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Prima
pagina Da
Liberazione Il commento di
Noam Chomsky |
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11settembre 2001
Un orrore da capire
L'attacco di martedì è un regalo all'estrema destra sciovinista,
a coloro che sperano di usare la forza per controllare il
mondo
di NOAM CHOMSKY
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Gli attacchi terroristici contro gli Stati uniti rappresentano
delle enormi atrocità. Come ordine di grandezza possono
non aver raggiunto il livello di molti altri episodi terroristici,
come per esempio il bombardamento del Sudan deciso da Clinton,
senza pretesti credibili, che ha distrutto metà delle
scorte farmaceutiche di quel paese e ucciso un numero imprecisato
di persone (nessuno sa quante perché gli Stati uniti
hanno bloccato l'inchiesta alle Nazioni unite e nessuno si preoccupa
di farla proseguire). Per non parlare di casi ben peggiori,
che tornano facilmente alla mente. Ma che in questo caso specifico
ci si trovi di fronte a un orrendo crimine, non c'è dubbio
alcuno. Il maggior numero di vittime, come sempre, si trova
fra i lavoratori: portieri, segretarie, vigili del fuoco, ecc.
E' facile immaginare come tutto questo si ripercuoterà,
pesantemente, nei confronti dei palestinesi e di altri popoli,
poveri e oppresi. Ed è anche molto probabile che condurrà
all'adozione di misure di contollo molto severe, con molteplici
implicazioni a scapito delle libertà civili e della libertà
interna.
Questo evento rivela, drammaticamente, la follia del progetto
di "difesa missilistica". Come risulta assolutamente
ovvio, e come è stato ripetutamente messo a fuoco da
analisti strategici, se qualcuno volesse causare un grave danno
agli Usa, anche con armi di distruzione di massa, difficilmente
lancerebbe un attacco missilistico, certamente intercettato
e annientato. C'è un'infinità di altri mezzi più
semplici, praticamente incontrollabili. Ma gli avvenimenti di
questi giorni, molto probabilmente, saranno sfruttati per aumentare
la pressione sullo sviluppo di questi sistemi e sulla loro realizzazione.
Il termine "difesa" è un sottile velo per riscoprire
i progetti di militarizzazione dello spazio e, con una buona
propaganda, anche gli argomenti più deboli assumeranno
il loro peso su un'opinione pubblica spaventata.
In breve, l'attacco è un regalo all'estrema destra sciovinista,
a coloro che sperano di usare la forza per controllare i loro
settori. E questo anche mettendo da parte le possibili reazioni
statunitensi e ciò che queste comporterebbero - cioè
ulteriore attacchi come questi ultimi o anche peggiori. Gli
scenari che abbiamo davanti sono persino più sinistri
di quanto non apparissero prima di queste ultimi, atroci fatti.
Su come reagire abbiamo la possibilità di una scelta.
Possiamo esprimere un orrore giustificato; possiamo tentare
di capire cosa può aver portato al gesto criminale, e
ciò significa fare uno sforzo per entrare nella mente
dei possibili autori dell'attentato. Se scegliamo questa seconda
strada, non possiamo fare di meglio, credo, che ascoltare le
parole di Robert Fisk, la cui diretta conoscenza e familiarità
con gli affari interni della regione è incomparabile
dopo tanti anni di studio. Descrivendo la "malvagità
e la spaventosa crudeltà di un popolo oppresso e umiliato",
egli scrive che "non è la guerra della democrazia
contro il terrore che al mondo verrà chiesta di combattere
nei giorni a venire. Ma si tratta anche dei missili americani
che distruggono le case dei palestinesi, degli elicotteri Usa
che centrano un'ambulanza libanese, e di bombe americane che
esplodono su un paese di nome Qana, e ancora della milizia libanese
- pagata e attrezzata dall'alleato israeliano dell'America -
che rapisce, stupra e uccide nei campi profughi".
E ancora molto di più. Di nuovo, abbiamo la scelta: possiamo
tentare di capire, o rifiutarci di farlo, contribuendo al concretizzarsi
dell'ipotesi che il peggio sia ancora davanti a noi.
(da Z-net)
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