Aristotele
inizia la sua carriera di filosofo criticando la teoria delle idee di Platone.
Naturalmente tale dottrina era discussa a fondo dal maestro e tra i discepoli,
però Aristotele si distingue subito per averne affermata radicalmente
l'inutilità. La teoria delle Idee, secondo Aristotele, complica inutilmente la
spiegazione della realtà: le idee sono più numerose degli individui (se
diciamo ad esempio che l'uomo è un animale razionale, troviamo in ogni
individuo già almeno tre Idee, quella di uomo, di animale, e di razionale). Se
poi si dice che gli individui sono simili all'Idea, si deve riconoscere che
questo singolo uomo e l'Idea (di Uomo in sé) non sono simili di per sé
(infatti l'individuo non possiede certo l'universalità dell'Idea, è un uomo in
particolare e non l'Uomo in sé); devono allora essere simili in virtù di un
terzo uomo che, sia simile da un lato all'Idea e dall'altro all'individuo; ma
per poter far ciò, il terzo uomo ne esige un quarto, e questo un quinto e così
via all'infinito. Insomma, il solco tra le Idee e gli individui si rivela
incolmabile. Per sanare il radicale dualismo platonico bisogna dichiarare che
reali sono proprio gli individui (ecco la trovata di Aristotele!): è nelle cose
visibili che va cercata la causa stessa della realtà, degli individui, del loro
divenire. Con l'abbandono del platonismo, Aristotele si dedica ad una
sistematizzazione del sapere talmente profonda che egli sarà il culmine del
pensiero greco antico. Non solo: le sue idee influenzeranno il mondo occidentale
per molti secoli per cui non c'è branca del sapere che non abbia risentito
dell'impronta, diretta o indiretta di Aristotele.
Aristotele divide le scienze in tre gruppi:
le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica, la fisica e la
matematica), le quali ricercano la conoscenza disinteressata della realtà e si
occupano dell'essere necessario (Dio, mondo, numero), mentre le altre si
occuperanno dell'essere possibile (ogni altra cosa che esiste); le scienze
pratiche, che comprendono l'etica e la politica, le quali ricercano il sapere
per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana; e
infine le scienze poetiche o produttive (le arti e le tecniche), che ricercano
il sapere in vista del fare, per produrre i vari oggetti.