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18/02/01

DEDICATO A VALERY... (secondo me è la lettera d'amore più bella che io abbia mai scritto e se poi è abbinata ad uno splendido mazzo di rose be...)

Ciao Valeria. Voglio raccontarti una cosa…E’ la storia di un ragazzo che una sera era in piazza con la sua macchina ad aspettare un amico che tardava a venire. Annoiato e alterato per quel ritardo, il ragazzo sentiva musica dalla sua radio e mentre si sfregava le mani per il freddo guardava fuori. Guardava quelle macchine passare su e giù sempre con lo stesso identico ritmo e con quello stesso ritmo arrivò anche quell’autobus che giungeva di lì tutte le sere ma mai come questa volta avrebbe scombussolato così tanto la sua vita. Poche le persone a scendere da quel pulman e soprattutto pendolari:  gente rapita dalla noia e dalla monotonia del loro ormai quasi familiare tram tram lavorativo. Eppure quel ragazzo fissò gli occhi su una ragazza che non dava questa impressione e lo fece forse perché era lei stessa a dirigersi verso la sua auto. Lo fece perché quella ragazza aveva qualcosa che aveva già visto da qualche parte. Lo fece perché man mano che si avvicinava mostrava sempre più quel suo viso. La fissava con attenzione quando il lampione illuminò tutto d’un tratto i suoi occhi che si alzarono istintivamente e, anche se solo per alcuni istanti, fissarono quelli del ragazzo. Fu un terremoto al cuore e alla mente per lui: sentì un leggero formicolio allo stomaco e i battiti cardiaci aumentare a dismisura e troppo velocemente per capire cosa gli stesse succedendo. E intanto quella ragazza era di fronte alla sua auto poi di lato e poi ancora dietro. Quasi per istinto il ragazzo scattò sul sedile girandosi per continuare a guardarla o per vedere dove si dirigesse ma era già troppo tardi perché la sua sagoma era scomparsa fra le mille maledette auto parcheggiate lì. Sarebbe voluto scendere dalla sua macchina, inseguirla, parlarle ma si accorse, quasi come se prima non lo sapesse, di indossare una vecchia “tuta” impresentabile, di portare ai piedi due pantofole e in testa una fascia che teneva dietro quei capelli tanto sconvolti da far paura a chiunque. Rassegnatosi si risedette normalmente e ancora con le mani tremolanti iniziò a riflettere e pensò che le sensazioni che stava provando non le aveva più sentite da molto, davvero molto tempo, da quando, nel fiore dell’adolescenza, si innamorò per la prima volta. E da quel giorno si era innamorato tante altre volte ed aveva amato anche tante altre ragazze ma solo adesso si era accorto che le sensazioni che stava avendo in quel momento non le aveva più riprovate da quella prima volta. Non era una vita che non vedeva quella ragazza e non erano nemmeno anni, l’aveva rivista addirittura l’estate scorsa durante il torneo di calcetto del paese e ancora prima nei giorni in cui si svolgeva la sagra popolare. Lei era una delle ragazze che aiutavano a mantenere puliti i tavolini dove si mangiava e infatti di tanto in tanto usciva per raccogliere bicchieri o piatti di carta per andare a buttarli nella spazzatura. E fu proprio questo ricordo che improvvisamente illuminò la mente del ragazzo. Si ricordò di quelle sere, di quel piacevole suono di fisarmonica che allietava la piazza e si ricordò che in quei giorni usciva e si sedeva vicino a quei tavolini solo ed esclusivamente per ammirarla, per ammirare quei capelli, quel viso, quei suoi gesti ma soprattutto quel suo sguardo tanto strano quanto unico e magnifico. Ma più di tutto si ricordò che si era comportato esattamente allo stesso modo un anno prima quando l’aveva conosciuta in quella gita a Mirabilandia. Cavolo ne era passato di tempo eppure il ragazzo si ricordava tutto come se fosse avvenuto ieri. Ripensava alla prima volta che l’aveva vista quando Marco gliela presentò quella mattina prima di partire. Inizialmente non è che gli piacesse anzi le stava quasi antipatica come tutte le “bionde” che conosceva e gli sembrava di averla già vista e che avesse un’aria da fanatica. Ma dovette ben presto ricredersi quando se la ritrovò davanti al sedile del pulman. Una ragazza davvero semplice e con una punta di maturità da farla sembrare quasi timida. Ma quello che fece scoccare quella strana scintilla nel ragazzo fu quando dalla piccola fessura, fra un sedile e l’altro dell’autobus, potette scorgere quel suo visino così angelico e quei suoi occhi che, sorpresa, lo stavano fissando quasi colpevoli di quale assurdo crimine nel guardarlo. E infatti la ragazza si rivoltò davanti quasi infastidita dall’essersi accorta che anche il ragazzo aveva incontrato il suo sguardo. E in tutta quella lunga giornata passata a divertirsi non ci fu più, uno sguardo come quello. Eppure il ragazzo si ricordava di aver passato tutto il giorno con lei. Addirittura avevano parlato della scuola, di cosa facevano o di cosa avevano fatto ma non ci fu mai più uno sguardo così intenso come quello iniziale fra di loro. La giornata fu lunga ma passò lo stesso in fretta e il ragazzo ripensò che sin dall’inizio, da quando arrivarono al parco giochi avrebbe voluto dirle qualcosa di diverso da quei discorsi banali sulla scuola e le amicizie comuni ma non ci riuscì nemmeno quando fu il momento di ripartire verso casa. E sul viaggio di ritorno lui gli era ancora dietro il sedile ma piuttosto che cogliere l’occasione per parlarle fu lei a dirgli: “MI STAI TROPPO APPICCICATO!”; e prontamente la risposta secca era stata: “SECONDO TE PERCHE’?”. Il ragazzo ricordò che con quelle parole si era addormentato per tutto il viaggio di ritorno senza dirle nient’altro e che il giorno dopo si era pentito di aver agito così. Gli sembrava tutto finito, forse era solo una cotta temporanea ma quando rivide quel suo sguardo fissare di nuovo i suoi occhi, pochi giorni dopo il viaggio, aveva capito che non era così. E si ricordò che in tutte quelle sere, dove lui usciva per vederla durante la sagra, lei pur senza volerlo far notare cercava sempre di incrociare il suo sguardo. Tante cose si ricordava tutto d’un tratto quel ragazzo dentro la sua auto ma l’ultima fu la peggiore. Gli tornò alla mente della festa di Marco, dell’averla vista lì e di aver ballato con lei ma soprattutto di aver bevuto per riuscire a parlarle e di aver rovinato tutto. Ma perché, perché, si domandava quel ragazzo, soltanto adesso dopo averla rivista si stava ricordando dentro quell’auto tutte quelle cose che  in fondo non erano successe nemmeno molto tempo prima. Cosa diavolo era accaduto nella sua vita? Sembrava che gli alieni l’avessero rapito e gli avessero cancellato tutto d’un tratto l’interesse per quella ragazza e che ora, rivedendola, quell’amore per lei si fosse risvegliato e più intenso che mai. Quella sera il ragazzo tornò a casa dopo aver atteso invano l’amico e si sarebbe accorto ben presto che la sua vita era cambiata. Non aveva mai creduto agli amori che sentiva narrare nelle canzoni, gli amori che non ti fanno mangiare o dormire, né tanto meno avrebbe mai creduto che non sarebbe più riuscito a studiare ma fu così. Egli promise a se stesso che avrebbe confessato tutto e in ogni modo alla ragazza anche a costo di dover andarla a trovare in casa e anche se in fondo forse lei sapeva tutto già da tanto ormai. Ma quello che voleva il ragazzo era capire se anche lei aveva mai avuto questo interesse per lui o se era stato solo un suo abbaglio, una sorta di “credere ciò che non è” perché si è presi da un forte amore. Tutto questo avrebbe voluto sapere il ragazzo ma lo avrebbe voluto sentire dalla voce della ragazza stessa e non gli importava cosa lei gli avrebbe detto,   l’importante è che glielo avrebbe detto perché tanto, fino a quel giorno, la sua vita sarebbe stata senza senso. Ma forse lo sarebbe stata anche con un suo rifiuto chissà…

La storia si interrompe perché a questo punto sei tu la protagonista e sei tu a inventarla… Non lasciarti condizionare da ciò che ho scritto (se mai ti ha condizionato). Fa quello che ti dice il cuore e se non provi nulla per me e non lo hai mai provato PAZIENZA, le storie non hanno sempre un lieto fine ma BASTA CHE RISPONDI perché le storie una FINE invece ce l’hanno sempre…       

AH DIMENTICAVO (E ANCHE SE LO SAI):  ti amo

 (La risposta che ho avuto da questa lettera pur non essendo quella sperata mi ha allietato il cuore lo stesso: "Complimenti scrivi bene!". Potrebbe sembrare una presa in giro ma per me conta molto. E poi se ci penso bene, dal profondo della mia pazzesca morale, l'obiettivo che volevo raggiungere era proprio questo. E si che ci crediate o no l'unica persona di cui sono veramente innamorato è ME STESSO... PLATONE diceva che ognuno cerca la propria metà della mela... be a me non mi ha diviso mai nessuno...)

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14/07/01 8:30 AM

VADO ALLA FESTA SABATO PER LA DESCRIZIONE DI UN ATTIMO CHE MI RIMANE DI LEI... ma in fondo mi basta pensare che esisti per stare felice... vedere il tuo splendido viso potrebbe essere troppo... potrei non meritarlo. Sei l'indice più alto per la misura della bellezza di una ragazza: ogni riferimento al sublime fa capo a te... 

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15/07/01 3:00 AM 

VALERIA.

3 di notte in macchina da solo...spegnere la radio tutt'a un tratto per sentire il rumore che ho nel cuore... spegnere la radio assai di colpo per sentire quel rumore... spegnere la radio tutt'a un tratto e aver voglia di andar dritto per morire... e sentire quel rumore che per quanto possa esser bello non è mai una canzone, non è mai una musica soave...è solo rumore... E' un rumore che quasi si chiama rabbia... è un rumore che credevi ormai lontano... ma col cavolo che è lontano... Avevo voglia di vivere avventure questa sera... non le ho avute ed ero incazzato con me stesso ma quando ho spento quella radio ho capito tutto: era lei, era solo lei che mi interessava e che mi aveva procurato quello shock... ma cavolo... credevo di aver detto parole buttate al vento in quella lettera: fingere per convenienza poteva servire... ma cavolo mi accorgo che non ho mai finto era solo che non ricordavo... è proprio tutto vero... mi viene da piangere cazzo!! E urtarci... stare pelle contro pelle... voltarsi e vederla quasi pensasse l' avessi fatto apposta... ma cavolo... perchè se solo ci fosse qualcuno che mi dicesse: "suicidati!" lo farei? Perchè sto piangendo? Non l' ho mai fatto per una ragazza... giuro mai!!! E' questo il vero amore? Vorrei staccare i contatti ma non posso non per colpa mia... è più forte di me... perchè l'ho rivista? Mi ero quasi dimenticato che ci fosse lei a quella festa... E poi era così bassa...WOW: era forse alta poco più o come me... Credevo non sarei mai arrivato a scriverlo ma l'amore che provo per lei è mille volte più forte rispetto a quello che provavo per Silvia. Per fare un paragone Silvia è una musica commerciale molto orecchiabile di cui ci si innamora subito e si canticchia spesso ma altrattanto subito ci si dimentica di lei perchè ci si stufa in quanto amorfa. Valeria invece è una musica ricercata, armoniosa, raffinata dove i mille strumenti si uniscono per farne un qualcosa di unico eccezionale e a cui non ci si può innamorare la prima volta, ma già al secondo, terzo sguardo (ascolto) si capisce che quella sublime spontaneità dell'essere durerà in eterno. Questo è Valeria, questo è ciò che sento ora, questo è ciò che sentirò ogni volta che il mio sguardo incrocerà il suo per sbaglio o volutamente. Vorrei dire che io e lei siamo fatti per stare insieme, vorrei dire che la richiamerò, le dirò di nuovo quello che sento nel cuore: il destino ci unirà per sempre ne sono certo! Ma so che non sarà così perchè purtroppo sono troppo cresciuto e ormai poco sognatore da pensare che i sogni come queste parole si possano realizzare... Per questo voglio morire perchè è l'unico modo che ho di dirle cos'è amare

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E POCO DOPO...      

Vorrei aprirle quel suo cuore... vorrei provare a farle dire tutte e tutte le parole che non riesce mai a dire. Ma sarà che è tanto tempo che non la sento più parlare... Lo so che sei normale, io so che non vuoi soffrire, so che cerchi sempre di poterti scaricare e, anche se nel profondo del tuo cuore non lo sai o non lo senti, sei capace anche di amare... So che vivi soffocata dalle situazioni, so che questo per te è normale, so che cerchi di essere te stessa, so che cerchi in tutti i modi di attirare l'attenzione... ma poi chissà di chi? Forse proprio di te stessa, per poter andare avanti e dire: guarda in fondo sono diversa... Lo so anch'io lo faccio molte volte ma poi mi accorgo di essere veramente quello che non vorrei far sembrare di essere... So che cerchi qualcuno che sappia valorizzarti o perchè no: semplicemente amarti... Lo so... lo so... ma che so? In fondo non so nulla di te... in fondo scrivo solo per scaricarmi... per riempire la mia pagina ipertestuale... o forse soltanto per non dimenticarti... Vorrei che leggessi queste quattro cazzate scritte come se fossero parole associate... Vorrei che le leggessi ma in fondo vorrei solo che tu mi considerassi... Mi chiedi di uscire dalla tua vita... Non so sai se lo farò... ma ti prometto, giuro ci proverò, anche se sarà difficile un giorno ti prometto: mi suiciderò...    

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UNA VOLTA SCRIVEVO OGGI NON PIU' PERCHE' MI MANCA QUALCOSA (E NON QUALCUNO PERCHE' PURTROPPO SONO CRESCIUTO):

IL TEMPO LA COSA PIU' PREZIOSA UNA VOLTA CHE SI E' CRESCIUTI INESORABILMENTE. E QUANDO SI ARRIVA ALLA SITUAZIONE PARADOSSALE DI AVERLO MA DI NON SFRUTTARLO ALLORA SARA' GIUNTO IL TEMPO DI MORIRE...


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