QUARTA LEZIONE: La lunga Crisi
Q)Chi sono gli ITA? 
  
  
A)Gli “Information 
  Technology Architects”, vale a dire dei professionisti, ingegneri 
  o architetti, con alle spalle, spesso, un master in Computer Science e Architettura 
  o un dottorato di ricerca nella stessa disciplina, che hanno messo al centro 
  del loro pensare e agire progettuale l’interazione tra mezzo informatico 
  e architettura, ritenendo questo il metodo migliore per far evolvere il linguaggio 
  architettonico, in ambiti come la valutazione dei rischi (terremoto, terrorismo…) 
  oppure del risparmio energetico, entrando in confronto diretto con il progettista 
  principale di un’opera.
  
Concetto 
  di modernità come risorsa di rilancio e volano nei periodi di 
  crisi dei valori precedenti.
  Trasformazione, conseguenza della lenta trasformazione che ha portato all’età 
  industriale.
  Impostazioni puramente meccaniche del periodo precedente.
  Ruolo della macchina a vapore.
  Il periodo che precede la rivoluzione industriale è caratterizzato dall’incapacità 
  di accettare e convogliare le potenzialità delle nuove scoperte scientifiche. 
  Pensiamo all’introduzione della macchina a vapore in un primo momento 
  solo per uso agricolo e solo molto più tardi come forza matrice nelle 
  industrie. Questo cambiamento d’impiego dalle campagne alle industrie, 
  comportò un inurbamento contingente delle città industriali. Le 
  scoperte seguiranno a catena: energia elettrica, elettromeccanica ed elettromagnetismo…
  La figura dell’architetto nell’800 era vista come quella di un conoscitore 
  del campionario di forme finora conosciute; l’unica suo specifico ruolo 
  era quello di assemblarle nella maniera più armonica possibile, mentre 
  la figura dell’ingegnere, molto più svincolato dall’obiettivo 
  “ricerca armonica”, riuscì meglio ad assorbire le nuove scoperte. 
  Il riflesso più diretto di ciò che stava accadendo (vecchi valori/nuove 
  crisi) creerà i presupposti per la nascita delle nuove avanguardie pittoriche.
Rinascimento
  Modello dell’architettura che si basa sulla geometria euclidea. Punti 
  di vista: 
  1-Progetto Aulico
  2-Costruzione Continua
  3-Concezione della città-Disegno chiuso
  4-Visione delle forme-Riconoscibilità
  5-Comunicazione
  6-Concetto chiave-Tipologia
  7-Catalizzatore-Qualche cosa che tiene insieme ( il mezzo è costituito 
  dalla prospettiva)
1-Il programma è aulico, celebrativo 
  dei poteri locali o del sentimento religioso. 
  2-Sistemi costruttivi basati sul muro continuo.
  3-La città è concepita in forme geometriche e concluse.
  Mondo umanocentrico, governato dalle leggi della prospettiva. Il modo di concepire 
  il mondo coincide con il modo di progettare il mondo.
  Le capacità cognitive per edificare il Pantheon.
  Graficizzare la geometria. La geometria diventa calcolo con la prospettiva.
  Architettura diventa “prospettivabile”. La prospettiva veicola. 
  Non vanno bene le forme organiche e simboliche. E’ un’architettura 
  che dimostra tutti i concetti usati per la sua costruzione.
  Sistemi riconoscibili, basati sull’ordine, il sistema. Il paradigma giustifica 
  una successiva rielaborazione.
  Si forma così facendo nei secoli un’architettura figurativa con 
  un suo lessico fondato sulla riconoscibilità dell’elemento. Tale 
  sistema diventa sempre più una comunicazione attraverso le immagini, 
  anche con lo scopo di promuovere delle gerarchie tipologiche.
  Alla fine dell’800 le scuole politecniche cominciano a manipolare i nuovi 
  materiali, inizialmente rievocando le forme precedenti, poi, assorbendo le potenzialità 
  della nuova produzione industriale, dando inizio una progettazione attiva e 
  non più passiva. La modulistica, la produzione in serie, mettono in crisi 
  la continuità, anche nell’uso degli elementi architettonici strutturali, 
  prima pensati in maniera consequenziale come fondazione continua-muratura continua-pianta 
  continua. Architettura non è più, quindi, un’ attività 
  aulica, dove non sono più gli schemi aprioristici e preconfezionati a 
  dettare il modo di fare architettura. Tutto si viene a rompere, se pensiamo 
  alla Casa  Rossa 
  di Philip Webb (1859), dove l’importante è la totalità di 
  un ammasso di stili che mette in crisi la regola.
Rossa 
  di Philip Webb (1859), dove l’importante è la totalità di 
  un ammasso di stili che mette in crisi la regola.
L’ Art Nouveau si propone successivamente 
  come arte globale, ispirandosi alle forme organiche, e come arte assoluta, spazzando 
  l’eclettismo precedente. Le stazioni ferroviarie, sebbene elemento di 
  forte novità, vengono proposte in forme in cui le si carica di tutta 
  l’usualità precedente, quasi reincarnando il ruolo della maschera 
  nel mondo rinascimentale.
  
  Dal punto di vista dell’immagine sono gli impressionisti a dare la prima 
  sferzata di novità nel campo della rappresentazione del reale, modificando 
  i giudizi di valore dominanti nella Parigi dell’epoca. Si noti come l’attenzione 
  viene portata sul registro della mutevolezza delle cose. Gli oggetti sono rappresentati 
  in forme elementari, privilegiando nuovi aspetti; si pensi a Cézanne 
  e in particolare al quadro Drappo A 79: il canovaccio non sta sotto gli oggetti 
  ma aggrovigliato, in una posa non studiata, ma catturata in un preciso momento, 
  in un’immagine dinamica, suggerendo l’idea di un prima e di un dopo. 
  Osi nel Putto 94: salta la prospetticità, rimpiazzata dalla rappresentazione 
  assonometrica, che analizza tutti gli elementi nella loro singolarità. 
   
 
  
La stessa cosa avveniva nella logica 
  dell’attività artigianale, dove, con il processo know-out, si afferma 
  la settorializzazione delle fasi di produzione, poi ripresa nella logica della 
  produzione industriale.
  Il concetto di serialità viene rappresentato in maniera eclatante dal 
  pittore Caillebotte (v.quadro Frutta 81), dove serialità e ripetizione 
  giungono ad Autore ossessionato dalla serialità.
   Picasso 
  rende esplicite tutte le avvisaglie precedenti e che in Caillebotte erano latenti. 
  “Noi non possiamo aver paura della nuova realtà del BRUTTO!”, 
  che deve essere ugualmente narrato.
Picasso 
  rende esplicite tutte le avvisaglie precedenti e che in Caillebotte erano latenti. 
  “Noi non possiamo aver paura della nuova realtà del BRUTTO!”, 
  che deve essere ugualmente narrato.
  L’arte si pone come elemento decostruttivo, ricercando una nuova analiticità.
  Un atto di rifondazione linguistica si ritrova nel Primitivismo, con la rappresentazione 
  di maschere africane: non si tratta di elementi sintetici, ma puramente analitici.