NOTA ALLA FIGURA 4

In tale sistema bisogna legare le due slitte (a cui sono collegate le due molle) mediante un filo in modo da comprimerle fino in fondo; poi, con dei fiammiferi, si brucia il filo permettendo così alle due slitte di muoversi liberamente. Particolare attenzione si deve usare nel collegare, nelle varie prove, i fili con la stessa lunghezza, altrimenti si avrebbero valori di volta in volta diversi, a causa della diversa compressione delle molle. Si eseguono così due prove: una con masse uguali  e una con masse diverse. Quando si usano masse uguali otterremmo valori della quantità di moto pressoché uguali ma con diverse direzioni, se sommati quindi questi valori daranno zero poiché nulla era anche la quantità di moto iniziale del sistema (le slitte erano ferme). Con le masse diverse avremo invece valori proporzionali alle masse, anche qui però la loro somma dovrebbe essere nulla (errori minimi accettabili).

NOTA ALLA FIGURA 5

Abbiamo una massa che in moto che deve urtare una massa inizialmente in equilibrio dinamico e statico, ma il moto della prima slitta deve essere rettilineo uniforme per questo ricorriamo ad uno stratagemma già usato nell'altra esperienza (urti anelastico): ponendo lo spazio tra il pesetto e il piano d'appoggio minore dello spazio iniziale che la slitta deve percorrere, alla slitta è fornito un impulso iniziale che gli consente di compiere un moto rettilineo uniformemente accelerato (poiché c'è una forza trainante costante); quando però il pesetto tocca il piano d'appoggio, la forza trainante cessa e la slitta continua con moto rettilineo uniforme, attraversando le fotocellule e fornendoci i valori del tempo da utilizzare per i calcoli successivi.

Si deve inoltre stare attenti nel posizionare le fotocellule ben distanti dal punto dove avviene l'urto in modo che il corpo che le attraversa non sia soggetto ad un successivo cambiamento della sua quantità di moto.

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