P. Messina A. Laucci
|
Italo Svevo (Trieste 1861 - Motta di Livenza, Treviso 1928)Pseudonimo di Ettore Schmitz, romanziere italiano, Svevo con le sue opere segnò il passaggio tra i l decadentismo italiano e la narrativa europea dei primi del Novecento. " La coscienza di Zeno", in particolare, avrebbe influenzato la narrativa italiana degli anni Trenta e del dopoguerra. Di famiglia ebraica, Svevo riuscì a ricevere una ottima istruzione che gli consentì di acquisire un notevole spessore intellettuale. Al centro di questa sua formazione c'è la conoscenza ( psicoanalisi ) dell'opera di Freud . Come scrittore Svevo rimase però a lungo sconosciuto per l'insuccesso dei suoi primi due romanzi, Una vita (1892) e Senilità (1898). Svevo, poco dopo la fine della prima guerra mondiale cominciò a elaborare "La coscienza di Zeno" (1923), considerato il suo capolavoro. In questo romanzo lo scrittore triestino, anche grazie alla conoscenza della psicoanalisi , sviluppa un'analisi psicologica molto intensa e profonda. Ma la novità di Svevo sta anche nella sua ironia, nella costruzione di un protagonista "inetto", radicalmente antitragico e antieroico. Fu proprio Joyce ad avviare la "scoperta" di Svevo, che dal 1925 assistette al progressivo diffondersi della propria fama, tanto a lungo attesa. Purtroppo non poté goderne direttamente per molto tempo, poiché nel 1928 trovò la morte in un incidente automobilistico. |