La guerra della sinistra

La guerra della sinistra

 

     Nel precedente documento abbiamo letto le parole di Don Giussani, senza dubbio non si può non prendere in considerazione le sue parole, come anche quelle del Santo Padre. Queste infatti non sono per niente astruse dalla realtà, anzi, sono reali prontuari, ci forniscono delle ottime indicazioni.

   Come ho detto nel saluto, il mio orientamento politico è di centro-destra, sono molto vicino alle posizioni dell’UDC, partito purtroppo piccolo e sempre troppo bistrattato per le sue (mai celate!) origini democristiane.

   Quando in Italia si è parlato di guerra, pochi hanno avuto posizioni coerenti, Anche il centro destra è caduto nella trappola, si è dimostrato incerto, non ha sempre saputo prendere decisioni coraggiose anche se impopolari.

   Il nostro presidente del consiglio aveva idee realmente illuminanti, geniali, ma non ha saputo spiegarle con chiarezza agli italiani (anche per via delle continue polemiche con una sinistra che si è dimostrata più “vecchia baldracca” in cerca di voti piuttosto che coerente movimento pronto a guidare l’Italia). L’idea di fondo era semplice: uniti possiamo fare pressioni si Saddam, separati continuerà a prenderci in giro.

   Se Francia e Germania avessero evitato di pensare ai propri interessi (TotalElfFina aveva interessi smisurati in Iraq e contratti multimiliardari firmati da Saddam per lo sfruttamento di nuovi siti ---- La Germania era in periodo di elezioni e Schroeder le la faceva sotto) avremmo potuto far capire al dittatore iracheno che non poteva continuare a prenderci in giro e, molto probabilmente non ci sarebbe stata nessuna guerra.

   Quando allo scoppio della guerra mi sono dichiaratamente messo al fianco degli USA, mi hanno guardato tutti male. L’interpretazione perbenista era che chi appoggiava gli States era un guerrafondaio. Mai niente di più errato! Sono un pacifista, ma non uno di quelli da piazza, folcloristici, casinisti e irragionevoli. Non ho esposto la bandiera, non serviva. Ho esposto il tricolore, simbolo della fiducia nella liberalità e decennaria lungimiranza dell’Italia nelle questioni internazionali.

   Berlusconi ha perso. Non è riuscito a far capire che questa, l’unità,  era la strategia giusta. Ma è lui il cretino o chi non ha saputo capirlo?

   Quando Saddam ha visto una Europa spaccata avrà sorriso, avrà ringraziato Schroeder e Chirac, avrà virtualmente stretto la mano di Casarini e dei suoi amici: grazie, adesso potrò continuare a fare quello che voglio! Stiamo parlando di regimi che hanno ucciso migliaia di persone. Ultimamente è stata trovata una fossa comune a Kirkuk con 6000 bambini, alcuni dei quali con i propri giocattoli, tutti curdi, tutti trucidati da Tareq Aziz.

   Quando impareremo a lavare in casa i panni sporchi e a mostrarci uniti sul piano internazionale?

   E la sinistra..ci ha marciato! Fassino ha detto: “Alle prossime elezioni ci ricorderemo di quello che è successo. Se il polo non vuole rappresentare gli italiani, lo faremo noi.” Da sanguisuga…

   In una situazione simile, non abbiamo potuto che dichiararci neutrali, non intervenire per tutelare milioni di curdi, non aiutare gli iracheni che muoiono perché i soldi di Oil for Food vengono utilizzati per costruire gli Al Samoud! Bella figura che abbiamo fatto.. Dovevamo andare con gli americani, gli inglesi ed i polacchi a liberare gli iracheni e ad estirpare un morbo che rischiava di appestare tutti noi: il terrorismo. Ma non lo abbiamo fatto.

   A tutti i pacifisti dico, siate pacifisti, è nell’indole umana (Freud: “l’uomo è necessariamente pacifista; la guerra distrugge tutto quello che lui ha creato”), ma ragionate sulle conseguenze delle vostre azioni. Se per essere pacifisti, per non dichiarare guerra a qualcuno occorre lasciare morire milioni di persone, rivedete la vostra posizione, siate guerrafondai, i guerrafondai del diritto e della libertà!

 

Luca Vezzaro
 
 

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