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«America under attack». La rete internazionale
Cnn, la prima ad offrire le immagini sconvolgenti del fumo
nero che avvolge lisola di Manhattan, sceglie di presentare
con queste parole quella che con il passare delle ore assume
le terribili proporzioni della più grande tragedia
della storia degli Stati Uniti. Alla fine di una sanguinosa
giornata di guerra per le strade di una delle più grande
metropoli del mondo si parla di oltre diecimila vittime, ma
ogni bilancio è purtroppo ancora prematuro. Quanto
accaduto in questo martedì 11 settembre, una data che
segnerà senza alcun dubbio un prima e un dopo nella
storia mondiale, per quello che è già stato
definito come il più grande attentato terroristico
di tutti i tempi, sembra varcare ogni possibilità di
immaginazione. Nemmeno il cinema e la fantascienza, gli scenari
di guerra dei romanzi di Tom Clancy e le anticipazioni iperrealiste
di Philip Dick avevano saputo immaginare tanto.
Aerei come bombe Otto aerei sono stati ditottati da ignoti
attentatori negli Usa e lanciati contro obiettivi del potere
a stelle e strisce. I kamikaze che in Medio oriente si imbottiscono
di esplosivo, nelle auto ma anche sugli stessi abiti che indossano,
hanno scelto di lanciarsi questa volta con aerei di linea
che hanno dirottato contro i simboli degli Usa, le torri gemelle
di New York, già vittime di un attentato nel 1993,
e il cuore del potere militare Usa, il Pentagono di Washington.
Nei prossimi giorni sapremo con certezza come è andata
davvero, ma quanto già è noto lascia senza parole.
Una giornata di terrore La cronaca della giornata più
terribile di tutta la storia degli Usa è lunga e tremenda
nella sua tragica cronologia. La prima notizia che proviene
dallAmerica è arrivata nel nostro paese quando
sono passate da poco le 14 e 50: a New York non sono ancora
le 9 di mattina, una folla incredibile di oltre quindici milioni
di persone sta affluendo ancora verso lisola di Manhattan
per stiparsi negli uffici ospitati negli alti grattacieli
che domino lHudson. Le prime righe battute dalle agenzie
parlano di un incidente, di «un boeing 737 che si è
andato a schiantare contro una delle torri del World Trade
Center. Almeno due piani del grattacielo sarebbero in fiamme».
Passano pochi minuti e arrivano le prime immagini della Cnn
che mostrano la torre in fiamme, colpita da un aereo che vi
si è letteralmente schiacciato contro. Esattamente
diciotto minuti dopo, mentre ci si sta ancora chiedendo cosa
sia accaduto davvero, un altro aereo, questa volta trasmesso
in diretta dalla Cnn, si scaglia contro laltra delle
due torri che dominano New York. Che si tratti di un attentato
è ormai certo. Si saprà solo dopo parecchie
ore che i due Boeing di linea, un 757 dellAmerican Airlines
e un 737 della United, usati per gli attentati, erano stati
dirottati dopo essersi alzati in volo da Boston.
Manhattan in fiamme Lisola di Manhattan viene isolata,
le autorità ordinano la chiusura di tutti i ponti e
i tunnel che conducono al cuore di New York. Alle 15 e 44
italiane arriva la prima reazione del presidente Bush: «Oggi
abbiamo avuto una tragedia nazionale, due aerei si sono scagliati
contro il World Trade Center in quello che appare essere un
atto terroristico contro il nostro paese». Più
tardi lo stesso presidente convocherà il consiglio
di guerra dei vertici del paese.
Assalto al Pentagono Passano poche decine di minuti e la scena
della tragedia si sposta a Washington: questa volta il bersaglio
è il Pentagono. Un aereo si è andato a schiantare
contro ledificio che ospita i vertici militari americani.
Per alcuni minuti si è temuto il peggio, ed è
scattato lallarme nucleare: laereo che ha colpito
ledificio è stato fatto cadere vicino al punto
in cui cè un reattore nucleare nel sottosuolo.
Secondo un testimone oculare, si tratta di un aereo che si
è schiantato sulla piazzola di atterraggio degli elicotteri.
Un incendio avvolgerà rapidamente metà delledificio,
subito fatto evacuare, una cui ala crollerà più
tardi. Subito dopo verrà evacuata per sicurezza anche
la Casa Bianca a Washington e il palazzo di vetro dellOnu.
Lo stesso George W. Bush sceglie di salire sullAir Force
One, laereo presidenziale, per restare in volo per diverse
ore, per motivi di sicurezza e scendere solo quando
in Italia è ormai sera, in una base militare della
Louisiana. Per ore il presidente osserverà la situazione
dal suo aereo, senza far conoscere il luogo del suo atterraggio
successivo, giudicando evidentemente la situazione a terra
troppo pericolosa.
Bush in volo Gran parte degli edifici federali e del governo
cominciano ad essere evacuati in tutto il paese, si teme che
altri attacchi possano avere ancora luogo. Intanto a New York
le torri gemelle stanno cominciando a crollare. Le Twin Towers,
i due grattacieli più alti della città, oltre110
piani ciascuna si abbattano al suolo a distanza di una decina
di minuti luna dallaltra, schiantando una massa
di macerie fumanti su più di metà dellisola
di Manhattan, trasformata in uno scenario da fine del mondo.
Sono passate quasi due ore dal primo attacco sul cuore dellAmerica
e il panico si è diffuso in tutto il paese. Anche tutti
i grattacieli e gli edifici più elevati di Chicago
e delle altre grandi metropoli americane sono stati sgomberati.
E lallarme si è spostato anche sulla west coast
degli states: laeroporto di Los Angeles è stato
chiuso ed evacuato. Perfino Disneyworld, il parco dei divertimenti
di Orlando, in Florida, è stato sgomberato.
Crollano le torri Ma intanto allappello mancano ancora
altri aerei di linea che si presume siano stati dirottati.
Lautorità che controlla i cieli del paese dichiara
di non avere più notizie di alcuni voli. Caccia militari
si sono levati, secondo quanto riferiscono le tv americane
a metà del pomeriggio, per cercare dintercettare
eventuali aerei dirottati ancora in volo sul territorio degli
Stati Uniti. Poco dopo viene annunciato che un aereo di linea
in volo tra Newark e San Francisco, con quaranta persone a
bordo, è caduto in Pennsylvania, nella zona di Somerset
County. Alcuni testimoni oculari riferiscono che sarebbe stato
abbattuto dai caccia militari Usa che lo collegavano allondata
di attacchi in corso. Mentre ancora non si sa se gli attentati
sono finiti, nelle città americane colpite, il primo
allarme è per lemergenza dei soccorsi. Il sindaco
di New York, Rudolph Giuliani, chiede levacuazione di
tutta larea sud di Manhattan parlando di un numero di
vittime tremendo. Negli ospedali della città è
ressa, manca il plasma e molti feriti devono essere trasportati
al di là dellHudson negli ospedali del New Jersey.
Il numero dei feriti è enorme, solo nelle due torri
lavoravano oltre cinquantamila persone, e molti sono stati
feriti dai frammenti caduti tutto intorno su altri edifici,
alcuni addirittura crollati sotto il peso delle macerie.
Ospedali al collasso Quanto agli aerei, trasformati in vere
bombe, American Airlines ha confermato di aver perso due velivoli
con un totale di 156 passeggeri, ma in tutto, a bordo dei
quattro aerei dirottati cerano almeno 266 passeggeri.
Sono passate solo poche ore dal primo atto di questa giornata
di attentati e di guerra contro le città americane,
resta lallarme anche se non ci saranno più altri
attacchi, ora si deve pensare ai feriti e a come fare fronte
ai danni degli edifici sventrati, a Washington e New York
trasformate in pochi minuti in Belfast e Sarajevo. LAmerica
si guarda allo specchio ferita e in questa immagine sanguinosa,
che i cittadini statunitensi sono abituati ad osservare solo
in televisione, fa fatica a riconoscersi.
La guerra in casa Le ferite e le immagini di questo attentato
resteranno per sempre impresse nel profondo del paese che
ha sempre creduto nella propria invulnerabilità e che
ha visto sgretolarsi questa certezza in una mattina terrificante
di fuoco e di sangue.
( Guido Caldiron, Liberazione 11 settembre 2001)
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