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AMBIENTAZIONE
"Le Fate Ignoranti”
è soprattutto un film di luoghi che rasenta il didascalismo più spinto.
Il primo luogo è il quartiere Ostiense a Roma,
architettonicamente inconoscibile, il Gazometro, i Mercati Generali, Porta
S. Paolo, Case Popolari e Fatiscenti, Palazzoni ad uffici anni ’70,
monumenti della Roma Industriale.
Il secondo luogo è quello
che apre il film, la Centrale Montemartini. Lì la pellicola di Ozpetek si
apre inquadrando una statua romana scelta non a caso, visto che si tratta
del giovane Antinoo, favorito del bisessuale Imperatore Adriano e
originario della Bitinia, una zona compresa nell’attuale Turchia e luogo
di origine di Ozpetek.
Il terzo luogo è la casa
di questa coppia. Una villa anni ’80 nello stile e nel “Non Luogo”
rispetto alla città (e quindi – suggerisce Ozpetek – alla vita che
scorre perché la coppia osserva dal giardino di casa scorrere nel fiume
vero, l’Aniene).
Il quarto luogo è la casa
di Stefano Accorsi, una casa “aperta” nel pieno del cuore popolare
dell’Ostiense. Questa casa è dominata dal colore e dagli oggetti,
dall’espressione artistica ed emotiva, dai sentimenti, dalle
trasgressioni e dalla socialità anche politica con il finale sul tetto
dello stabile a preparare degli striscioni per Gay Pride 2000 a Roma
(partenza proprio dal quartiere Ostiense!).
[Dario
Morgante] |
Mercati
Generali

Porta
S. Paolo

Ex
Centrale Montemartini

Vista panoramica Piramide Caio
Cestio |


Ozpetek vive a Roma da quando
aveva 17 anni e nel film riprende, nell’appartamento di Stefano Accorsi, col
luminoso terrazzo che si affaccia sul quartiere, la terrazza di casa sua luogo
in cui – dice il regista – si tengono colazioni domenicali con gente di
razza e sesso diverso. Molte scene del film si svolgono anche ai mercati
generali, un pezzo di Roma in cui si mescolano etnie, rendendo questo rione vivo
e familiare. Durante la notte, i mercati generali si animano di gente che carica
e scarica la merce dai camion ed è in quest’atmosfera che avverrà il primo
incontro fra Margherita Buy e Stefano Accorsi.
Il film è dunque un’autentica
dichiarazione d’amore per Roma e per il quartiere Ostiense, dove il regista
vive da 25 anni. La scenografia intimista di Bruno Cesari (oscar per
“L’Ultimo Imperatore” e candidato alla statuetta due anni fa per “Il
talento di Mr. Ripley”) costruisce il set principale in un’immensa terrazza
romana che racchiude otticamente i confini di un mondo ideale di anticonformismo
e libertà fisica e mentale, ed affresca stralci dei Mercati Generale e della
stazione Ostiense.
Una Roma calda e un ambiente che
tradisce l’affezione del regista che per il suo primo film totalmente
italiano, è voluto andare sul sicuro nel raccontare i luoghi, suoni e profumi
che conosce molto bene.

Nel primo decennio del secolo lungo la via Ostiense si collocano gli impianti
della Società Anglo-Romana con le officine per il gas. Tra il 1911 e il 1913 il
comune costruisce la Centrale Termoelettrica Montemartini, una volta centrale
elettrica antiguerra, poi deposito di reperti archeologici della Sovrintendenza
ai Beni Culturale del Comune di Roma, ora una via di mezzo tra quel deposito e
un moderno museo e spazio espositivo di ispirazione europea. Di fronte, dal 1922
esistono anche i Mercati Generali che oltre le normali funzioni commerciali
includono i frigoriferi, i magazzini e gli uffici annonari e bancari. La
struttura, ormai ottantenne, è destinata alla dismissione causata dal traffico
della zona in cui sorge. Questo è lo scenario de “La Fate Ignoranti”. |