Iran

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Superficie: 1.638.489 Km²
Abitanti: 66.129.000 (stime 2001)
Densità: 40 ab/Km²

Forma di governo: Repubblica islamica
Capitale: Teheran (6.835.000 ab.)
Altre città: Mashad 2.015.000 ab., Esfahan 1.925.000 ab., Tabriz 1.000.000 ab., Shiraz 850.000 ab.
Gruppi etnici: Iraniani 50%, Azerbaigiani 17%, Tagichi 15%, Curdi 9%, Arabi 2%, Beluci 2%, Armeni 0,5%
Paesi confinanti: Turchia e Iraq ad OVEST, Armenia, Azerbaigian e Turkmenistan a NORD, Afghanistan e Pakistan ad EST

Monti principali: Damavand 5670 m
Fiumi principali: Karun 830 Km
Laghi principali: Mar Caspio 371.000 Km² (comprese parti russa, azera, turkmena e kazaka), Lago di Urmia 5800 Km² (in media), Namak 1800 Km²
Isole principali: Qeshm 1330 Km²
Clima: Continentale - arido

Lingua: Farsi (ufficiale), Turco, Curdo, Arabo
Religione: Musulmana sciita 99%
Moneta: Rial iraniano

 

 

L'Iran moderno nasce col risveglio nazionale nei primi anni del nostro secolo contro la progressiva penetrazione russa e inglese nel Paese. Ma fu solo dopo la prima guerra mondiale che lo scià Rezā Pahlavī poté inaugurare un periodo di riforme e di maggiore indipendenza nei confronti delle potenze straniere. Nel 1941 per la sua politica filo-germanica lo scià dovette abdicare in favore del figlio Mohammed, mentre URSS e Inghilterra occupavano il Paese. Negli anni 1950-1951 Mossadeq, leader del partito del Fronte nazionale, avviava una politica di riforme comprendente, fra l'altro, la nazionalizzazione dell'industria petrolifera. Nel 1953 lo scià riusciva ad abbattere il governo di Mossadeq, instaurando un regime dispotico sostenuto dagli USA; dieci anni più tardi diede inizio a una campagna di vaste riforme e di modernizzazione del Paese (rivoluzione bianca). Non riuscì però a vincere l'opposizione, che si manifestò con dimostrazioni e scioperi, guidati all'interno dal movimento religioso islamico e, dal suo esilio di Parigi, dall'ayatollah Khomeini. Nel 1979 lo scià dovette abbandonare il Paese e Khomeini vi fece ritorno, accolto come capo religioso e politico, facendo proclamare la Repubblica islamica. La situazione interna, già assai precaria, fu aggravata dalla guerra con l'Iraq (1980-1989). Alla morte di Khomeini (3 giugno 1989), la guida politico-religiosa dell'Iran era affidata a Seyed Ali Khamenei, il quale cedeva la presidenza della Repubblica al moderato H.A.A. Rafsanjani che, nel 1990-1991, avviava una ripresa di contatti con l'Occidente, facilitata dalla posizione contro Saddam Hussein in occasione dell'invasione irachena del Kuwait. Nel 1993 le elezioni confermavano alla presidenza Rafsanjani, che doveva affrontare una pesante situazione economica aggravatasi nel 1995 con la dichiarazione di embargo da parte degli Stati Uniti e con il progressivo isolamento dovuto ai rapporti del Paese con il terrorismo internazionale. Questo causava alcuni episodi di ribellione, subito sedati dal governo. In occasione delle elezioni legislative del 1996 Rafsanjani tentava di accentuare il carattere moderato della sua politica. Ma il risultato della consultazione confermava il primato degli integralisti. Le elezioni presidenziali del 1997 segnavano la vittoria di M. Khatami, ritenuto anch'egli un moderato. Nel 1998 veniva raggiunto un accordo tra USA e UE, in base al quale erano sospese le sanzioni contro le aziende europee che intendevano commerciare con l'Iran, pur rimanendo in vigore l'embargo. Altro passo per il reinserimento in campo internazionale era il miglioramento delle relazioni con il mondo arabo. Le elezioni del 2000 sancivano la vittoria dei moderati, riconfermata alle presidenziali del 2001 con la rielezione di Khatami