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Dalla nascita in poi...




Dalla nascita ai primi giorni...

Tutto iniziò in un giorno di neve esattamente il nove gennaio dell'ormai lontano '81. Nevicava certo, ma non era molto freddo e non c'era nemmeno un "filo" di vento. Era tutto così strano: la neve, la notte, la temperatura tanto mite quanto equilibrata. C'erano proprio le premesse che stesse per accadere qualcosa di stupefacentemente importante che avrebbe rivoluzionato se non il mondo intero l' ideologia dei suoi abitanti. Era proprio giunto il momento di qualcosa di nuovo, qualcosa che avrebbe messo fine al tedio e alla monotonia anti rivoluzionaria che aveva colpito secondo molti la civiltà terrestre. Così in una piccola città dell' Abruzzo chiamata Teramo e in un piccolo quasi sperduto ospedale nacque colui che in seguito avrebbero chiamato PIDDU (Alessio Biancacci se non lo avevate capito). Alessio si distinse già dall' inizio nascendo prematuramente e con la testa leggermente più allungata del normale ma non per questo certo si può dire che sia diverso dagli altri anche se poi lo sarà (sicuramente non per questi futili motivi).

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Dai 3 ai 5 anni...

Inizialmente non è che si notassero le enormi diversità fra lui e i ragazzi normali ma già dal quinto anno tutti avrebbero dichiarato ,nel vederlo, di aver fatto caso ad un qualcosa di stupefacente ed inspiegabile tanto quanto è inspiegabile riuscire a capire chi spenga la luce nel frigorifero quando lo si chiude.

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Dai 6 ai 12 anni

L'infanzia di Alessio trascorse normalmente (forse anche troppo viste le sue capacità...). Frequentò le scuole elementari a Villa Lempa. Fu qui che acquisì molte delle sue particolarità e fu anche qui che iniziò a pensare diversamente dagli altri. Già a sei anni, infatti, mutò il normale e personale concetto del tempo facendolo derivare, seppure in modo indiretto, al pensiero malinconico. Tale malinconia temporale si sarebbe trasformata di lì a poco in malinconia sentimentale. La sconvolgente irregolarità però sta proprio nel fatto che tali concetti sono stati acquisiti in età sicuramente prematura rispetto ad un normale individuo. Il ricorrente ricordo (che ancora oggi assale con vaghezza la sua mente) delle scale della sua casa e di lui bambino che guarda fisso contro il muro pensando all' anno corrente (1988) e alle parole di sua madre che gli aveva appena spiegato il concetto di anno non lo abbandoneranno mai. Fu proprio da qui infatti che sarebbero partiti i processi di concezione del tempo strettamente legato ai sentimenti e quindi (secondo il suo concetto) alla morte. Non a caso il giorno in cui capì cosa fossero il tempo e gli anni, si fermò sulle scale ad osservare il muro. Così come la vita per tutti può essere paragonata a delle rampe di scale da scendere o da salire a seconda dei casi, così la vita di Alessio è paragonabile, perlomeno nelle sue ideologie, ad un muro da osservare e contemplare fino a coglierne i più assurdi e profondi significati. Alessio non vuole ne salire ne scendere le scale e la sua vita rimane piatta come appunto il muro da cui cogliere significati ma tale muro può essere sia all'inizio che alla fine della scalinata. Il muro essendo semplice è forse l'unico che può essere capito in quanto tutti gli altri oggetti richiedono un impegno che nessun uomo è in grado di fornire.

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Dai 12 anni ad oggi...

Quello che è seguito alla concezione del tempo è qualcosa di troppo complesso da spiegare oltretutto con l'età adolescenziale le cose si complicano maggiormente. Occorrerebbe uno studio molto più approfondito della personalità di Alessio e solo chi lo conosce da molti anni ed è saputo andare oltre le sue normali apparenze estetiche potrebbe apprendere tali concetti. (ma forse anche con un po' d' intuito ci si potrebbe arrivare...chi mi capisce lo sa...e sa dove andare... )

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