Storia:
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La quarta edizione del 1928, prima della grande pausa durata quasi dieci anni ( la competizione fu sospesa dal 1929 al 1937 ) registrò un calo di iscrizioni: solo 20 furono infatti i partecipanti, dodici in meno rispetto all'anno precedente. Vinse il giovane mantovano Pastore su Maserati alla media di oltre 47 kilometri orari e con lo stesso tempo di de Sterlich l'anno prima: 22'32''. Per seguire la gara occorreva pagare il biglietto, come accade da qualche anno per le edizioni recenti.Da rilevareanche che la strada era molto stretta e questo non consentiva grandi sorpassi in corsa. Negli anni seguenti il vicepodestà Farina si preoccupò molto dell'aspetto viario del Monte Bondone.L'Automobile Club Trento ci riprova nel '38 e '39 con altre due edizioni che annotano le vittoriose prove della Fiat 1100 Sport di Monticello e Palmieri, per ricadere quindi nel silenzio imposto dagli eventi bellici.La Trento-Bondone riesplode in bellezza nel 1950, vincitore Salvatore Amendola, in quello che resterà uno dei più romantici e belli episodi sportivi del Trentino: la "Stella Alpina", manifestazione automobilistica di turismo veloce della quale la salita al Bondone era l'ultimo, impegnativa salita cronometrata.Dal 1951 al 1955 la Trento-Bondone si corre addirittura in due edizioni: la primaverile, corsa a sé stante, l'estiva, ultimo atto appunto della "Stella Alpina" che nel 1955 concluderà la sua vivace e breve esistenza, forzatamente cancellata dal "boom" dell'automobilismo turistico, che non poteva più permettere la chiusura dei favolosi itinerari dolomitici che gli organizzatori dell'Automobile Club Trento erano soliti far percorrere alle vetture in gara. Valorosi piloti di casa nostra in alternativa ad altri di fama nazionale hanno scritto i loro nomi nell'Albo d'oro della Trento-Bondone in quel periodo: Fausto Rodenghi ( strepitosa media sul tracciato associato a 8,5 km 59,509 km/h ) e Salvatore Ammendola nell'edizione del '51, Giulio Cabianca ed Otto Mathé, l'intrepido austriaco che guidava con il solo braccio che la guerra gli aveva lasciato, nel '52, il torinese Piero Valenzano nel '53, Mario Tomasi che nel '54 s'imponeva con la Fiat 8V in entrambe le edizioni, Paolo Colombo e Armando Zambiero nel '55.Nel 1953 la Trento - Bondone si "trasferisce" a ....Calliano nel tratto di 12 chilometri Calliano-Folgaria, per indisponibilità tecnica della strada del Bondone. Rimase un numero unico nella storia automobilistica trentina e segnò l'inattesa quanto autoritaria vittoria della Lancia Aurelia B22 pilotata da MAriano Lubich che precedette il fratello Eugenio e Mario Buccella, dopo che il favorito Camillo Fambri, reduce da una vittoriosa Coppa Pasubio, venne tolto di gara da un incidente.Dopo la vittoria di Edoardo Lualdi nel'56 e la sosta nel'57, ad iniziare dal 1958 la Trento- Bondone entra nell'Olimpo delle classiche corse internazionali, assumendo l'ambita etichetta di prova valida per il Campionato d'Europa della Montagna, da tutti, tecnici e piloti partecipanti, definita la più bella e impegnativa delle corse europee in salita. Ne fanno fede l'immediato rilevante numero di partecipazioni straniere in aggiunta a quelle di piloti nazionali e la qualificata presenza ufficiale delle case costruttrici: Porsche, Ferrari, Bogward, Abarth, March BMW, Lola BMW, tanto per citare le più famose.Rimarrà gara europea per vent'anni.Nel 1958 Wolfgang con Trips è stato l'ultimo pilota a vincere sul traguardo di Vaneze, perchè in seguito in un crescendo di primati migliorati, sempre sul medesimo percorso di km 17.300 con arrivo al Vason, annotiamo la vittoriosa tripletta di Barth nel '59, '63 e '64, le affermazioni di Govoni su Maserati nel '60 e Greger su Porsche l'anno seguente di Ludovico Scarfiotti su Ferrari nel '62 e '65, di Mitter su Porsche nel '66 e '67, Federhofer su Abarth nel '68 e il ferrarista elvetico Peter Schetty nel '69, primo a scendere al di sotto degli 11 minuti di corsa con la sua Ferrari 212 E: 10'58''61. All'epoca Schetty - che successivamente divenne direttore tecnico della casa di Maranello - dominava su tutti i circuiti europei e in Bondone riuscì in un'impresa davvero eccezionale. Il '69 fu anche l'ultimo anno del grande impegno delle case automobilistiche nelle gare in salita.Nel '70 un roveretano sale sul podio più alto della Trento-Bondone: è Antonio Zadra, che in quegli anni raggiunse il culmine della sua carriera di corridore. Zadra vince con il tempo di 11'43''47. L'anno successivo vinse Carlo Faccetti su Chevron.

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