La Guerra del Golfo1990-91
L'invasione del Kuwait
Alla fine del conflitto con l'Iran, l'Iraq è stremato.
Saddam tenta di
risollevarsi incrementando le risorse petrolifere nazionali. Il 2 agosto 1990
invade il Kuwait, scatenando una reazione a livello internazionale che sarebbe
sfociata nella cosiddetta guerra del Golfo.
Desert Storm
Nel gennaio 1991 una coalizione di paesi guidata dagli Stati Uniti (con truppe
di Arabia Saudita, Egitto,
Siria, Gran Bretagna, Francia e Italia) attacca
Saddam e lo costringe ad abbandonare il Kuwait. Lo scontro è impari. La
coalizione, guidata dal generale statunitense Norman Schwarzkopf, dà il
via all'operazione Desert Storm (Tempesta nel deserto). Una massiccia
offensiva aerea schianta la resistenza irachena. Vengono attaccate le città di
Baghdad e Bassora e colpita l'artiglieria irachena, schierata minacciosamente al
confine tra Arabia Saudita e
Kuwait.
Saddam risponde con il lancio di missili
Scud contro Arabia Saudita e
Israele (che pur approvando l’intervento della
forza multinazionale non prese parte alle operazioni militari), nella speranza
di mobilitare l'opinione pubblica araba contro la coalizione.
A metà febbraio, di fronte all'aumento delle perdite civili e militari, l'Iraq
annuncia il ritiro dal Kuwait, a fronte di alcune condizioni di cui si fa
garante l'Unione Sovietica ma che vengono respinte dagli Stati
Uniti. La
coalizione ONU sferra quindi un attacco da terra e avanza rapidamente attraverso
l'Iraq meridionale, tagliando ogni via di ritirata alla Guardia repubblicana.
Nel giro di pochi giorni, la capitale del Kuwait è liberata. Impossibile
stabilire le perdite irachene, ma si parla di decine di migliaia di vittime
militari e civili. Le perdite nella coalizione internazionale sono limitate: il
28 febbraio, quando l'attacco è sospeso, i soldati alleati uccisi sono 149 e i
feriti 513.
La resa
Il 6 aprile l’Iraq si arrende e accetta di pagare al
Kuwait il risarcimento
dei danni, di rivelare l'ubicazione e l'entità delle proprie riserve di armi
chimiche e batteriologiche e di smantellare i propri arsenali.