[BASE Cinque - Appunti di Matematica ricreativa]

Un indovinello di Alcuino da York

Da 8 togli 7 e ne rimangono 6
Domenica 5 febbraio 2006, alla trasmissione televisiva Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio, il professor Furio Honsell, Magnifico Rettore dell'Università di Udine, ha posto a Umberto Eco un indovinello di Alcuino da York (Ealhwine 730 ca - Tours 804).

Domanda:
"Vidi hominem octo in manem tenentem,et de octonis rapuit septem,et remanserunt sex."

Risposta:
"Pueris in scholis hoc sciunt."

Domanda:
"Vidi un uomo che ne teneva otto in mano, e da questi otto ne tolse sette, e ne rimasero sei."

Risposta:
"Questo lo sanno i bambini a scuola."

L'indovinello è tratto dal testo di Alcuino Pippini Regalis et Nobilissimi Juvenis Disputatio cum Albino Scholastico (Dialogo di Pipino e Alcuino).

Purtroppo la conversazione è stata interrotta (per motivi di tempo) sul più bello, cioè quando si stava delineando qualche ipotesi di risposta. Umberto Eco ha accennato soltanto ad un testo del venerabile Beda sul conteggio con le dita...

Il venerabile Beda (Northumbria 673 - ivi 735) inventò un alfabeto digitale basandosi sulla dactilonomia numerica, che è un metodo per rappresentare i numeri con le dita.
La figura qui sotto può aiutarci a risolvere l'enigma.

Beda - conteggio con le dita

Una domanda
Perché in questo alfabeto codificato mancano alcune lettere (J, U, Z)?

Un'altra domanda
Il metodo di Beda, descritto nella sua opera intitolata De computo vel loquela digitorum, mostra come rappresentare i numeri da 0 a 9 utilizzando soltanto tre dita (medio, anulare e mignolo) quasi come se fossero bit. A parte il fatto che ci esce anche qualche gestaccio, la domanda è: com'è possibile?


Nota storica
"Più esplicita delle precedenti è la testimonianza del patriarca san Cirillo di Alessandria (376-444) che nel Liber de computo ci dà la più antica descrizione nota del sistema in esame (cap. CXXXVIII, intitolato De Flexibus digitorum, III, 135). La descrizione trova rispondenza letterale in un passaggio di una enciclopedia spagnola del secolo VI, il Liber etimologiarum, prodotto di una gigantesca opera di compilazione voluta dal vescovo Isidoro di Siviglia (570-636), alla quale il Venerabile Beda si ispirerà nel VII secolo per elaborare il suo capitolo (intitolato De Computo velloquela digitorum) che rimarrà, fino alla fine del Medioevo, la base del calcolo digitale nell'occidente latino.

Non ultima delle molte ragioni della popolarità di questa numerazione manuale risiedette nel suo carattere segreto, per non dire misterioso: "Davvero", dice J.G. Lemoine "quale magnifico mezzo, per una spia inviata nel campo nemico a conosceme gli effettivi, per informare da lontano un generale con un semplice gesto o con un atteggiamento naturale". Il Venerabile Beda ci dà una spiegazione e un esempio di tale mezzo di comunicazione muta: "Una specie di linguaggio manuale (manualis loquela) può essere espressa col computo descritto, sia per esercitare lo spirito che per divertirsi". E dopo aver stabilito una corrispondenza fra le lettere latine e i numeri interi, aggiunge: "Per dire a un amico Caute age (Fa' attenzione) in presenza di persone indiscrete o pericolose, fategli con le dita questi gesti"

(La nota e le figure sono tratte da Georges Ifrah, Storia universale dei numeri, A. Mondadori, Milano, 1983)

Alcuino indovinello

Data creazione: febbraio 2006

Ultimo aggiornamento: giugno 2006


Risposte e riflessioni

Da 8 togli 7 e ne rimangono 6
Questa è solo un'ipotesi, osservate la figura qui sotto.
Facciamo il numero 8 con la mano destra.
Alziamo il mignolo che è il dito che serve per fare il numero 7.
Abbiamo ottenuto il numero 6.
Quindi, in senso lato, abbiamo in mano l'8, ma togliendo il 7 ci rimane il 6.


Indovinello Alcuino

Ringrazio Sergio Pellegrino per la seguente acuta soluzione. Potrebbe essere...

A proposito del quesito che riportate nell'url http://utenti.quipo.it/base5/alcuino/alcuindovinello.htm e che ho avuto modo di vedere proprio nella trasmissione da voi appunto citata, conversando a proposito con mia moglie, ella ha avuto un'illuminazione e credo sia molto vicina alla soluzione, piu' semplice di quello che si possa elucubrare…..

La risposta sta si' nelle "dita", ma non tanto nell'interpretazione articolata di alfabeti particolari o calcoli complessi, bensi' basandosi su una semplice interpretazione:

Vidi un uomo che aveva 8 dita in una mano, se ne tolgono sette e ne rimasero 6 (in quest'ultimo risultato si conteggiano anche le 5 dita dell'altra mano).

Non vi nascondo che mia moglie mi ha rivelato che nel cercare la soluzione, si e' per cosi' dire "immersa" nella mentalita' degli antichi latini.

Una domanda
Perché in questo alfabeto codificato mancano alcune lettere (J, U, Z)?

Forse perché in latino:
a) J era sostituita da I
b) U e V coincidevano
c) Z era sostituita da TI
Esempio globale: IVSTITIA (GIUSTIZIA)

Un'altra domanda
Il metodo di Beda, descritto in una sua opera intitolata De computo vel loquela digitorum, mostra come rappresentare i numeri da 0 a 9 utilizzando soltanto tre dita (medio, anulare e mignolo) quasi come se fossero bit. A parte il fatto che ci esce anche qualche gestaccio, la domanda è: com'è possibile?

Con 3 bit si possono rappresentare fino a 8 numeri, ma nella codifica di Beda, le 3 dita, se si osserva bene, hanno tre posizioni diverse e quindi potrebbero rappresentare fino a 27 numeri diversi.

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