BOSCO DELLE FARFALLE
Sulle
soglie del "Bosco delle farfalle" troneggia superbo un vecchio
bidone stracolmo di immondizie; reti sfondate, materassi bucati, carcasse
di lavatrici, scheletri di frigoriferi gli giacciono intorno, tragici testimoni
dell’ "avanzata" civiltà del 2000.
Provo uno strano, profondo, acuto dolore che ora è come placato dal canto, a tratti allegro e armonioso, a tratti monotono e ripetitivo degli uccelli che m’invitano a entrare nel loro regno incantato.
Accompagnato dai sussurri delle foglie che cadono e dai morbidi odori autunnali m’inoltro per uno stretto sentiero ornato da alti cespugli dalle vermiglie bacche polpose.
La vegetazione si fa sempre più
fitta e dagli alberi, ora altissimi, pendono a mo’ di festoni grosse liane
lignee che nell’ascesa verso la luce sembrano volerli sfidare. E
si attorcigliano ad essi, scivolano tra i rami, si dondolano nel vuoto,
si lanciano da un tronco all’altro per poi cadere di colpo giù…
giù… dalle vertiginose altezze raggiunte sfinite dalla fatica, punite
per la loro vanagloria.
Le dolci, impercettibili, misteriose voci del bosco e dei suoi timidi abitanti invitano l’animo a dialogare con la natura… Antico colloquio d’amore che l’uomo ha oggi stoltamente interrotto.
C. C.