- Se dopo la ‘svolta’ verrà abbandonato, e a ragione, qualsiasi proposito di fare piena trasparenza, sarà perché il tema del “nascondimento” (Verborgenheit) avrà acquisito, nel frattempo, un’importanza sempre più grande. L’idea che l’essere abbia un’essenziale ‘inclinazione’ al nascondimento, o che si manifesti nascondendosi. dìventerà anzi il filo conduttore per un’interpretazione unitaria dell’intera storia della metafisica.

 

Innanzitutto, la metafisica non presterebbe attenzione “all’avvenimento più degno di essere discusso, ossia al fatto che l’essere si schiude necessariamente al nostro comprendere”.

 

-Così ci si dimentica dell’essere perché il suo concetto è ritenuto qualcosa d’ovvio e di scontato. Sicuramente l’essenza dell’essere “si è già illuminata” ma “rimane ancora non problematizzata”.

 

-La metafisica non riesce a pensare l”essenza svelante” dell’essere: essa si rappresenta sempre e soltanto l’essente e non si rende conto che ciò è possibile solo perché “già traluce l’essere”.

 

Secondo questa interpretazione, ciò che dell’essere si nasconde non è tanto la sua verità, quanto il fatto che questa verità è manifesta. Ciò che la metafisica non vede è che l’essere è manifesto e apre il nostro rapporto con l’ente. Tant’è che Heidegger, in molti passi, parla di un senso “altamente determinato” dell’essere, di così determinato da essere “quanto vi è di più unico” e di autenticamente compreso.

 

Ciò che la metafisica dimentica di pensare è la differenza tra l’essere e l’ente. L’essere non è un ente, perché è ciò che “lascia essere” l’ente. L’essere, d’altra parte, non e neanche nulla, perché, se così fosse, non solo non ci sarebbe l’ente, ma non potremmo nemmeno avere ‘notizia’ o nozione del nulla. Dell’essere stesso non possiamo dire né che è, né che non è, e tuttavia, se non ne comprendessimo il senso, non potremmo né affermare né negare nulla. La Seinsfrage è un nodo (logico?) sul quale Heidegger ha fatto inciampare il pensiero del nostro tempo, mostrando quanto concreta e determinante sia una questione così apparentemente ‘scolastica’. Che questa questione sia stata dimenticata dipende anche - così almeno talvolta lascia supporre Heidegger - da un progressivo ‘indebolimento’ che il senso dell’essere avrebbe patito nel corso della storia occidentale. Se oggi la parola ‘essere’ è un semplice flatus vocis, con un significato tanto vago quanto apparentemente superfluo, è “perché siamo caduti fuori dal suo significato e non riusciamo a ritrovarne l’accesso.

 

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