Buddha

buddha da Borobudur

(giapp. BUTSU) parola sanscrita usata in due significati:
1) Verità ultima o Mente assoluta;
2) Essere che ha ottenuto il risveglio o l'illuminazione nei riguardi della vera natura dell'esistenza.
Col nome Buddha si designa un individuo particolare, il cui nome era Siddharta, appartenente alla famiglia Gautama, che nacque intorno al 562 a.C. dal Re dei Sàkya, il cui piccolo regno si trovava ai piedi dell'Himalaya nell'odierno Nepal. Ben presto fu conosciuto col nome di Sakyamuni ('il saggio silenzioso', ovvero 'il saggio del clan dei Sakya'). Si tramanda che a sedici anni prese moglie ed ebbe poi un figlio che in seguito divenne suo discepolo. Profondamente colpito dai dolori e dalle sofferenze della vita umana e perplesso nei riguardi del significato della morte e della rinascita, il futuro Buddha all'età di venticinque anni non poté più sopportare la vita di agi e di lussi nella quale era stato immerso fin dalla nascita e lasciò il palazzo paterno, facendosi eremita e ricercando la verità nella solitudine delle foreste. Per un certo tempo si sottopose a severe pratiche ascetiche allo scopo di ottenere l'illuminazione. Prossimo alla morte a causa di queste austerità, comprese infine l'inutilità dell'automacerazione, l'abbandonò e finalmente ottenne l'illuminazione perfetta, diventando 'il Buddha'. Da questo momento in poi fino alla morte, avvenuta quando aveva ottant'anni, egli non soltanto istruì il gruppo di monaci che erano suoi discepoli ma percorse instancabilmente le strade dell'India predicando la dottrina, adeguando sempre la sua esposizione alle capacità degli ascoltatori. Gli uomini si sentivano spinti a seguire la sua Via verso la liberazione sia dalla sua serenità e compassione che dalla saggezza contenuta nelle sue parole. I discorsi e i dialoghi del Buddha vennero tramandati e costituiscono i sutra (o scritture) nei quali sono contenute le dottrine fondamentali del Buddismo.
La setta Zen, come tutte le altre sette buddiste, non considera il Buddha storico né come una Divinità Suprema né come un saggio che salva gli uomini assumendosi il peso dei loro peccati. Lo venera invece come un individuo pienamente risvegliato, totalmente perfetto, che ha conseguito la liberazione fisica e mentale grazie ai propri sforzi e non per grazia di un essere soprannaturale. Né il Buddismo considera Sakyamuni come il solo vero Buddha. Come in epoche cosmiche passate altri saggi hanno percorso lo stesso sentiero, raggiunto lo stesso livello di perfezione e insegnato lo stesso Dharma1, così per condurre gli uomini alla liberazione diversi Buddha si incarnano nelle varie ere cosmiche. Il Buddha storico dunque non è altro che un anello di una lunga catena di Buddha che si estende dal più remoto passato all'incommensurabile futuro.
La ben nota affermazione dei maestri zen seconda la quale fin dal principio siamo tutti dei Buddha deve invece essere intesa nel senso che ciascuno è potenzialmente un Buddha, cioè è intrinsecamente dotato dell'immacolata Natura di Buddha, e che chi aspira alla condizione di Buddha può percorrere la dura strada che porta all'illuminazione solo se riesce a comprendere questa sua innata Perfezione. Chi ha, se pure superficialmente, sperimentato la sua Natura di Buddha, ha raggiunto il primo stadio della condizione di Buddha, poiché in sostanza questa realizzazione non differisce da quella di Sakyamuni. Tuttavia, dal punto di vista del grado di illuminazione e della perfezione del carattere - cioè dal punto di vista dell'equanimità, della compassione e della saggezza - Sakyamuni Buddha supera tutti gli altri uomini. Per rendere l'idea possiamo fare un confronto tra un pittore dilettante e Rembrandt; ambedue sono pittori, ma c'è tra loro una grande differenza per quanto riguarda il livello artistico da essi raggiunto. Nei Sutra si trovano varie classificazioni dei diversi stadi della condizione di Buddha. Un Buddha dello stadio supremo non è soltanto un individuo pienamente illuminato, ma un "Perfetto, un individuo che è diventato il tutto, che è in sé completo, cioè un individuo nel quale tutte le facoltà spirituali e psichiche sono giunte alla perfezione, alla maturità, a uno stato di perfetta armonia e la cui coscienza abbraccia l'infinito universo. Un uomo siffatto non può essere più identificato con le limitazioni della sua personalità individuale, del suo carattere e della sua esistenza come singolo; di lui a ragione si dice che non c'è nulla con cui possa essere misurato, nessuna parola con cui lo si possa descrivere".



1 DHARMA: ('dhamma' in pali; 'ho' in giapp.) termine buddista fondamentale dai molti significati, dei quali i più importanti sono: 1) 'fenomeno'. Tutti i fenomeni sono soggetti alla legge di causa ed effetto, e questa verità fondamentale costituisce il nucleo dell'insegnamento del Buddha. 2) 'Legge'. 3) Verità ultima. 4) Insegnamento del Buddha. 5) Dottrine del Buddismo.
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