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Seminario di S. Pietro in Vaticano (Book 9) (Map D2) (Day 8) (View D1) (Rione Borgo)

In this page:
 The plate by Giuseppe Vasi
 Today's view
 S. Stefano degli Abissini
 Sacrestia di S. Pietro
 S. Maria in Camposanto and the lost churches of S. Marta and S. Stefano degli Unni
 In the Vatican Gardens (Zecca e Forno)

The Plate (No. 166)

Seminario di S. Pietro in Vaticano

The view is taken behind the Basilica and it shows the Vatican inside the walls with some interesting buildings. The access to the Vatican Museum until the 1930s was through this street. The view is taken from the green dot in the 1748 map below. In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Palazzino del Cardinale Arciprete di S. Pietro; 2) S. Marta; 3) S. Stefano degli Abissini; 4) Zecca (mint) e Forno (bakery). The map shows also 5) Seminario di S. Pietro; 6) The site of the Sacristy of S. Pietro in 1748 (a larger building was erected towards the end of the century); 7) Fontana dell'Aquilone; 8) Fontana del Sacramento.

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Today

The view today

In 1929 Italy and the Pope signed a treaty (Conciliazione) which after 59 years closed the issues opened by the Bersaglieri (Italian light infantry) entering Porta Pia in 1870. The newly born State of the Vatican City needed a sovereign state structure and buildings, so Pius XI pulled down most of the buildings shown in the plate and built many others including a railway station.

S. Stefano degli Abissini

S. Stefano degli Abissini

The reference to the Abissini (Ethiopians) is due to the fact that the church was conveyed by Sixtus IV to Coptic monks. The church is very old but it was largely modified at the begining of the XVIIIth century: the medieval portal has a very fine frieze.

Sacrestia di S. Pietro

Sacristy

The Sacristy, a very large building, is perhaps the last addition to St. Peter's and it is clearly visible from Piazza S. Pietro. It was built under Pius VI by Cesare Marchionni and now it hosts the Treasury of St. Peter's. It was built after the view by Vasi. You can see more about the initiatives of Pius VI in my page The Wind was too Strong.

S. Maria in Camposanto

Maps

The three maps above show the area behind St. Peter's in 1748, 1883 and 2003. The first map shows in red the buildings which were pulled down (1776-84) to make room for the Sacristy (in yellow in the central map):
a) the round red area marks the of Rotonda di S. Andrea or S. Maria della Febbre a medieval church which made use of the a Roman building of the IIIrd century A.D.;
b) the red area below Rotonda di S. Andrea marks the site of S. Stefano degli Ungheresi (Hungarians, but Vasi calls it degli Unni, Huns) another very old church thought to have been founded by Stephen the first Catholic King of Hungary (969-1038);
c) the red and green area marks the site of S. Maria in Camposanto another medieval church named after the nearby cemetery (camposanto) of the Germans. The church was pulled down and rebuilt a few yards to the south to enlarge the street leading to the Sacristy.
The second map shows in red the buildings which were pulled down in the 1930s when the area was redesigned: from north to south: a) S. Marta; b) Seminario di S. Pietro; c) Palazzino del Cardinale Arciprete.

In the Vatican Gardens

Fontana del Sacramento

The Vatican Gardens are dominated by St Peter's dome, which can be seen from here in its full majesty. The gardens were designed in the early XVIIth century, when with the completion of Acqua Paola the area received an ample supply of water. Jan Van Santen (Giovanni Vasanzio in Italian) is the architect of two large fountains celebrating the glory of Paulus V. Above you can see Fontana delle Torri o del Sacramento and below Fontana dell'Aquilone. Next to Fontana del Sacramento Alexander VII erected a building to which he moved the mint (Zecca), previously in Castel Sant'Angelo. The building was used also for other purposes (Forno=bakery) and it was largely modified in 1776 by Pius VI.

Fontana dell'Aquilone


The jewel of the gardens is Casino di Pio IV a fine mannerist suburban villa by Pirro Ligorio. The gardens have also some memories of the period after 1870, when they were regarded as the only non-occupied (by the Italians) part of the Papal State. Leo XIII maintained some practices of the Papal State in the tiny area left under his rule, such as the formal departure of the pope for the summer vacation. Traditionally the pope went to Castelgandolfo, but as Leo XIII did not want to move out of the Vatican and thus recognize the Italian occupation of Rome, he built a little villa on the top of the hill and he used to move there (approximately a distance of 500 yards from the papal apartments) with the all the pomp of the past. Below a relief of a monument built to celebrate Pius IX and Leo XIII and a very large statue of St Peter erected by Pius IX to celebrate the 1870 Council. The statue was for many years in the Cortile del Belvedere, but its excessive size was not consistent with the design of the Cortile. Pius IX had in mind to put the statue in front of S. Pietro in Montorio, but his project was made unfeasible by the annexation of Rome by the Kingdom of Italy which followed the conquest of the city on September 20, 1870.

Relief of the two popes and statue of St Peter



Excerpts from Giuseppe Vasi 1761 Itinerary related to this page:


Seminario di s. Pietro in Vaticano
Presso la chiesa di s. Magno fu da prima istituito da Urbano VIII. l'anno 1637. lo studio delle lettere per li chierici di questa Basilica sotto la cura del Capitolo Vaticano; ma poi riconosciutasi la troppa distanza, per maggior comodo della Basilica fu nell'anno 1729. quivi eretto dal medesimo Capitolo, tenendovi ottimi maestri. Terminati poi li studj ritornano alla Basilica per chierici maggiori destinati alla custodia delle cose sagre,fino a tanto che siano provveduti di benefizio. Incontro evvi il
Palazzino del Cardinal Arciprete
Appresso la Basilica Vaticana era anticamente il palazzo e residenza dell' Card. Arciprete della medesima, come lo avevano tutti i Cardinali presso la loro chiesa titolare: ma venendo ciò in disuso, principalmente per causa della fabbrica del nuovo tempio, sua Altezza Ema il Sig. Card. de Yorch ha fatto per suo comodo il palazzino presso la Basilica, affinchè sia pronto alle sagre funzioni della medesima.
Accanto al mentovato casino evvi lo studio, in cui si lavorano le pitture in mosaico per servigio della basilica Vaticana, perciò se non farà discaro al Lettore di entrare, vedrà quel laborioso artifizio. Dall'altra parte si vede l'antica, ma piccola
Chiesa di s. Stefano degli Unni
Si crede essere stata eretta questa con uno spedale da s. Stefano Re di Ungheria circa l'anno 987. allor quando venne a Roma, dopo esser battezzato, per visitare il sepolcro de' ss. Apostoli, facendovi un ospizio per i pellegrini di sua nazione, come aveva fatto in Gerusalemme, ed in Costantinopoli. Da Gregorio XIII. fu poi conceduta con le sue entrate al collegio Germanico Ungarico in s. Apollinare per sostegno di quegli alunni. A sinistra del divisato Seminario, e appunto dietro alla tribuna della gran basilica Vaticana, evvi la
Chiesa di s. Marta
Nel Pontificato di Paolo III. fu eretta questa chiesa l'an. 1537. con lo spedale per la famiglia Pontificia, e però da varj Pontefici fu arricchita delle indulgenze, che si acquistano visitando s. Gio: in Laterano, la Scala Santa, e s. Giacomo di Galizia; sonovi delle pitture del Lanfranchi, del Muziani, e d'altri, ed il ss. Crocifisso è scultura dell'Algardi. Ma perchè ora la corte Pontificia risiede sul Quirinale, ultimamente fu conceduta ai frati Mercenari Riformati.
Per non lasciare le notizie, che intorno a questo luogo si leggono, erano quivi, come accennammo, quattro celebri monasterj di Monaci, cioè uno di s. Martino, altro di s. Stefano Minore, di s. Stefano Maggiore, e de' ss. Gio. e Paolo fondati più di mille anni addietro, affinchè si cantassero dì e notte, vicendevolmente gli ufizj divini nella Basilica di s. Pietro. Inoltre vi era nell'istesso luogo il battisterio dedicato a s. Giovanni, ed insieme un cimiterio, appresso al quale erano 13. cappelle, ed in particolare una eretta da Probo prefetto del Pretorio, dove fu la sua sepoltura, famosa per il pilo marmoreo, che poi servì per il fonte battesimale della medesima Basilica Vaticana: ora altro non rimane di queste pie memorie, che solamente la picciola
Chiesa di s. Stefano de'Mori
Da s. Leone I. fu eretta questa chiesa, e da Alessandro III. nel 1159. vi fu aggiunto un ospizio per i pellegrini Abissini, Egizi, Etiopi, ed Indiani, e Gregorio XIII. ordinò, che venghino alimentati dal palazzo Apostolico.
Prima di partire da questo luogo, mi sembra far cosa grata al Lettore di accennare, che nell'anno 1544. in occasione, che si cavava nella chiesa di s. Petronilla, che era contigua all'antico tempio Vaticano, fu trovata una grande arca di marmo,che fu creduta essere il sepolcro di quella Santa. Eravi dentro un cadavere di una donna, coperto di preziosi vestimenti di oro, i quali bruciati, dettero quaranta libbre di oro purissimo. Vi erano inoltre una lucerna marina fatta di cristallo di monte, ed ornata di oro, una quantità di vasi di oro, di cristallo, e di agata con ingegnosi lavori; altra quantità di gioje diverse legate in varj modi, e fra queste uno smeraldo coll' effigie di Onorio Imperatore, molte verghe, collane, e figure di oro: due cassettine di argento ridotte in pezzi, ed alcune medaglie, e lamine di oro, nelle quali si leggeva: Maria Domina nostra Florentissima. Stilico vivat. Domino nostro Honorio. Domina nostra Maria . Indi camminando d'intorno alla Basilica, e lasciando il palazzo, e giardino Pontificio, poi piegando a sinistra, si trova sull'alto del colle la
Zecca Pontificia e Forno
Sopra alle falde del colle Vaticano fu trasferita la Zecca, che prima stava, come dicemmo, presso la chiesa di s. Celso in Banchi, la quale è ammirabile, perchè col beneficio dell'acqua, e per gli ordegni ben adattati in poco tempo può coniare molta moneta.
Ed accanto evvi il forno di palazzo, il quale è molto particolare, perchè il pane, che si cuoce in esso riesce migliore di qualsivoglia altro di Roma.
Sagrestia di s. Pietro in Vaticano
Per non ingombrare la bellissima architettura, che sì vede nell'esterno della divisata Basilica, hanno avuto riguardo non meno i Sommi Pontefìci, che gli stessi Architetti di fare una confacente Sagrestia, e però si servono dell'antichissima cappella rotonda già dedicata alla ss. Vergine detta della Febbre, nella quale sono 4. altari con quadri, fra' quali è considerabile quello de' ss. Pietro e Paolo, e s. Veronica dipinti da Ugo da Carpi senza avervi adoprato pennello. Vi si conservano moltissime reliquie, fra le quali una coltre, in cui i Cristiani di nascosto involgevano i corpi de' ss. Martiri uccisi nel Circo di Nerone, quando li portavano a seppellire. Evvi un archivio con antichi codici manoscritti, fra' quali uno di s. Ilario. A sinistra di questo piccolo tempio verso il colonnato stette in piedi il maraviglioso obelisco, che vedemmo in mezzo alla piazza Vaticana; ed incontro evvi la
Chiesa di s. Maria di Campo Santo
Era così grande la venerazione, che i primi Cristiani portavano al sepolcro de' ss. Apostoli, che facevano a gara le nazioni più lontane di avere allogio presso quest'augustissimo tempio, nel quale oravano continuamente di giorno, e di notte, succedendo a vicenda gli uni agli altri: perciò quivi furono fatte diverse scuole, o per dir meglio ospizj, e spedali. Quindi essendo da s. Elena portata in Roma molta terra de' luoghi santi di Gerusalemme, e collocatane parte presso questa Basilica, crebbe tanto la devozione de' pellegrini, che quei, che morivano in Roma, volevano ivi essere sepolti; onde questo luogo prese il nome di Campo Santo, e venendo poi in Roma Carlo Magno, edificovvi una chiesa dedicata al santissimo Salvatore; che per li scheltri, ed ossi del cimiterio fu detta in ossibus. Da principio vi fu una scuola di Longobardi, ora però vi è una confraternita di Alemanni Fiamminghi e Svizzeri, la quale ne ha cura, e però vi sono varie pitture, e depositi in marmo di quelle nazioni. Il quadro nell'altare maggiore è di Polidoro da Caravaggio, e i laterali sono di Giacomo d'Haffel, ed il suo deposito a destra è opera di Francesco Fiammingo. Il quadro di s. Erasmo, è di Giacinto Geminiani, e quello de' tre Magi dello Scarsellino. Il s. Carlo Borromeo, e la Fuga in Egitto, sono di Arrigo Fiammingo, e la ss. Concezione nell'oratorio è di Luigi Garzi; ed il s. Gio. Nepomiceno, di Ignazio Sterna. Ora intorno l'antico cimiterio vi sono state formate le cappelle per le stazioni della Via Crucis.

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