TRENTA GIORNI
(Thirty days)
 

Episodio #102

Soggetto: Scott Miller
Sceneggiatura: Kenneth Biller
Regia: Winrich Kolbe

- Data stellare 52179.4 -
Tom Paris, degradato e rinchiuso in una cella per trenta giorni, decide di scrivere una lettera al severo padre per ripensare a come sia finito in quella situazione. La Voyager aveva trovato uno strano pianeta composto interamente d'acqua e mantenuto insieme da un potente campo di contenimento interno: i Moneani - abitanti del mondo subacqueo da alcuni secoli - informano l'equipaggio che, però, proprio il campo di contenimento sta cominciando a cedere e così, vista l'impossibilità delle navi moneane di raggiungere il centro dell'oceano dal quale ha origine il campo, Paris si rende disponibile per andarci con il Delta Flyer. Kim, Sette, il moneano Riga e lo stesso Tom partono per la missione e al centro del pianeta trovano un'antichissima struttura costruita dagli originari abitanti del pianeta: dall'analisi dei dati ottenuti risulta evidente che a disturbare il campo di contenimento creato dalla struttura sono proprio gli impianti moneani per l'estrazione dell'ossigeno e la desalinizzazione. Nonostante gli avvertimenti, però, il console moneano non pare interessato a prendere i provvedimenti necessari, causando la rabbia di Tom, rabbia amplificata anche dalla scelta di Janeway di non interferire; così Paris, con l'aiuto di Riga, decide di disobbedire agli ordini e di disabilitare egli stesso gli impianti incriminati.

Collegamenti:
Star Trek VOY -
Un amore impossibile (Alter ego)
Star Trek VOY - Repulsione (Revulsion)
 

Voto:

Commento: Davvero bellissimo il mondo subacqueo che fa da sfondo a questa buona storia vagamente ecologista che, attraverso i flashback, ci racconta di come Paris sia stato degradato a Guardiamarina; ma se la notizia non è delle migliori per il povero Tom, meglio va agli spettatori di questo episodio che, sebbene non abbia per scopo - per l'ennesima volta - un celere ritorno a casa, è molto interessante, anche grazie alla insolita ambientazione. E, a tale proposito, una citazione va proprio agli effetti speciali, in grado di ricreare in modo davvero superbo sia il mondo subacqueo che, in particolare, le interazioni delle varie astronavi con esso.