una ricarica aggiuntiva di L.25.000.
La domanda è: quanto risparmia il consumatore?
Un mio amico ha concluso: bene, in questo modo ho un risparmio del 50%! Infatti
l'omaggio equivale a metà della spesa.
Suo zio, però, gli ha fatto notare che le cose stanno diversamente. La
valutazione del risparmio va fatta nel seguente modo: il credito totale di
L 75.000 (le 50.000 iniziali più le 25.000 omaggio) è stato pagato solo
L.50.000, con un risparmio quindi del 25.000/75.000 = 33% e non del 50%!
Chi ha ragione? Il mio amico, suo zio, o la risposta è un'altra ancora?
>>> Risposte & riflessioni
Gianvittorio Righi
Quota da usufruire: L 75.000, quota pagata: L 50.000, quindi risparmio totale
33%.
Sarebbe un risparmio del 50% se pagassi L 25.000 per una ricarica da L 50.000.
Quindi ha ragione lo zio.
Lorenzo Navari
N.d.R. La risposta di Lorenzo è più filosofica
che matematica, comunque la riportiamo per la sua simpatia e per l'insegnamento
che se ne può trarre.
Secondo il mio parere 'quello che si spende non si risparmia' dato che il
risparmio per essere tale dovrebbe rimanere nelle tasche del risparmiatore.
La dimostrazione pratica stà nell'impossibilità di andare a fare una bevuta
con gli amici pagando con i soldi risparmiati.
Purtroppo fare calcoli in questo caso è impossibile dato che si acquista un
ipotesi di consumo che potrebbe essere immediato o futuro.
Ricordando il detto 'meglio un uovo oggi che una gallina domani' bisogna anche
considerare che nel frattempo, ovvero tra l'acquisto ed il consumo, potrebbero
cambiare le tariffe o fallire i venditori o morire gli acquirenti o comunque
perdersi i titoli di acquisto.
E allora ?
Giorgio Dendi
Secondo me il problema è ancora "peggiore" di quanto notato
da Lorenzo Navari, in quanto mi sembra che queste promozioni abbiano una durata
limitata, per cui per avere diritto alle 25.000 lire di bonus bisogna terminare
le 50.000 entro il termine fissato dall'azienda telefonica. In questo caso
l'utente è spinto a spendere e a telefonare un po' di più se si trova vicino
alla fine del mese e gli manca poco per avere il bonus, così come qualcuno può
essere invogliato a comperare un prodotto che non gli serve in quel momento per
avere dei bollini che gli danno un certo premio. Ogni caso è diverso dagli
altri, per cui ritengo impossibile sapere quanto risparmia ogni singolo utente.
Penso che poi psicologicamente qualcuno sia portato a parlare un po' di più
("tanto c'è la ricarica, mi costa molto meno") e così alla fine del
mese ha speso la stessa cifra che avrebbe speso se non avesse avuto la
ricarica, se non di più. Allora quanto ha risparmiato? Ci sono molti esempi
simili, ad esempio si possono fare dei lavori di ristrutturazione edilizia che
permettono di scalare sulla prossima dichiarazione dei redditi il 36% (una volta
era il 41%) della spesa. Ammettiamo che questa "promozione" stia per
scadere: quanto risparmio se faccio dei lavori che altrimenti farei il prossimo
anno? Bisogna calcolare che tiro fuori i soldi un anno prima (e qui si deve
guardare quanto ricevo di interessi sul mio conto bancario), e soprattutto
bisogna immaginare se il Governo il prossimo anno avrà intenzione di riproporre
la legge o no, e se sì, con quale percentuale... Missione impossibile!
56. Tre matematici prigionieri
inviato da Paolo Hägler
N.d.R. Questo problema sembra una
interessante variazione sul tema dei saggi e dei cappelli colorati, ma in questo
caso nessuno dei tre può basarsi sulle affermazioni degli altri due. Però,
come diceva un saggio: "Anche il silenzio è carico di significato."
Tre matematici, durante un'esplorazione in Amazzonia, vengono
catturati da una tribù di cannibali. Questi cannibali hanno una strana passione
per la matematica, ed offrono ai tre prigionieri la possibilità di salvarsi.
Nel loro campo hanno 5 pali (3 bianchi e due rossi), ed ai primi 3 vengono
legati i prigionieri, in modo che ognuno vede il colore dei pali che sono
davanti al suo, ma non il suo né quelli dietro.
Il capo della tribù dei cannibali dice loro che se uno di loro tre indovina
entro mezz'ora il colore del proprio palo, verranno tutti liberati.
Passano dieci minuti e nessuno risponde, ne passano altri dieci e nessuno
risponde, ma allo scadere della mezz'ora uno dei tre indovina il colore del
proprio palo.
Quale dei tre ha indovinato il colore del proprio palo?
Di che colore è il palo?
Come ha fatto?
>>> Risposte & riflessioni
Lorenzo Navari
Evidentemente i prigionieri sanno che i pali sono 5 ed anche come sono
colorati, altrimenti non potrebbero giocare.
Nel problema non si dice come sono voltati ma si dice che sono legati sui primi
tre pali.
Affronto il caso in cui i prigionieri sono voltati con le spalle rivolte verso
l'ultimo palo, in modo che il primo prigioniero non vede nessun palo davanti a
se, mentre il secondo vede solo il palo del primo prigioniero ed il terzo,
posizionato in mezzo alla fila, vede solo i pali dei primi due.
Il terzo prigioniero, quello che vede due pali davanti a se, potrebbe dire:
<<Il mio palo è bianco>> e lo direbbe SUBITO se vedesse davanti a
se due pali rossi.
Il fatto che taccia, da subito, fa capire agli altri due prigionieri che NON
SONO ROSSI I PRIMI DUE PALI.
D'altra parte quando il secondo prigioniero capisce che i primi due pali non
sono entrambi rossi, se vedesse che è rosso il palo del primo prigioniero
davanti a lui allora potrebbe gridare: <<il mio palo è bianco>>.
Non avendolo fatto mai, all'ultimo minuto è il primo prigioniero che
salva tutti gridando: <<Il mio palo è bianco>>.
Così i cannibali imparano che per mangiare bisogna fare degli indovinelli
più difficili oppure trovare dei prigionieri più duri (di testa).
Massimiliano Bez
1) Se i primi due fossero rossi, il terzo, vedendoli, indovinerebbe il
suo colore dopo dieci minuti.
2) Se il primo fosse rosso e il secondo bianco, il terzo non potrebbe indovinare
il suo dopo dieci minuti, ma il secondo, per l'indecisione del primo,
indovinerebbe il suo dopo venti minuti.
3) Se il primo fosse bianco, il terzo non potrebbe indovinare dopo dieci minuti
(infatti vede BB oppure BR), il secondo dopo il silenzio del primo e vedendo il
bianco davanti a lui non potrebbe comunque rispondere dopo venti minuti, quindi
il terzo, che sa che non si sono verificate nè la 1) nè la 2), risponde dopo
trenta minuti che il suo palo è bianco.
55. Sequenza di numeri
inviato da Gianvittorio Righi
1) 1234
2) 5678
3) 6802
4) 1470
5) 7272
6) 8642
7) 5814
8) ????
Ti dico che le posizioni 1 e 2 sono inserite a caso mentre le altre hanno una logica.
Qual e? Dài è facilissimo!
>>> Risposte & riflessioni
Riccardo Brigo
Riguardo la sequenza di numeri di Gianvittorio Righi, dalla terza riga
in poi ogni cifra e' la cifra delle unita' della somma delle due cifre
soprastanti.
Gabriele Brosulo
La soluzione della sequenza di numeri, di Gianvittorio Righi, di aprile
2001 è sicuramente 3456, basta sommare le 2 cifre sovrastanti, senza tenere
conto del riporto.
Massimiliano Bez
Il numero è: 3456.
Si ottiene sommando i due numeri precedenti annullando le cifre da riportare.
54. Perché m?
inviato da Paolo Delise
Sono ventisei anni che insegno matematica. Ventisei
anni più quattro di università, tre di liceo e due di borsa di studio,
trentacinque anni insomma che scrivo
Dove q, insegno, sta per quota.
Ed m?
Perché m e non p (pendenza) s (slope) c (coefficiente) o qualsiasi altra cosa che possa fare contenti i tedeschi o i francesi?
Spiego sempre ai miei alunni che questo è uno dei grandi misteri irrisolti della matematica.
>>> Risposte & riflessioni
Lorenzo Navari
m perchè è il moltiplicatore che contenta anche la lingua
internazionale
m = multiplier (number by which a number is multiplied)
m = montante (mount)
53. La V.A.M.P.
(Vasca Archimedea per il Moto Perpetuo)
inviato da Paolo Delise
Questo problema apparve nel 1967 o 68 (credo) sulla
rivista Panorama che all'epoca teneva una rubrica di problemi logica/matematici.
In una vasca rettangolare viene incernierato, in modo da
essere libero di ruotare un cilindro di alluminio con le due basi perfettamente
combacianti con le pareti della vasca.
Assieme a due fasce elastiche poste una sotto ed una sopra al cilindro stesso,
esso divide la vasca in due semivasche.
Nella vasca di sinistra viene versato del mercurio. In esso l'alluminio
galleggia.
Nella vasca di destra viene versata dell'acqua nella quale l'alluminio va a
fondo. Si crea allora una coppia di forze in conseguenza delle quali il cilindro
gira.
Con un asse opportuno possiamo portare il movimento all'esterno della vasca e
realizzare un motore che produce lavoro con consumo di energia 0.
>>> Risposte & riflessioni
La risposta del mancato funzionamento sta nel
fatto che si crea, in realtà, una componente che passa per l'asse di rotazione
e non una coppia, ma quanto mi dispiace che non sia vero!
52. I cappotti
inviato da Paolo Delise
Dovevo preparare un compito di recupero sul calcolo
combinatorio. Dovevo farlo in fretta, e mi è passato per la testa il seguente
problema:
In quanti modi 3 persone che hanno depositato i cappotti in un guardaroba, li possono prendere in modo che nessuno abbia il proprio?
Mi pareva un problema semplice che doveva avere una formula con qualche fattoriale da qualche parte.
Sono stato fortunato: con tre cappotti il problema era facilmente risolubile per esplorazione completa di tutti i casi.
Un mio collega, indipendentemente da me, propose il problema con 5 e fece la figuraccia.
Qual è la sua soluzione generale?
>>> Risposte & riflessioni
Paolo Delise
Col collega, durante un'ora buca, nella quale il Capo non ci aveva assegnato la
solita supplenza, ci siamo dedicati a risolvere il problema. Abbiamo trovato una
formula ricorsiva, che se non ricordo male, era:
dove M(k) è il numero di modi per k elementi. Poiché M(1)=0 ed M(2)=1 il problema è risolto.
Ma esiste una formula non ricorsiva fatta di sani fattoriali e coefficienti binomiali e non usi la ricorsione, tradendo la formazione informatica di chi scrive (e dell'altro collega)?
Pietro Vitelli
La formula generale valida per n cappotti è:
(n-1)! + (n-2)! + (n-3)! + ...... + 2! + 1!
Prima di iniziare la dimostrazione della formula in fattoriali, sono necessarie
alcune definizioni:
- Si definiscono permutazioni di n oggetti, tutti i possibili modi di
ordinare gli n oggetti;
- il numero di permutazioni possibili con n oggetti è: n!
(Vedere elementi di ricerca operativa)
Detto ciò, partiamo da un caso particolare, cioé 4 cappotti e 4 persone;
indichiamo i 4 cappotti con a, b, c, d e le 4 persone con A, B, C, D;
logicamente:
- a è il cappotto di A
- b è il cappotto di B
- c è il cappotto di C
- d è il cappotto di D
Osserviamo la seguente tabella:
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | |
A | a | a | a | a | a | a | b | b | b | b | b | b | c | c | c | c | c | c | d | d | d | d | d | d |
B | b | b | c | c | d | d | a | a | c | c | d | d | b | b | a | a | d | d | b | b | c | c | a | a |
C | c | d | b | d | c | b | c | d | a | d | a | c | a | d | b | d | a | b | c | a | a | b | b | c |
D | d | c | d | b | b | c | d | c | d | a | c | a | d | a | d | b | b | a | a | c | b | a | c | b |
Tale tabella indica tutti i possibili modi (24) di prendere i cappotti.
In ogni modo (permutazione) ciascuna persona prende il cappotto che si trova
nella sua riga.
(Es. nella 1° permutazione A prende il cappotto a, B prende il
cappotto b, C prende il cappotto c, D prende il capppotto d).
Sappiamo che c'è una condizione da rispettare e cioè che nessuna persona può
prendere il proprio cappotto; per cui si capisce che da tutti i possibili modi
(permutazioni) di prendere i cappotti si devono togliere le permutazioni che non
soddisfano la condizione, ovvero le permutazioni nelle quali c'è almeno una
persona che prende il proprio cappotto.
Nel caso dei 4 cappotti, tutti i possibili modi in cui le 4 persone possono
prendere i cappotti sono 24.
In generale, con n cappotti, il numero di tutti i possibili modi con
cui n persone possono prendere i cappotti ci è dato dal numero di
permutazioni di n oggetti: Pn = n! (per questo con 4 cappotti:
4!=4*3*2*1=24).
A questo punto si tratta di vedere qual'è il numero di permutazioni da togliere
da n!.
Notiamo che il numero di permutazioni caratterizzato dal fatto che una persona
prenda il proprio cappotto, nel caso di 4 cappotti, è 6; infatti 6 è il numero
totale di permutazioni ottenibili quando A prende il proprio cappotto (vedere
permutazioni 1, 2, 3, 4, 5, 6 della tabella), 6 è il numero di permutazioni
ottenibili quando B prende il proprio cappotto (permutazioni 1, 2, 13, 14, 19,
20 della tabella), 6 è il numero di permutazioni ottenibili quando C prende il
proprio cappotto (permutazioni 1, 5, 7, 12, 19, 24 della tabella), 6 è il
numero di permutazioni ottenibili quando D prende il proprio cappotto
(permutazioni 1, 3, 7, 9, 13, 15 della tabella).
Nel caso generale, con n cappotti, il numero totale di permutazioni
ottenibile quando una persona prende il proprio cappotto è: (n-1)!
(permutazioni di (n-1) oggetti). Per questo con 4: (4-1)!=3*2*1=6.
Quindi, per ogni persona A, B, C, D dobbiamo togliere la quantità (n-1)!
dove n è il numero dei cappotti e quindi anche delle persone; dato che le
persone sono n, si potrebbe dire, quindi, che la quantità totale di
permutazioni da togliere è n*[(n-1)!].
In realtà, la quantità da togliere non è n*[(n-1)!]; infatti, se noi
togliamo, per A, (n-1)! permutazioni, per B non dobbiamo togliere (n-1)!
permutazioni perchè alcune di queste (n-1)! permutazioni relative a B,
sono già state tolte implicitamente togliendo le (n-1)! permutazioni
per A.
In particolare, togliendo le (n-1)! permutazioni per A, togliamo
implicitamente (n-2)! permutazioni per B, (n-2)! permutazioni
per C ed (n-2)! permutazioni per D; se avevamo più persone, toglievamo
(n-2)! anche per tutte queste persone.
Quindi per A dobbiamo togliere (n-1)! permutazioni, mentre per B
dobbiamo togliere (n-1)!-(n-2)! permutazioni, dato che (n-2)!
permutazioni son già state tolte.
Per la persona C dobbiamo sempre togliere (n-1)! permutazioni; però
abbiamo detto che (n-2)! permutazioni sono già state tolte
implicitamente togliendo le (n-1)! permutazioni per A; ancora, delle
restanti (n-1)!-(n-2)! permutazioni da togliere per C, alcune sono già
state tolte implicitamente togliendo le (n-1)!-(n-2)! permutazioni per
B.
In particolare, togliendo le (n-1)!-(n-2)! permutazioni per B, togliamo
implicitamente (n-3)! permutazioni per C e (n-3)! permutazioni
per D; se avevamo più persone, toglievamo (n-3)! permutazioni anche
per tutte queste persone.
Quindi, ricapitolando, per A dobbiamo togliere (n-1)! permutazioni, per
B dobbiamo togliere (n-1)!-(n-2)! permutazioni, mentre per C dobbiamo (n-1)!-(n-2)!-(n-3)!
permutazioni dato che (n-2)! permutazioni sono già state tolte
implicitamente togliendo le (n-1)! permutazioni per A, e (n-3)!
permutazioni sono già state tolte implicitamente togliendo le (n-1)!-(n-2)!
permutazioni per B.
Per la persona D, dobbiamo togliere sempre (n-1)! permutazioni; però
abbiamo detto che (n-2)! permutazioni sono già state tolte
implicitamente togliendo le (n-1)! permutazioni per A, e (n-3)!
permutazioni sono già state tolte implicitamente togliendo le (n-1)!-(n-2)!
permutazioni per B; ancora, delle restanti (n-1)!-(n-2)!-(n-3)!
permutazioni da togliere per D, alcune sono già state tolte implicitamente
togliendo le (n-1)!-(n-2)!-(n-3)! permutazioni per C.
In particolare, togliendo le (n-1)!-(n-2)!-(n-3)! permutazioni per C,
togliamo implicitamente (n-4)! permutazioni per D; se avevamo più
persone toglievamo (n-4)! permutazioni anche per tutte queste persone.
Per cui, alla fine, nel caso di n=4 cappotti (4 persone), dobbiamo
togliere dal numero totale n! di permutazioni possibili,
- (n-1)! permutazioni per A
- (n-1)!-(n-2)! permutazioni per B
- (n-1)!-(n-2)!-(n-3)! permutazioni per C
- (n-1)!-(n-2)!-(n-3)!-(n-4)! permutazioni per D;
per cui, le formula, nel caso di 4 cappotti, è:
{n! - [(n-1)!] - [(n-1)!-(n-2)!] - [(n-1)!-(n-2)!-(n-3)!] -
[(n-1)!-(n-2)!-(n-3)!-(n-4)!]} con n=4.
Notiamo che tale formula, valida per n=4, può essere semplificata;
infatti, togliendo le parentesi otteniamo:
n! - (n-1)! - (n-1)! + (n-2)! - (n-1)! + (n-2)! + (n-3)! - (n-1)! +
(n-2)! + (n-3)! + (n-4)!
da cui, sommando i membri uguali si ha:
n! - 4*(n-1)! + 3*(n-2)! + 2*(n-3)! + 1*(n-4)!
Effettuando calcoli analoghi per 3 e per 5 cappotti si trovano le seguenti espressioni:
3: n! -
3*(n-1)! + 2*(n-2)! + 1*(n-3)!
4: n! - 4*(n-1)! + 3*(n-2)! +
2*(n-3)! + 1*(n-4)!
5: n!
- 5*(n-1)! + 4*(n-2)! + 3*(n-3)! + 2*(n-4)! + 1*(n-5)
Nel caso di 3 cappotti abbiamo il membro 3*(n-1)!,
nel caso di 4 cappotti abbiamo il membro 4*(n-1)!,
nel caso di 5 cappotti abbiamo il membro 5*(n-1)!,
quindi nel caso di n cappotti avremo il membro n*(n-1)!.
Ancora, nel caso di 3 cappotti
abbiamo il membro 2*(n-2)!,
nel caso di 4 cappotti abbiamo il membro 3*(n-2)!,
nel caso di 5 cappotti abbiamo il membro 4*(n-2)!,
quindi nel caso di n cappotti avremo il membro (n-1)*(n-2)!.
Lo stesso vale per gli altri membri.
Quindi, volendo scrivere in forma più generale, si
ha:
n! - n*(n-1)! + (n-1)*(n-2)! + (n-2)*(n-3)! + (n-3)*(n-4)!
dato che:
- n*(n-1)! = n!
- (n-1)*(n-2)! = (n-1)!
- (n-2)*(n-3)! = (n-2)!
- (n-3)*(n-4)! = (n-3)!
Si ottiene:
n! - n! + (n-1)! + (n-2)! + (n-3)!
da cui
(n-1)! + (n-2)! + (n-3)!
formula valida per n=4.
Adesso è facile ricavare la formula generale valida per n cappotti; essa è:
(n-1)! + (n-2)! + (n-3)! + ...... + 2! + 1!
Quindi nel caso di 3 cappotti:
2! + 1! = 3
nel caso di 4 cappotti:
3! + 2! + 1! = 9
nel caso di 5 cappotti:
4! + 3! + 2! + 1! = 33
......
......
nel caso di n cappotti:
(n-1)! + (n-2)! + (n-3)! + ...... + 2! + 1!
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