PROGETTO PATHFINDER
(Pathfinder)
 

Episodio #130

Soggetto: David Zabel
Sceneggiatura: David Zabel e Kenneth Biller
Regia:
Mike Vejar

- Data stellare n.d. -
Sulla Terra, Reginald Barclay riceve la visita di una vecchia amica: il Consigliere Deanna Troi. Barclay, infatti, si trova in un momento difficile della sua vita: membro del progetto Pathfinder - volto a trovare un modo per comunicare con la U.S.S. Voyager, nave persa nel Quadrante Delta - egli ha finito per essere ossessionato dalla riuscita della missione, tanto da spingersi oltre il progetto elaborando complesse teorie alternative. L'ultima di esse, però, sembra avere concrete possibilità di successo, grazie anche all'aiuto che ha ricavato da una ricostruzione olografica dell'equipaggio della Voyager: il suo impegno è tale da fargli passare diverse ore sul ponte ologrammi e a infrangere gli ordini del suo superiore esponendo direttamente all'Ammiraglio Paris - il padre di Tom - la sua teoria. Ma questa sua ossessione lo porta sempre più ad allontanarsi dalla realtà, tanto da essere stato escluso dal progetto. Questo è quanto egli racconta a Deanna: ma, ormai, egli non può fermarsi e ha già deciso di spingersi ancora oltre, fino all'insubordinazione.

Collegamenti:
Star Trek TNG -
Illusione o realtà? (Hollow pursuits)
Star Trek VOY - Il messaggio in bottiglia (Message in a bottle)
Star Trek TNG - Paure nascoste (Realm of fear)
 

Voto:

Commento: La sola presenza di Barclay e soprattutto di Deanna Troi basterebbero per rendere questo episodio degno di un'attenzione particolare. Ma i suoi pregi non finiscono qui, visto che a cotanti ospiti si aggiunge anche una trama davvero ottima, in particolare per quanto riguarda il lato emozionale: infatti non si può non provare un brivido quando Barclay e gli altri, per la prima volta, riescono a scambiare qualche frase con l'equipaggio della Voyager. In più, la trama mette in evidenza la profondità dell'universo di Star Trek: già, perché se è normale scrivere storie sulle vicende di una nave persa nello spazio, solo una saga come quella creata da Roddenberry può permettersi di raccontare anche lo stato d'animo di chi è al sicuro a casa, ma con il pensiero rivolto ai propri cari; non a caso, l'intero equipaggio - quello reale - non è un fattore in questa storia e appare solo per pochi minuti nel finale. Da notare, poi, il rispetto della "continuity" nel mostrare la ricostruzione olografica dell'equipaggio fatta da Barclay in cui mancano le modifiche avvenute in corsa, come l'arrivo di Neelix e Sette, l'integrazione tra ufficiali e Maquis e il Capitano con ancora il taglio modello "Nonna Janeway". E, finalmente, la serie ha prodotto un'ottima storia senza dover ricorrere al Dottore o a Sette di Nove...