Palazzo Farnese (Book
4) (Map
C3) (Day 7) (View D7) (Rione Regola)
In this page:
The plate by Giuseppe Vasi
Today's view
Palazzo Farnese
S. Brigida
Chiesa dell'Orazione
e della Morte
Palazzo Teutonico e S.
Petronio
Palazzo Mandosi
Palazzo Pichini
Palazzo Fioravanti and Palazzetto Giangiacomo
The Plate (No. 73)
Palazzo Regio Farnese (Royal Farnese Palace) is how Vasi quotes the
Palace. In 1731 the last Duke Farnese of Parma died and his sister Elisabetta
Farnese, widow of King Philip V of Spain, assured to his son Charles the
Duchy. After a few years Charles became King of Naples and transferred
to his new title the property of the Palace. Vasi, who was born in that
kingdom (also called Kingdom of the Two Sicilies) thought proper to name
it Royal. The plate shows also the arch on Via
Giulia. Paulus III managed to leave to his heirs not only the Duchy of
Parma, but also the tiny Duchy
of Castro. The view is taken from the green dot in the small 1748 map here below.
In the description below the plate Vasi made reference to: 1) S. Brigida;
2) S. Maria dell'Orazione e Morte; 3) Arco di Palazzo Farnese; 4) Palazzo della Religione Teutonica; 5) Palazzo Mandosi.
3) is shown in another page. The small map shows also: 6) S. Petronio; 7) Palazzo Pichini; 8) Palazzo Fioravanti; 9) Palazzetto Giangiacomo.
Today
Very little has changed in Piazza Farnese since Vasi's time: the
central window designed by Michelangelo has been slightly altered by the use of a single glass pane
and two small coats of arms have
been added to the gigantic
one, which is attributed to Michelangelo too. The other change is the French
flag: the palace is leased until 2035 to France: the Palace is the French
Embassy in Italy.
Palazzo
Farnese
The façade was cleaned very recently and some light decorations were
found on the second floor between windows (you can see some of them in
my background). The change in colour is quite radical. Palazzo Farnese
has an interesting rear façade on the river.
S.
Brigida
This tiny church celebrates the Swedish Saint. Both the façade and
the interior bear the coat of arms of Clemens XI (click here for a list of national churches in Rome).
Chiesa
dell'Orazione e della
Morte
In the XVIIth century Death (Morte) became very fashionable. The
tomb of Alexander VII in St. Peter's by Bernini is the best known example
of this fashion, but this church is really an encyclopaedia of the representation
of Death (Morte). Today Death is out of fashion and we do not like to be
reminded of our final destination (Hodie Mihi, Cras Tibi = Today to me,
tomorrow to you). Nevertheless you may wish to see my page on the Representation of Death in Baroque Rome.
Palazzo
Teutonico e S.
Petronio
This large XVIIIth century building is the German Seminar. The street
(Via del Mascherone) leads to a bizarre fountain in Via Giulia. On the
left the church of S. Petronio, the patron saint of Bologna (click here for a list of national churches in Rome).
Palazzo
Mandosi
The Mandosi family is quoted among the Roman families listed by Teodoro Amayden
in his manuscript Storia delle Famiglie Romane written in the first half of the
XVIIth century. The two fountains make use of two baths of Egyptian granite brought from the Baths of Caracalla in the XVIth century. They were turned into fountains in 1626.
Palazzo
Pichini
The northern side of Piazza Farnese is closed by Palazzo Pichini, also known as Palazzo Roccagiovine.
The building was redesigned in 1705 by Alessandro Specchi. While the façade was recently repainted the
interesting interior suffers from a visible lack of maintenance.
Palazzo
Fioravanti
Palazzo Farnese influenced the design of this XVIth century building at the beginning of Via di Monserrato which leads to the church by the same name.
The pediments of the main windows are alternately triangular or round, the same design occurring in Palazzo Farnese and repeated in so many other Renaissance palaces and in particular in XIXth century Renaissance palaces. It is called Palazzo Fioravanti because it belonged to this
family in 1748 when Giovanni Battista Nolli designed a very detailed map of Rome: for minor buildings the names he gave in the legend to his map have become the official names by which art historians and detailed guides call the buildings.
Palazzetto Giangiacomo in Via di Monserrato, again known after its 1748 owners, was built in 1582
and its design shows the use of an architectural development (the colossal pillars) introduced by Michelangelo in Palazzo dei Conservatori.
Excerpts from Giuseppe Vasi 1761 Itinerary related to this page:
Piazza Farnesina e chiesa di s. Brigida
Poco discosto dal Campo di fiori sta questa magnifica piazza, la quale è di molto pregio per i suoi
ornamenti, e per le funzioni,che vi si fanno anche oggidì, con somma pompa e fasto. Celebrandosi
la festa de' santi Apostoli Pietro e Paolo, per ordine del Re delle due Sicilie vi si fanno due nobilissime
macchine di fuochi artificiali, con fontane di vino, e suoni di varj strumenti. Sonovi ne' due lati in
giusta distanza due gran fonti di acqua perenni, con due maravigliose conche di granito egizio
tutte in un masso,che furono trovate nelle Terme di Caracalla, e però nell'estate, prima che si
facesse il lago in piazza Navona quì si allagava la piazza con piacere e concorso della nobiltà e
cittadinanza Romana. Da una parte evvi il palazzo Pichini, in cui fra l'altre si vede la preziosa statua
del Meleagro col cignale da una parte, e col cane dall'altra: accanto evvi quello de' Mandosi con
una copiosa raccolta di manoscritti, e dall'altra banda la chiesa di s. Brigida, con il convento
de' suoi religiosi.
Fu questa piccola chiesa eretta dalli Svezzesi suoi nazionali insieme con uno spedale nel luogo ove
ella abitò, e scrisse il libro delle rivelazioni, che ebbe da Gesù Cristo, e della sua ss. Madre. Fu
dipoi rinnovata l'an. 1513. ed ultimamente ingrandita, ed ornata con buone pitture dal Pontefice
Clemente XI. e vi risiedono i frati della medesima Santa, di cui si conserva un braccio,
il manto nero, l'ufizio, ed il Crocifisso.
Regio palazzo Farnese
Per la magnificenza e perfezione dell'architettura si tiene da tutti, che questo sia il più insigne
palazzo di Roma, e per le statue antiche, e pitture moderne il più cospicuo di questa Metropoli: onde
appresso tutte le nazioni è una continua scuola delle belle arti. Paolo III. lo principiò mentre era
Cardinale col disegno di Antonio da Sangallo, e poi fu terminato dal Card. Alessandro Farnese
col disegno del Buonarroti, a riserva del prospetto verso mezzo giorno, che fu fatto da
Giacomo della Porta.
Il primo ingresso di questo Regio palazzo è ornato con 12. colonne di granito egizio, ed il gran cortile
cinto di doppj portici con eroico disegno del Buonarroti, il quale per verità ha epilogato tutto il buon
gusto dell'architettura e della scultura. Nel pian terreno ha posto l'ordine dorico con un bellissimo
piantato, e cornicione ornato di trigrifi, e di trofei antichi militari. Nel secondo piano ha posto l'ordine
Jonico, la cui cornice è ornata di festoni, e mascheroni frapposti con tanta grazia, che ognuno vede
essere di mano del medesimo Buonarroti, e nel terzo piano pose l'ordine Corintio con la cornice
architravata, la quale è così bella, che insieme colle finestre tira a se lo sguardo di chi intende.
Conveniva molto bene, che a sì elegante architettura corrispondesse ancora la nobiltà delle statue, le quali
per dire il vero, sono così note al Mondo, che ognuno sa quale fama vola dell'Ercole, e del Toro
Farnesiano, tanto che non viene in Roma nobile o ignobile forestiero, che non venga a visitare
questi due maravigliosi sassi animati dallo scarpello degli antichi greci: onde io non mi dilungo a
narrare le altre molte rarità di statue, di busti, e di monumenti antichi, esse sono nel pianterreno:
ma portando il mio Lettore al piano superiore si osserva nel cortile pensile due statue a giacere,
una, che rappresenta il Mediterraneo, e l'altra l'Oceano, ed in mezzo quella di Arione inviticchiato
con un Delfino. A fianchi della porta della sala sono due statue di due Re barbari resi prigionieri, e
altre due statue nelle nicchie, e sopra il frontespizio il busto di Claudio, e nell'altro quello del Re Pirro.
La gran sala è tutta circondata di statue, e di busti antichi di metallo; sono però moderne le due statue
a giacere a fianco del gran cammino fatte da fra Guglielmo della Porta, e la gran statua di Alessandro
Farnese in atto di domare il fiume Schelda, e colla Vittoria, che lo corona di alloro fu ricavata dallo
scarpello di Simone Maschino da un maraviglioso tronco di colonna, che sosteneva l'antico tempio
della Pace fatto da Vespasiano. Fra li busti scompartiti nell'appartamento nobile, e ammirabile
quello di Caracalla, e li due di Paolo III. uno fatto dal Buonarroti, e l'altro da fra Guglielmo della
Porta, il quale rifece le gambe alla statua dell'Ercole con tanta perfezione, che poi trovate le
antiche, il Bonarroti giudicò, che si dovessero lasciare in opera le moderne per dimostrare, che non
hanno niente invidia all'antica bravura.
Fra le pitture sono riguardevoli quelle nella prima anticamera, fatte a fresco dal Salviati, dal Zucchari, e
da Giorgio Vasari: ma sono ammirabili quelle nel gabinetto, dipinte a fresco da Annibale Caracci con
maravigliosi stucchi finti; e poi quelle nella celebre Galleria dipinte medesimamente da Annibale
Caracci con l'ajuto però di Agostino suo fratello, del Domenichino, e del Lanfranco suoi allievi; le
quali maravigliose cose io non accenno, perchè già ne corrono le stampe. Le statue di basalto, di
metallo, e di porfido con altre rarità vi saranno mostrate dal Custode, ancora la bellissima Roma di
porfido con testa e mani di metallo fatti dal suddetto fra Guglielmo, e quelle, che sono nel
giardino segreto.
Se poi verrete alle mie stanze, osserverete il famoso Atlante con altri marmi, e varie pitture per mio
piacere, di Paolo Veronese, del Baroccio, del Caracci, di Guido Reni, del Giordano, del Caravaggio, del
Maratti, del Benesiani, del Cav. Conca, di Filippo Lauri, e di altri pittori viventi, che forse vi aggradiranno.
Palazzo Teutonico, e chiesa di s. Petronio de' Bolognesi
A destra di detto palazzo evvi quello dell' Ordine Teutonico, ed accanto la chiesa di s. Petronio. Era
questa chiesa dedicata a san Tommaso Apost., e dicevasi della catena, ma essendo poi nel 1575.
conceduta alla confraternita de' Bolognesi, fu riedificata di nuovo, e dedicata a s. Gio. Evangelista,
e a s. Petronio vescovo di Bologna, e poi fu ornata di pitture, e stucchi finti molto belli; in cui è il
celebre quadro dipinto dal Domenichino.
Chiesa di s. Maria dell'Oraz., e della Morte
Prese un tal titolo questa chiesa dall'Orazione delle 40. Ore, che si fa in essa ogni terza Domenica di
ciascun mese coll'esposizione continua del ss. Sagramento, donde si è poi distesa per tutta la Chiesa
Cattolica. Ebbe principio quest'esercizio l'anno 1555. dalla confraternita, cognominata della Morte, eretta
già poco dopo il lagrimevole sacco di Roma per seppellire i poveri morti nella campagna, e però
crescendo sempre più il fervore di tale istituto, ottenne molti privilegi, fra' quali di tenere aperta
la chiesa tutta la notte in tempo dell'esposzioni delle 40. Ore. E perchè molto piccola riusciva
alle Funzioni pubbliche, nell'an. 1737. rifece la chiesa col disegno del Cav. Fuga. Sono in
essa tre bellissime pitture a fresco, che erano nella chiesa vecchia fatte dal Cav. Lanfranco,
e nell'altare maggiore evvi il ss. Crocifisso, tenuto per opera di Ciro Ferri; la s. Giuliana è del Gav.
Ghezzi, e la sagra Famiglia di Lorenzo Masucci.
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