Nella conoscenza concettuale e lineare valgono i principi della geometria
euclidea, del punto senza dimensioni, della linea senza spessore, della
retta come percorso più breve tra due punti.
Nella conoscenza partecipata valgono i principi che presiedono al viaggio e all'avventura, quelli fissati nell'archetipo dell'Odissea e della vita errante. Nella conoscenza partecipata non esisstono percorsi lineari, bisogna imparare a perdersi e a ritrovarsi, piuttosto che affidarsi alla geometria (Walter Benjamin: nella città dobbiamo imparare a perderci). |
![]() Emozioni e sentimenti nascono dentro le relazioni con altri uomini e così anche la conoscenza deve fare i conti con le relazioni: in origine ogni mezzo intellettuale era apprestato in vista del rapporto con altri uomini. Non basta il processo di purificazione e di appropriazione personale dei concetti, ma abbiamo bisogno che essi siano condivisi e validati nelle relazioni con gli altri. Una legge scientifica diventa tale quando é condivisa dalla comunità scientifica, ossia quando si sottopone al giudizio di una comunità universale ma astratta. Le conoscenze partecipate sono validate, legalizzate quando si confrontano con una concreta comunità di vita. Se ritorniamo alla legge nel suo significato originario di enunciazione pubblica alla comunità, diventa essenziale al processo di apprendimento l'esistenza di una comunità in cui viene agita la legge, in cui si attuano i diritti fondamentali della persona. |
![]() Il percorso qui presentato é stato definito nel corso degli ultimi tre anni all'interno di una proposta pedagogica che usava queste parole chiave: La città, i sentimenti, i diritti. |
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