Egitto

 

Superficie: 998.002 Km²
Abitanti: 69.537.000 (stime 2001)
Densità: 70 ab/Km²

Forma di governo: Repubblica presidenziale
Capitale: Il Cairo (6.500.000 ab., 13.000.000 aggl. urbano)
Altre città: Alessandria 3.585.000 ab., Giza 2.200.000 ab., Shubra el-Khema 710.000 ab., Porto Said 400.000 ab.
Gruppi etnici: Arabi 85%, Beduini, Nubiani, Berberi e altri 15%
Paesi confinanti: Libia a OVEST, Sudan a SUD, Israele e Palestina ad EST

Monti principali: Jabal Katrina 2637 m
Fiumi principali: Nilo 1550 Km (tratto egiziano, totale 6671 Km)
Laghi principali: Nasser 5500 Km² (artificiale)
Isole principali: Jazirat Shadwan
Clima: Mediterraneo - arido

Lingua: Arabo (ufficiale), dialetto arabo-egiziano, Inglese, Francese
Religione: Musulmana sunnita 90%, Cristiani copti 7%
Moneta: Sterlina egiziana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dichiarato protettorato nel 1914, ebbe l'indipendenza nel 1922, ma la Gran Bretagna ottenne particolari condizioni politiche e militari che le diedero il controllo del Paese oltre che del Canale di Suez. Coinvolto nel secondo conflitto mondiale, fu parzialmente occupato dalle forze italo-tedesche, respinte dagli Inglesi nel 1942. Dopo il 1945 assunse una posizione di primo piano tra gli Stati della Lega araba e con essi partecipò alle operazioni contro Israele (1948); i rovesci militari subiti e l'avversione suscitata da re Faruk per la sua condotta politica succube di Londra portarono al colpo di Stato militare del 1952 e alla proclamazione, l'anno successivo, della repubblica, di cui il generale Naguib assunse la presidenza. Nel 1954, deposto Naguib, il governo fu preso da Nasser, che inaugurò un corso politico ventennale all'insegna del panarabismo e della modernizzazione delle strutture economiche nazionali, nonché sociali e culturali; nel 1956 procedette alla nazionalizzazione del Canale di Suez, provocando l'intervento anglo-francese e l'occupazione del Sinai da parte di truppe israeliane. Ottenuto lo sgombero del Canale grazie all'intervento dell'ONU, Nasser iniziò una politica di avvicinamento all'URSS. L'unione politica dell'Egitto con la Siria e lo Yemen (RAU), concordata nel 1958, si sciolse nel 1961 per decisione della Siria. Nel 1967 l'Egitto affrontò una nuova disastrosa guerra con Israele, conclusa con un armistizio dettato dalle Nazioni Unite e la perdita del Sinai. In seguito il Paese strinse un'alleanza politico-militare con l'URSS per ricostruire le sue forze armate e riprendere forza contrattuale nelle prospettive di negoziato con Israele. Nasser morì improvvisamente nel settembre 1970, lasciando il potere nelle mani di Anwar as-Sadat, il quale abbandonò la politica filosovietica. Nel 1973 l'Egitto aprì le ostilità contro Israele (6-22 ottobre) e superò la linea Bar-Lev sul Canale, ma ricevette un grave colpo presso i Laghi Amari subito dopo. Raggiunta una tregua grazie all'intervento delle grandi potenze, nel 1974 l'Egitto accettò di firmare un accordo di disimpegno con Israele per il Sinai e nel 1975 riaprì il Canale di Suez al traffico mercantile. In politica estera, Sadat giunse a una rottura quasi completa con l'URSS e rafforzò i legami con Washington, Londra e Parigi. Nel 1978 firmò a Camp David gli accordi con il premier israeliano Begin che portarono alla pace del 1979, in seguito alla quale l'Egitto venne espulso dalla Lega araba su proposta dei Paesi del 'fronte del rifiuto'; reintrodotto nel 1980 il multipartitismo, Sadat venne assassinato l'anno seguente da fondamentalisti islamici. Gli succedeva Mubarak che, pur continuando la politica di distensione nei rapporti con Israele e gli USA, otteneva la reintegrazione dell'Egitto nella Lega araba. Nel corso della guerra del Golfo del 1990-1991 l'Egitto, pur schierandosi con il fronte anti-iracheno, sosteneva la necessità di una soluzione araba della crisi, senza interventi occidentali. Il ruolo dell'Egitto si confermava comunque essenziale per il raggiungimento di un accordo, firmato al Cairo nel 1994, tra Israele e OLP. In dissenso per una collocazione internazionale considerata troppo filoccidentale e facendo leva su un malcontento dovuto alla negativa situazione economica, i fondamentalisti islamici davano vita, nel 1992, a violenze cui lo Stato rispondeva con una dura repressione. Lo stesso Mubarak, poco prima della sua riconferma alla guida del Paese (1999), scampava a un attentato in cui rimaneva ferito. Le elezioni del 2000 assegnavano la maggioranza dei seggi al Partito nazionale democratico del presidente Mubarak. A seguito degli attentati del settembre 2001 il governo di Mubarak si dichiarava favorevole alla guerra ai terroristi islamici.