S. Ivo dei Brittoni (Book
6) (Map
C2) (Day 4) (View C5) (Rione Campo Marzio)
In this page:
The plate by Giuseppe Vasi
Today's view (including Strada di Ripetta)
S. Ivo
Palazzo Cardelli
S. Girolamo degli Schiavoni
S. Rocco
S. Maria in Porta Paradisi
Conservatorio
della Divina Provvidenza
The Plate (No. 107)
The little church of St. Yves of the Breton Nation is the pretext
for Vasi to show us one of the most celebrated streets of Rome: Via di
Ripetta opened by Leo X with a tax on the many prostitutes who lived near
the little harbour (Ripetta means small bank).
It was and still is a street full of life. The view is taken from the green dot in the small 1748 map here below.
In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Strada di Ripetta;
2) Palazzo Cardelli; 3) Buildings belonging to Palazzo Borghese; 4) Obelisk in Piazza del Popolo;
5) Porto di Ripetta; 6) S. Ivo de' Bretoni;
7) Collegio Clementino.
3), 4), 5) and 7) are shown in detail in other pages. The small map shows also 8) S. Girolamo degli Schiavoni;
9) S. Rocco; 10) S. Maria in Porta Paradisi; 11) Conservatorio della Divina Provvidenza.
Today
Many things have changed: Collegio Clementino
has been replaced by a modern building, the church has been relocated (in
the same street) and is no longer visible, the harbour of Ripetta is lost,
but the perspective over the obelisk of Piazza del
Popolo is still there.
S. Ivo
The church (not to be confused with Borromini's S. Ivo alla Sapienza) was pulled down and rebuilt in a slightly different location in 1878 by Luca Carimini, who designed an early Renaissance façade and made use of pietra serena a grey stone typical of many Florentine monuments
(unfortunately it is a delicate stone). The fine Florentine tondo was in the old church (the two saints were added). To have a distinct church in Rome was for the Bretons a way to
confirm their national identity (click here for a list of national churches in Rome).
Palazzo
Cardelli
Palazzo Cardelli is not described in the guides of Rome, but Vasi
thought it deserved being mentioned and I share his views. Cardelli contains
a reference to cardo (thistle), hence the thistle in the palace decoration. Asdrubale Cardelli who built the palace in the XVIIth century made a fortune as a lawyer.
S.
Girolamo degli
Schiavoni
The church is shown in plate
85 (Porto di Ripetta). It is one of the many national churches existing
in Rome, although today "Schiavoni" does not immediately suggest the nation
referred to by the name of the church. With today's geography we would
call it the church of the Croats, although when Sixtus V charged Martino
Longhi with its erection he just wanted to provide a haven to the many
catholics who were escaping the Turks' invasion of the Balkan peninsula.
The façade is decorated with the pope's heraldic symbols (click here for a list of national churches in Rome).
Close to the church there is a fountain, built under Clemens XIV,
which promises wine, but delivers water (although of excellent quality). It was paid by the many innkeepers who had their trade in the area.
S. Rocco
The church of S. Rocco was paid for by the guild of the workers (mainly
innkeepers and boatmen) of the nearby Porto di Ripetta (click here for a list of churches belonging to a guild). The neoclassic
façade with the coat of arms of Gregorius XVI is by Valadier.
The main floods of the Tiber are recorded on the side of the church.
At the very top the terrible flood of 1598 which destroyed Ponte Emilio,
which was then called Ponte Rotto.
S.
Maria in Porta
Paradisi
Further on in Via di Ripetta there is the little church of S. Maria
in Porta Paradisi (Heaven's Gate). The church (the lower part of which was designed by Antonio da Sangallo)
is part of the Ospedale di S. Giacomo in Via del Corso (St. James' Hospital) and it was
built to celebrate the end of a pestilence in 1523. The statue of Mary is attributed to Andrea Sansovino. The hospital was a
Home for Incurables and passers-by were asked to give alms by the image
of a sick person in a perambulator. The hospital had a second entrance in Via di Ripetta, which was given the shape of a church façade
by Francesco da Volterra in the second half of the XVIth century.
Conservatorio
della
Divina
Provvidenza
The large building which served as an orphanage and a house for the
poor is today a very sought after residence for short stays and it has
been largely modified, although one large window has retained its XVIIIth
century looks.
Excerpts from Giuseppe Vasi 1761 Itinerary related to this page:
Strada di Ripetta
Accanto alla chiesa di s. Maria de' Miracoli sì apre la sopraddetta strada, e seguita di retta linea a
fianco del Tevere, e però in essa si fa lo scarico della legna da lavorare, e da ardere.
Si disse prima questa contrada de' Schiavoni, perchè caduto nell'an. 1453. l'Imperio Orientale in
mano de' Turchi, molti di quella nazione per non stare sotto la tirannide di essi,
quivi vennero ad abitare: ora però prende il nome dal Porto, che in questa strada corrisponde.
Conservatorio della divina Provvidenza
Dopo il palazzo del March. Capponi siegue a destra il conservatorio per le povere donzelle orfane, che
per la cappella dedicata all'Arcangelo s. Michele, di questo portano ancora il nome: ma il proprio loro
nome è della divina Provvidenza, perchè vivono coll'industrie delle proprie mani, e coll'elemosine
de' benefattori.
Chiesa di S. Maria in Porta Paradisi
Piccola, ma nobile è questa cappella o chiesa, che vogliam dire; dicevasi anticamente in Augusta per il
celebre mausoleo di quell'Eroe, che stava qui vicino. Fu fatta di nuovo l'anno 1628. per un legato di
Matteo Caccia medico dello spedale degl'Incurabili, a cui è unita; ed è ornata con marmi, pitture e
bassirilievi di marmo. Quello nell'altare a mano destra è di Gio. Francesco de' Rossi; l'altro incontro,
ed il deposto del suddetto medico sono di Cosimo Fancelli; e quelle sull'altare di mezzo sono di
Francesco Brunetti Bolognese; e le pitture nella cupola di Pietro Paolo Baldini; le altre poi di Lorenzo
Greuter.
Chiesa e spedale di S. Rocco
Da una confraternita di barcaroli, osti, ed altri consimili impieghi, fu eretta a tre navate questa magnifica
chiesa l'anno 1657. col disegno di Gio. Antonio de' Rossi ed è ornata di marmi e di pitture. Il quadro nella
seconda cappella a destra è di Baciccio Gauli; le pitture nella cappella della ss. Vergine sono del
Carosi; il s. Rocco nell'altare maggiore di Giacinto Brandi, il s. Martino a cavallo, di Bernardo da
Formello; il s. Antonio di Padova è di Gregorio Calabrese, e le pitture nella cupoletta e lunette sono
di Francesco Rosa.
È unito a questa chiesa lo spedale per li poveri della confraternita, ed ancora per le povere donne, che
non avessero in casa loro comodo di partorire.
Chiesa di s. Girolamo delli Schiavoni
Era quivi una piccola chiesa dedicata a santa Marina: ma poi da un eremita Schiavone fu dedicata al
s. Dottore, e dipoi venendo in Roma, come dicemmo, quei Cristiani fuggiti da quella provincia per la
tirannia de' Turchi, eressero appresso la chiesa uno spedale. Quindi Sisto V. riedificò la chiesa col
disegno di Martin Lunghi il vecchio, la fece collegiata, e la ornò di pitture diverse. Il quadro nella
cappella a destra è di Giuseppe del Bastardo, quello nella terza di Benigno Vangolini, le pitture
nell'altare maggiore sono di Antonio Viviano, e di Andrea d'Ancona; quelle però della volta sono
di Paris Nogari. Il s. Girolamo nella cappella, che siegue, ed il Cristo morto nell'altra, sono del suddetto
Bastardo; le pitture a fresco sono però del suddetto Andrea d'Ancona, il quale fece ancora la
natività del Signore, ed il ss. Crocifisso nell'ultima si crede, che sia di Antonio Caracci.
Chiesa di s. Ivone
Conserva questa chiesa l'antica forma di tre navate con colonne di granito egizio, ed era prima
dedicata a s. Andrea Apostolo; ma essendo nell'anno 1456. conceduta ad una confraternita di
Britoni, la dedicarono al Santo loro protettore, ed ora è unita alla chiesa di s. Luigi de' Francesi.
Il pavimento di questa essendo più basso della strada, dimostra quanto sia alzato il piano di Roma,
dopo la fondazione della medesima, per causa dell'inondazioni del Tevere.
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