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Con i bombardamenti sull'Afghanistan, all'orrore del terrorismo
si sta sommando l'orrore della guerra. Ed entrambi si alimentano
in una spirale perversa: odio che fomenta altro odio, violenza
che chiama nuova violenza, cancellando ogni possibilità
di riscatto e speranza per i popoli.
Bisogna rompere questa spirale, dissociarsi dalla guerra senza
equivoci e ambiguità, attivare quel Tribunale Internazionale
non voluto dagli Stati Uniti per perseguire il terrorismo
e prosciugarne le fonti di finanziamento, rifiutare l'uso
delle Forze Armate italiane, del territorio, dello spazio
aereo e di quello marittimo agli strumenti di guerra, lavorare
urgentemente alla risoluzione della questione palestinese,
partendo dal ritiro delle truppe israeliane dai territori
occupati.
L'Europa è di fronte a un bivio: accodarsi alla scelta
americana significa negare la sua stessa esistenza. E' necessario
opporre il diritto internazionale al terrorismo e alla guerra,
scegliere la pace per avviare una politica di cooperazione
fra il Nord e il Sud del mondo. Viceversa, alle incolpevoli
vittime sul territorio americano si aggiungeranno sempre più
altre vittime civili incolpevoli. Ma due torti non fanno una
ragione.
Per questo, in un momento così drammatico per l'umanità,
chiediamo a tutte le donne e a tutti gli uomini, di ogni cultura
e credo, di far sentire la propria voce per fermare la guerra;
ai lavoratori di pronunciarsi contro gli avvenimenti di queste
terribili ore. Ci appelliamo a tutte le Chiese perché
le religioni non diventino ragione di conflitto, ma di rispetto
e di dialogo; al movimento antiglobalizzazione perché
diventi il centro di un più ampio fronte di lotta per
la pace e contro la guerra e il terrorismo.
E' più che mai il tempo di mobilitarsi
per la costruzione di un grande movimento pacifista
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