Parafrasando un pensiero di Alessandro
Manzoni, noi della redazione del Leoweb non vogliamo avere la stessa sorte
degli Italici dell’età longobardica, protagonisti nascosti
dell’Adelchi , “una moltitudine che passa sulla terra, sulla
sua terra, inosservata, senza lasciare traccia”.
Così anche quest’anno ci siamo dati da fare per lasciare
una testimonianza del nostro passaggio per i corridoi e le aule dell’I.T.I.S.,
per seminare un ricordo delle nostre parole, dei pensieri e dei gesti
nostri.
Niente di eccezionale, siamo come centinaia di migliaia di ragazzi che
frequentano le scuole superiori (abbiamo fatto la nostra brava occupazione
annuale, abbiamo partecipato ai cortei, ad attività culturali,
di interesse sociale e a manifestazioni sportive, abbiamo assistito a
spettacoli teatrali,visitato mostre e musei e fatto gite d’istruzione
e di divertimento, abbiamo più o meno studiato, disertato le aule,
abbiamo riso e ci siamo arrabbiati con i nostri professori), però
non siamo quei ragazzi, abbiamo fatto tutto quello che fanno gli altri
ma alla maniera nostra, nella nostra specifica situazione che abbiamo
provato a raccontare.
Con quanta difficoltà, però. Siamo, noi della redazione,
proprio un gruppetto. Quante volte abbiamo pensato di gettare la spugna.
Quanta fatica e difficoltà ad avere qualche articolo, è
come se non importi a nessuno, o importi a pochissimi, alunni e professori,
far sentire la voce della scuola, farla conoscere. In fondo non chiedevamo
granché.
Abbiamo vissuto tante esperienze, il terremoto, l’alluvione, l’occupazione,
esperienze di socializzazione e di ampliamento del sapere, abbiamo partecipato
a concorsi e campionati. Certamente hanno segnato le nostre menti e hanno
stimolato la nostra riflessione, ma per avere qualche articolo abbiamo
sudato le proverbiali camicie. Ma abbiamo tirato avanti lo stesso, magari
con dei cedimenti e anche con lo stimolo di qualche docente che ci ha
dato una mano e ci ha fatto riflettere che se una cosa non costa fatica,
vale meno la pena di farla, che la soddisfazione è maggiore se
ce la facciamo come Davide contro Golia.
Inoltre crediamo nel valore del dialogo e della comunicazione. E’
proprio nell’incontro-confronto delle varietà e differenze
che nasce la conoscenza e da essa la convivenza. Di questo siamo convinti.
E allora eccoci.