Shimon Peres

 

 

Politico, nato nel 1923 in Bielorussia

 

 

 

 

Il tre volte primo ministro Shimon Peres, l'uomo che per più di quindici anni detenne il ruolo di leader del partito laburista israeliano, il politico che come pochi altri riuscì a capire appieno quanto necessaria fosse per Israele la pace con i vicini arabi (anche a costo di dolorose concessioni) e che a tal ragione vinse, nel 1994, il premio Nobel per la pace, nasce in Bielorussia nel 1923. Ad undici anni si trasferisce insieme alla famiglia in Palestina. Trascorre la propria adolescenza a Tel Aviv, frequentando la scuola di agraria di Ben Shemen e vivendo per diversi anni nel kibbutz Geva e nel kibbutz Alumot, di cui è uno dei fondatori. Un precoce interesse per l'attività politica lo porta ad essere eletto, nel 1943, segretario del movimento giovanile laburista-sionista.

Durante la guerra d'indipendenza (1948-1949), ricopre l'incarico di capo dei servizi navali, e in seguito è alla testa della delegazione del ministero della difesa negli Stati Uniti. Nel 1952, entra all'interno dello stesso ministero della difesa e, l'anno successivo, viene nominato direttore generale, un ruolo che manterrà fino al 1959. In tale anno, infatti, viene eletto membro della Knesset e nominato, dal 1959 al 1965, viceministro della Difesa. Ricoprendo tale incarico persegue e raggiunge importanti risultati fra cui la creazione di industrie militari e di aviazione, la promozione di legami strategici con la Francia (che già nel 1956 aveva affiancato Israele nella guerra del Sinai) e l'avanzamento del programma nucleare israeliano, di cui è anche il responsabile.
Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta, è a capo di diversi dicasteri: nel 1969, infatti, viene nominato ministro dell'Assimilazione degli immigrati, dal 1970 al 1974, ministro dei Trasporti e delle comunicazioni e nel 1974 ministro dell'Informazione. Successivamente ricopre l'incarico di ministro della Difesa nei tre anni successivi alla guerra dello Yom Kippur (1973), giocando un ruolo chiave per la sicurezza di Israele in un periodo di forte tensione e crisi per il Paese: riesce a ridare nuova energia e vigore all'esercito, prende parte ai negoziati che portarono all'accordo del 1975 con l'Egitto, formula il concetto di "giusto baluardo" promovendo positive relazioni con i residenti nel sud del Libano, e coopera all'operazione di salvataggio dei passeggeri israeliani tenuti in ostaggio da dei terroristi palestinesi all'aeroporto di Entebbe, in Uganda, nel 1976.
Nel 1977, in seguito alle dimissioni da primo ministro di Yitzhak Rabin, diviene incaricato primo ministro per le tre settimane precedenti le elezioni generali. In tali elezioni, dopo trent'anni di egemonia politica, il partito laburista viene sconfitto dalle forze conservatrici e Peres viene chiamato a sostituire Rabin nell'incarico di leader del partito, incarico che manterrà fino al 1992.
Dopo la breve parentesi del 1977, ricopre la carica di primo ministro in altri due non consecutivi periodi: il primo è durante il governo di coalizione che si ebbe tra partito laburista e Likud tra il 1984 e il 1990. Gli viene, infatti, affidata la premiership dal 1984 al 1986; poi, quando viene sostituito da Yitzhak Shamir, secondo l'accordo di rotazione previsto dal governo di unità nazionale, ricopre l'incarico di vicepremier e ministro degli Affari esteri fino al 1988, e, dal novembre di tale anno fino alla fine del governo di coalizione, quello di viceprimo ministro e ministro delle Finanze. Durante tutto tale periodo, si impegnò a risanare l'economia del Paese e, in politica estera, a risolvere la complessa situazione derivante dall'invasione del Libano del 1982. Determinante fu il suo intervento, infatti, nella decisione di ritirare una parte delle truppe dal Libano e nello stabilire una zona di sicurezza nel sud di tale Paese.
Con il ritorno al potere del partito laburista dopo le elezioni del 1992, viene di nuovo eletto ministro degli Affari esteri. Fu questo un periodo fecondo per il processo di pace con il popolo palestinese e con i vicini stati arabi. Dopo gli incontri ad Oslo dell'agosto 1993, infatti, il 13 settembre viene siglata a Washington la Dichiarazione dei Principi che, tra l'altro, farà assegnare a Peres, il 4 maggio 1994 insieme a Rabin e a Yasser Arafat, il premio Nobel per la pace del 1994. Lo stesso anno Israele e l'OLP concludono l'accordo sul ritiro dalla striscia di Gaza e da alcune aree della Giudea e della Samaria (Gerico), il 29 agosto quello sul Preliminare trasferimento di poteri e responsabilità ai palestinesi, e il 26 ottobre Israele e la Giordania siglano un accordo di pace.

In seguito all'assassinio di Yitzhak Rabin, avvenuto a Tel Aviv il 4 novembre 1995, Peres viene nuovamente chiamato a ricoprire l'incarico di primo ministro con un voto di fiducia della Knesset. Rimane in carica nei sette mesi che precedono le elezioni generali del maggio 1996, continuando a perseguire l'obiettivo della pace tra Israele e popolo palestinese, nonostante la violenta scossa inferta al negoziato dagli attentati suicidi di terroristi palestinesi verificatisi il 25 febbraio ed il 3 e 4 marzo, a Gerusalemme e Tel Aviv.
Il 21 maggio 1996, nelle prime elezioni libere per primo ministro tenute in Israele, perde contro il rappresentante del Likud Benjamin Netanyahu. Rimane comunque leader del partito laburista per un altro anno, fino al giugno 1997, data in cui viene eletto al suo posto Ehud Barak.

Nel 1999 viene nominato ministro della Cooperazione regionale.

È a tutt'oggi membro della Knesset e partecipa attivamente alle iniziative dell'Istituto per la ricerca della pace, fondato in suo onore.