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Porta Settimiana (Book 1) (Map D3) (Day 6) (View D8) (Rione Trastevere)

In this page:
The plate by Giuseppe Vasi
Today's view
Life in Trastevere
S. Dorotea
S. Giovanni della Malva

The Plate (No. 14)

Porta Settimiana

The walls built by Urbanus VIII on the Janiculus made the northern side of the walls protecting Trastevere useless. Thus the gate on Via della Lungara had no need to be closed at night. Vasi takes this opportunity to show us Porta Settimiana on a starry night. The view is taken from the green dot in the small 1748 map here below which shows: 1) Porta Settimiana; 2) S. Dorotea; 3) S. Giovanni della Malva.

Small View

Today

The Gate today

The gate is named Settimiana after a gate built by Septimius Severus on this side of the river but much closer to the island. The gate was rebuilt by Pope Alexander VI. Both the inscription and the coat of arms are lost. You will pardon my recreating Vasi's starry night.

Peaceful Life (almost)

Trastevere

Through the gate life in Trastevere has a slow pace.

S. Dorotea

S. Dorotea

To the left of Porta Settimiana (inside the walls) a curved street leads to the little church of S. Dorotea which has an elegant concave façade by Giovan Battista Nolli (who engraved in 1748 a very detailed map of Rome: the little details of streets and squares shown below the plates by Vasi are cut from that map).

S. Giovanni della Malva

S. Giovanni della Malva

Malva is not a reference to the flower (mallow), but a corruption of "mica aurea" (golden loaf) perhaps because loaves were distributed in this very old church during celebrations. The façade was rebuilt in neoclassical style in the XIXth century. The little square is embellished by an XVIIIth century madonnella.

Excerpts from Giuseppe Vasi 1761 Itinerary related to this page:


Chiesa e Convento di s. Gio. della Malva
Dal volgo fu corrotto il nome di questa antica e piccola chiesa, che dicevasi prima in Mica aurea, così detta forse da' panetti segnati con croce di oro, che in essa si dispensavano per qualche devozione. Da Sisto IV. fu rinnovata l'anno 14*5. e poi da D. Urbano Damiano Generale de' Gesuati, a cui fu data per sua residenza da Clemente IX. in occasione di essere stato soppresso quell'Ordine religioso. Finalmente Clemente XI. la concedè ai Ministri degl'Infermi, i quali vi hanno fatto un altare col quadro di s. Cammillo fondatore del loro Ordine, dipinto da Gaetano Lapis; quello però sull'altare maggiore, ed il Dio Padre nella volta sono di Aless. Vaselli col disegno di Giacinto Brandi suo maestro. Poco dopo evvi la
Chiesa di s. Dorotea
Porta questa chiesa anco il titolo di s. Silvestro, o perchè da lui fosse eretta, o consagrata; non si sa di certo, nemmeno come abbia preso il titolo di s. Dorotea, e se ciò è stato dopo che vi fu posto il di lei corpo, come si leggeva nella confessione, che due secoli fa vi era, simile a quelle, ove stanno riposti i corpi de' santi Martiri . Vi stette per molto tempo una piertra, sulla quale si dice per antica tradizione, che nel tempo della crocifissione di s. Pietro vi stettero due Angioli, lasciandovi miracolosamente i segni, come di pedate umane; la quale pietra fu poi trasportata nella divisata chiesa di s. Maria in Trastevere. Ebbero principio appresso questa chiesa due Ordini Religiosi, uno fu quello de' Chierici Teatini fondato da s. Gaetano, che quivi abitava; l'altro delli Scolopj, fondato dal B. Giuseppe Calasanzio, che similmente quivi principiò ad insegnare ai fanciulli. Fu antica parrocchia governata da Preti secolari: ma nell'an. 1728. fu conceduta ai frati Conventuali di s. Francesco, i quali hanno fatto di nuovo la chiesa, ed il convento coll'elemosina di varj benefattori. Il s. Gaetano nel primo altare è di Gioacchino Martorani, il s. Antonio nel secondo di Lorenzo Gramiccia, i santi Titolari nell'altare maggiore sono di Michele Bacci; il ss. Crocifisso, ed il s Francesco nelli due altri sono di Liborio Mormorelli. Segue a destra la
Porta Settimiana
Ebbe quì presso l’Imperatore Settimio il settizonio, le terme, e la porta con una piazza; ben è vero però, che la porta Settimiana fu nelle mura antiche, che furono presso l'Isola Tiberina, appunto, ove osservammo l'arco di Giano. Ma poi fatte le nuove mura più avanti, la porta restituita all'antica prese il medesimo nome, la quale poi fu rifatta da Alessandro VI. benchè in oggi non vale più per porta.
Anticamente questa porta, come dicemmo, stava più addietro, ed usciva verso il Vaticano; ma dopochè s. Leone IV. cinse di mura la Basilica Vaticana, formando una nuova città, rimase in mezzo a due porte tutto quel vasto sito, che è fra il Gianicolo, ed il Tevere, che ora diciamo lungara. Essendo poi da Urbano VIII. stato chiuso con baluardi dalla parte superiore del monte, restarono la Settimiana, e l'altra della città Leonina, che ora diciamo di di s. Spirito, ambedue inutili, ma tuttavia conservano il nome di porte. A' fianchi di questa sonovi due famose osterie, specialmente quella a sinistra, celebre perchè tiene il delizioso albero, sul quale è posta una tavola con seditori circondata di verdeggianti spalliere, e vi si gode il comodo di desinare per una comitiva di dieci persone.

Next plate in Book 1: Porta S. Spirito
Next steps in Day 6 itinerary: Chiesa di S. Egidio



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