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Piazza della Rotonda (Book 2) (Map C2) (Day 4) (View C6) (Rione Pigna) and (Rione Sant'Eustachio)

In this page:
 The plate by Giuseppe Vasi
 Today's view
 Pantheon (S. Maria della Rotonda or S. Maria ad Martyres)
 The Obelisk

The Plate (No. 25)

Piazza della Rotonda

The Pantheon is the only ancient edifice in Rome which at Vasi's time was well preserved. Its vault and its circular shape (la Rotonda) made it different from the traditional temples so it was converted into a church. Under Urbanus VIII Bernini erected the two bell towers, popularly called le orecchie (ears) d'asino (ass) (they were pulled down in the XIXth century). The view is taken from the green dot in the map below. The two small buildings around the fountain shown in the 1748 map were pulled down at the beginning of the XIXth century. In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Panteon di Agrippa o Chiesa di S. Maria della Rotonda; 2) Fontana con Obelisco di Granito di Egitto; 3) Palazzo Crescenzi. 3) is covered in another page. The dotted line in the small map delineates the borders between Rione Sant'Eustachio (left), Rione Colonna (top right quarter) and Rione Pigna (lower right quarter).

Small ViewSmall View

Vasi added to this page a small etching showing the quacks and charlatans who used to congregate in Piazza della Rotonda to sell their goods.

Quacks and Charlatans

Today

The view today

Piazza della Rotonda is usually very crowded, but on an early Sunday morning it offers a quieter view.

Pantheon

The Pantheon

The columns on the left side were rebuilt by Urbanus VIII and Alexander VII. In the much richer decoration one can see the bee of Urbanus and the mountains with the star of Alexander. The Pantheon, initially built in 27 B.C. by the Consul Agrippa, son-in-law of the Emperor Augustus, was almost completely rebuilt in 123 A.D. by the Emperor Hadrian, who maintained the old inscription celebrating Agrippa. The Pantheon was one of several buildings erected by Agrippa and restored or rebuilt by Hadrian. A part of a large basilica dedicated to Neptune is visible on the street at the back of the Pantheon: the decoration made of dolphins and shells is a clear reference to the god. Ruins of nearby baths built by Agrippa are visible in Via dell'Arco della Ciambella.
Read Lord Byron's verses dedicated to this site.


The Pope's symbols

The Obelisk

The ObeliskDetails of the Obelisk

The basin of the fountain was built by Gregorius XIII. In 1711, under Clemens XI, the architect Filippo Barigioni completed it by adding the obelisk (to see all the obelisks of Rome click here). A reminder of Bernini's Fountain of the Four Rivers is the snake you can see on the right and in the background. The dolphins and the snake were sculpted by Vincenzo Felici.

Excerpts from Giuseppe Vasi 1761 Itinerary related to this page:


Piazza della Rotonda
Dalla rotondità del celebre Panteon prese il nome questa piazza, che li fa ornamento. Gregorio XIII. vi eresse il fonte, che le sta in mezzo, e Clemente XI. vi drizzò l'obelisco con disegno di Filippo Barigioni. Si fa in questa un continuo mercato di ogni sorta di viveri, specialmente di uccellami, e cacciagioni.
Panteon, o chiesa di s. Maria ad Martyres
Questo maraviglioso tempio, secondo il sentimento comune, di sicuro non si sa da chi fosse eretto; ma da Marco Agrippa genero di Augusto li fu aggiunto il portico, e si disse Panteon, perchè era dedicato a tutti li Dei immaginati da' Gentili. Nella parte superiore, ch'è quella, che in oggi è cangiata in chiesa, erano collocate le statue delli Dei celesti, e nel basso i terrestri, stando in mezzo quella di Cibele; è nella parte di sotto, che ora è coperta dal pavimento, erano distribuite le statue delli dei penati. E' molto probabile, che questo tempio, essendo nel più basso del campo Marzio, fosse stato eretto nel sito della palude Capreja, appresso a cui fu ucciso, e nascoso Romolo, e perciò dai Romani tenuto con grande superstizione, dedicaronlo a tutti li Dei, quasi per farseli protettori nelle loro imprese, e nella loro sicurezza.
Bonifazio IV. per cancellare quelle scioccherie, e sozze superstizioni, l'an. 607. purgatolo d'ogni falsità gentilesca, consagrollo al vero Iddio in onore della ss. Vergine, e di tutti i santi Martiri; perciò fece trasportare da varj cimiteri 18. carri di ossa di ss. Martiri, e fecele collocare sotto l'altare maggiore; onde fu detto s. Maria ad Martyres; e poi da Gregorio IV. fu disteso universalmente a tutti i Santi l'anno 830. e però quivi fu posto il Volto santo ritratto del nostro Salvatore, quando da Costantinopoli fu portato in Roma; e molta terra de' luoghi santi di Gerusalemme fu collocata nella cappella di san Giuseppe. Furono concedute alla visita di questo tempio molte indulgenze, specialmente dal Pont. Paolo III. il quale graziò la detta cappella di tutte le indulgenze, che si acquistano visitando i luoghi santi di Gerusalemme, ed Alessandro VII. le accordò anche per modo di suffragio alle Anime del Purgatorio.
Molto ricco dovette essere questo tempio, mentre si legge, che non solo di fuori, ma ancora di dentro era ornato di grosse lamine di argento, delle quali restò spogliato non solo per i fulmini, come alcun crede, ma altresì da Costanzo nipote di Eraclio l'anno 636. il quale portò via anco le statue, ed altri preziosi ornamenti. Quindi per le molte rovine e desolazioni di Roma essendo rimase miserabilmente privo di ogni ornamento, anzi devastato, e ricoperto sino alla soglia e basi, con parte delle colonne del portico, tanto che si scendeva nel tempio per alcuni gradini.
Eugenio IV. ristaurò la gran volta, che minacciava rovina; ed Alessandro VII. dopo aver fatto abbassare la piazza e scoprire tutto il portico sino al suo antico piantato, come ora si vede, fece rimettere le due smisurate colonne di granito,che mancavano dalla parte verso la Minerva, servendosi di alcune, benchè non intiere, già trovate sotterra vicino la chiesa di s. Luigi de' Francesi, ed ancora fece ristaurare tutto l'interno del tempio colla direzione di Fra Giuseppe Paglia. Clemente IX. fece chiudere il detto portico con magnifiche cancellate di ferro, e Clemente XI. rinnovò la tribuna, e vi collocò la miracolosa immagine della ss. Vergine.
E ora questo tempio ornato di pitture, statue, e busti di marmo. La statua di s. Giuseppe fu fatta da Vincenzo Fiorentino, le pitture laterali sono del Cozza, il Dio Padre di Gio. Peruzzini; il transito di s. Giuseppe è di Gio: Antonio Caroti; la Presentazione, di Gio. Batista Greppi, la testa di Taddeo Zuccheri in marmo, è di Federigo suo fratello minore, e quella di Flamminio Vacca se la fece da se stesso. Sonovi ancora intorno al gran tempio le memorie di Pierin del Vaga, e di Giovanni da Udine, che rimesse in uso la maniera di dipingere le grottesche, fatte con lavoro del Mochi. Carlo Maratta per opera del Nardini vi pose ancora il busto di Annibale Caracci, e quello del celebre Raffaello da Urbino, il cui epitaffio fu composto da Monsig. della Casa, ed il distico dal Bembo del seguente tenore:
Ille hic est Raphael, timuit quo sopite vinci
Rerum magna Parens, et moriente mori.
Sono poi negli antichi tabernacoli ornati di preziose colonne varie statue di marmo, fatte da diversi sommi Pontefici in onore di quei Santi, che rappresentano, fra le quali evvi la ss. Vergine scolpita dal Lorenzetti, e nelle cappelle varj quadri. Sino al Pontificato di Urbano VIII. eranvi rimasti nel portico le travi tutte di metallo molto grosse, delle quali ne fu fatta la confessione sopra i corpi di s. Pietro e di san Paolo, e la mirabile cattedra nell'altare maggiore del Tempio Vaticano, ed ancora ne furono formati vari pezzi di artiglieria per Castel s. Angelo. Nel nicchione destro del medesimo portico era la maravigliosa urna di porfido, che ora si vede in s. Gio: Laterano nel deposito di Clem. XII. Finalmente poi è stata ripulita la volta, le colonne, e riattata la gran porta di metallo per ordine di Bened. XIV.

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