A
nord di Treviso la pianura è particolarmente
secca e permeabile, mentre a sud è umida ed impermeabile;
tra le due fasce ne esiste una detta "delle risorgive".
Lungo essa le falde acquifere affiorano in superficie e diventano fiumi
e canali: nasce così il Botteniga, che poco dopo le sorgenti
di S.Pelajo, riceve le acque del Pegorile, congiuntamente a quelle
del torrente Giavera, nato ai piedi del Montello. Dopo poche centinaia
di metri al Botteniga si unisce il canale Piavesella che trasporta acque
del Piave, captate a Nervesa della Battaglia.
Nel percorso fuori città, il Botteniga attraversa un paesaggio (territorio)
di campagna organizzato a colture pregiate e irrigato artificialmente.
All'altezza
dei Bastioni, a nord delle mura di Treviso, questa massa d'acqua, grazie
ad una notevole
opera d'ingegneria idraulica (storicamente determinante per la difesa di
Treviso) ideata dall'architetto Giovanni Da Verona detto Fra' Giocondo, si suddivide
a ventaglio in vari rami che sfociano tutti nel Sile, a sud, dopo l'attraversamento
del nucleo urbano. Queste opere
idrauliche dividono il Botteniga nei tre "Cagnani": Cagnano della
Roggia o Siletto a ovest; Cagnano di mezzo o dei Buranelli in centro;
Cagnano
grande o della Pescheria a est.
Esistono anche due ulteriori canali, il Cantarane e delle Convertite (detti
Cagnani minori), rami d'acqua profondamente stravolti e attualmente quasi
completamente coperti. Cinque canali in tutto, che diventano sette, con
le due fosse esterne delle mura costruite dagli idraulici veneziani. Non
è un caso se la città di Treviso ha avuto le sue origini nel luogo di
confluenza del Botteniga col Sile: il fiume in quel luogo diventa navigabile
ed ha rappresentato per la città un tratto d'unione con il mar Adriatico
e una via commerciale sicura, soprattutto in momenti storici in cui le
vie di comunicazione scarseggiavano o erano del tutto assenti.
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