Yitzhak Rabin
Politico, ex generale, nato nel 1922 a Gerusalemme, morto il 4 novembre 1995 a Tel Aviv
Il due volte primo ministro
Yitzhak Rabin, l'uomo che si congedò dall'esercito di Israele dopo ventisei
anni di onorata carriera con il grado di tenente generale, e che ricevette nel
1994 il premio Nobel per la pace, nasce nel 1922, a Gerusalemme. È il primo
capo del governo ad essere nato sul territorio del futuro Stato di
Israele.
Appartenente ad una famiglia di ferventi laburisti-sionisti, riceve la propria
educazione alla scuola di agraria Kadoorie, in Palestina, e poi entra a far
parte del Palmach, un'unità speciale del servizio segreto di difesa Haganah.
Durante i sette anni di servizio, si distingue come leader militare, ma viene
anche arrestato dalle forze della Gran Bretagna, dal 1946 al 1947. Quando venne
proclamata la nascita dello Stato di
Israele, il Palmach viene sciolto e Rabin
inizia la sua lunga carriera nell'esercito israeliano, prendendo subito parte ai
combattimenti della guerra dell'indipendenza (1948-1949). Nel 1954, promosso al
grado di generale maggiore, fonda la dottrina di addestramento e di comando
dell'esercito che verrà conosciuta con l'ordine "seguitemi". Nel
1962, all'età di quarant'anni, viene nominato capo di stato maggiore e promosso
a tenente generale, il grado più alto dell'esercito israeliano. Si impegna a
sviluppare una tattica di combattimento basata sul movimento e sulla sorpresa
che, applicata durante la guerra dei sei giorni (1967), procurerà ad Israele la
vittoria militare sulle forze arabe, rendendo Rabin immensamente popolare.
Nel 1968, dopo ventisei anni vissuti in uniforme, si congeda dall'esercito
israeliano. Nello stesso anno riceve l'incarico di ambasciatore negli Stati
Uniti, che mantiene per i successivi cinque anni. Durante questo periodo si
sforza di consolidare i legami bilaterali con la superpotenza e di promuovere
con essa una "cooperazione strategica" che procurerà ad Israele un
imponente aiuto militare da parte delle forze americane.
Nel 1973 torna in Israele dove assume una parte attiva all'interno del partito
laburista. Alle elezioni generali del dicembre dello stesso anno viene eletto
membro della Knesset e rappresentante del partito laburista. Durante il breve
governo formato da Golda Meir nel marzo 1974, viene nominato ministro del
Lavoro. Quando quello si dimette, con un voto di fiducia della Knesset il 2
giugno 1974, viene chiamato a formare il nuovo governo.
Durante tale mandato, con fare sempre semplice e diretto, a volte al limite
della rudezza, affronta problemi di politica interna e di politica estera. Per
quanto riguarda i primi, si impegna a dare nuova forza all'esercito, a risolvere
problemi sociali e a risanare l'economia, ma soprattutto a ricostruire la
fiducia pubblica sia nei leader militari che in quelli civili. Per quanto
riguarda le questioni della politica estera, invece, conclude un'intesa
temporanea con l'Egitto nel 1975, che, tra l'altro, gli consente di siglare un
accordo di riconoscimento con gli Stati Uniti che assicura ad Israele l'appoggio
e l'aiuto americano.
Nel 1976, il suo governo ordina l' "operazione Entebbe", mediante la
quale forze speciali dell'esercito di Israele
riescono a liberare i passeggeri
israeliani tenuti in ostaggio da terroristi palestinesi nell'aeroporto di
Entebbe, in Uganda.
Nel 1977 un voto di sfiducia fa cadere il governo da lui guidato rendendo
necessarie nuove elezioni. Viene nominato candidato premier del partito
laburista, ma si scopre che la moglie Leah (sposata nel 1949), in violazione
alle leggi che regolano la circolazione monetaria, possiede un conto in una
banca statunitense. Lo scandalo che segue la scoperta lo spinge a dimettersi da
leader del partito prima dello svolgersi delle elezioni, che saranno vinte dal
leader dell'opposizione Menachem Begin.
Durante i successivi venti anni, rimane membro della Knesset e ricopre
l'incarico di ministro della Difesa in due governi di coalizione dal 1984 al
1990, dirigendo le operazioni di sicurezza sui confini israeliano-libanesi che
permetteranno il ritiro delle truppe israeliane in una stretta zona di
sicurezza. Durante tale periodo, guida anche la risposta israeliana agli
attacchi della nascente Intifada.
Trascorre circa due anni all'opposizione, dal marzo 1990 al giugno 1992, viene
nuovamente eletto leader del partito laburista nel febbraio del 1992 e, nel
giugno successivo, dopo la vittoria elettorale, diviene per la seconda volta
primo ministro e ministro della Difesa. Segnano tale secondo mandato alla guida
del governo importanti passi avanti nel processo di pace con il popolo
palestinese. Dopo aver avuto incontri segreti ad Oslo con leader dell'OLP, il 13
settembre 1993 a Washington sigla con Yasser
Arafat la Dichiarazione dei Principi che gli varrà, insieme allo stesso
Arafat e al ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres, il premio
Nobel per la pace del 1994. Il 26 ottobre, inoltre, sigla un trattato di pace
con la Giordania.
Il 4 novembre 1995, durante un raduno di massa che si svolge a Tel Aviv sotto lo
slogan "sì alla pace, no alla violenza", viene assassinato da Yigal
Amir, un estremista di destra israeliano. Al suo funerale di stato, a Gerusalemme, sono presenti leader provenienti da ogni parte del mondo.