QUALCOSA SUI CENTRI MINORI: QUADRI
Noi giovani abbiamo perduto il senso dello "spessore" del tempo, fatto di tutto ciò e di tutti quelli che ci hanno preceduto ed hanno costruito l’edificio della storia in cui abitano le nostre origini ed il senso del nostro essere. Dobbiamo andare a ricercarli nelle pietre dei nostri luoghi, tanto più se essi sono interni e montani e perciò inesorabilmente avviati all’abbandono.
È questo il motivo per cui ora parlo del mio paese, Quadri: sorge sul medio corso del Sangro, è un centro ameno, ma molto piccolo, con una storia antica.
L’importanza del territorio di Quadri si manifesta sin dall’epoca preromana con i primi insediamenti di gente di stirpe sannitica, come i Pentri e i Carecini, testimoniati da vari ritrovamenti sull’area della antica abbazia della Madonna dello Spineto.
In periodo romano sorge il Pagus Trebula (toponimo che sta ad indicare un gruppo di case sparse), come è affermato da Th. Mommsen nel suo Corpus Inscriptionum Latinarum. Trebula. Esso fu importante forse perché era luogo di transito, di sosta e molto probabilmente di mercato per le greggi che dall’Abruzzo Centrale raggiungevano le pianure pugliesi. Sono scarse le notizie di Quadri relative al periodo successivo la caduta dell’Impero Romano.
A partire
dal secolo IX, a causa delle scorrerie dei Saraceni, in tutta la regione
cominciarono a nascere i castelli, gruppi di case protette da cinte murarie
e fortificazioni. Questo fenomeno avveniva anche per l’impulso dato dalle
comunità benedettine dipendenti da Montecassino: una di queste,
adopera di S. Domenico di Sora, si era stabilità tra le rovine di
Trebula e costruì l’abbazia di S. Maria dello Spineto. Contestualmente
nasceva Quadri come dimora dei coloni e degli artigiani a servizio del
monastero. L’abbazia era riportata nei documenti come Santa Maria dei Quadri
o de Quadris o de Quatris, compariva quindi per la prima volta l’attuale
toponimo Quadri. L’abbazia e il suo territorio costituivano una grancia
cioè un feudo dipendente direttamente da Montecassino. Ma da una
Bolla di Papa Lucio III emanata dal 1983 apprendiamo che due chiese di
Quadri erano state sottratte alla giurisdizione benedettina e dipendevano
dalla diocesi di Valva (quella attuale di Sulmona). Tale Bolla documenta
in modo certo l’esistenza di Quadri già con il suo toponimo attuale.
Esso potrebbe discendere dal tardo latino Quadrus Modus Agri o dal termine
longobardo Quadra, Quadro, Quadre, cioè appezzamento quadrato. Quadri
è citata nel Catalogus Baronum, sec.XII, come feudo di un tale Oderisius
de Quadris filius Berardi discendente dai conti di Valva, e veniva tassata
per il corrispettivo di un soldato, cosa che fa supporre che la popolazione
fosse intorno al centinaio di unità.
Nel 1447 Quadri divenne feudo di Raimondo Caldora .La sua importanza perdurò anche dopo il medioevo come testimonia la presenza, secondo un documento del 1696, dell’ospedale di S. Antonio fatto edificare forse dall’ordine Antoniano per la cura dei numerosi viandanti. Nella seconda metà del sec. XVII, Quadri subì una drastica riduzione della popolazione a causa dell’epidemia di peste che nel 1656 colpì l’intero Abruzzo. Da estratti mappali della curia diocesana di Valva e Sulmona si rileva che alla fine del sec. XVIII Quadri era governata dalla famiglia Ambrosio che, con il titolo di duca, la possedette fino alla caduta del sistema feudale.
Nell’800, con l’unità di Italia, l’intero centro-sud vive un periodo di grave crisi socio economico che determina la decadenza di moltissimi centri, compresa Quadri. Nel nostro secolo, il forte sviluppo industriale privilegia le città del nord, le pianure e le vallate, si determina quindi un forte fenomeno di emigrazione verso queste zone, e i piccoli comuni come Quadri vedono aumentare in modo, per ora irreversibile, il loro popolamento.
Pasqualino Pacella