ROME
in
the footsteps of an XVIIIth century traveller
DAY
3
From
Via del Babbuino to S. Lorenzo fuori le Mura
The itinerary (red line) shows monuments between Via del Corso and Palazzo del Quirinale. It starts at the green dot
and it ends at the large red dot (Porta S. Lorenzo and Basilica di S. Lorenzo fuori delle mura are outside the map). The blue dots indicate a print by Giuseppe Vasi. The red numbers
make reference to the numbering of the landmarks of Rome shown in the Grand View
of Rome.
The itinerary is shown making use of sections of the map of Rome designed by Giovan Battista Nolli in 1748.
The links lead to the plate of the 10 books where the subject is
discussed.
93) Strada del Babbuino (Plate 40)
94) Chiesa di S. Atanasio dei Greci (Plate
40)
95) Teatro di Alibert (Plate
40)
96) Piazza di Spagna (Plate
40)
97) Fonte della Barcaccia (Plate
40)
98) Palazzo di Spagna (Plate
40)
99) Collegio di Propaganda Fide (Plate 164bis)
100) Chiesa di S. Giuseppe a capo le case (Plate
146)
101) Chiesa di S. Andrea delle Fratte (Plate
146)
102) Collegio Nazzareno (Plate 168)
103) Chiesa di S. Niccolò in Arcione (Plate
168)
104) Fontana di Trevi (Plate
104)
105) Chiesa dei SS. Vincenzo ed Anastasio a Trevi (Plate
139)
106) Dateria Apostolica (Plate 144)
107) Palazzo Pontificio sul Quirinale (Plate
61)
108) Giardino Pontificio (Plate 192)
109) Palazzo della Consulta (Plate
61)
110) Monastero di S. Maria Maddalena (Plate
192)
111) Scuderia (stables) Pontificia (Plate
61)
112) Palazzo Rospigliosi (Plate 62)
113) Chiesa di S. Silvestro a Monte Cavallo (Plate134 ii)
114) Villa Aldobrandini (Plate 149)
115) Chiesa dei SS. Domenico e Sisto (Plate
149)
116) Chiesa di S. Caterina da Siena (Plate
149)
117) Torre delle Milizie (Plate 149 ii)
118) Colonna Trajana (Plate
38)
119) Chiesa del SS. Nome di Maria (Plate
38)
120) Chiesa di S. Maria di Loreto (Plate
38)
121) Palazzo Colonna (Plate 63)
122) Giardino Colonnese nel clivo del Quirinale (Plate 193)
123) Chiesa de' XII SS. Apostoli (Plate 63)
124) Palazzo Muti (Plate 63)
125) Monastero delle Vergini (Plate 144)
126) Palazzo Odescalchi (Plate 64)
127) Arco del Palazzo di Venezia (Plate
115)
128) Chiesa di S. Marco (Plate
115)
129) Casa di Pietro da Cortona (Plate
115)
A) Macel de' Corvi (Plate 35 ii)
B) Chiesa e Monastero dello Spirito Santo (Plate 142)
C) Chiesa di S. Maria in Campo Carleo (Plate 102)
D) Chiesa di S. Maria degli Angioli (Plate 53 ii)
E) Basilica di Nerva Imperatore (Plate 149 ii)
F) Monastero della SS. Nunziata (Plate 150)
G) Collegio per li Neofiti (Plate 169)
H) S. Maria del Pascolo (Plate 37)
I) S. Lorenzo in Panisperna (Plate 152)
J) Porta S. Lorenzo (Plate 6) (outside the map)
K) Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura
(Plate 47 ii) (outside the map)
Itinerario istruttivo
per ritrovare con facilità tutte le
Magnificenze di Roma
e di alcune città, e castelli suburbani.
Terza Giornata
Prefazione
Non sarà di poca scortatura, che essendosi terminata la seconda giornata poco lungi dalla Porta del
Popolo, torniamo ora a fare per la medesima l'ingresso, e da quella piazza diamo, principio alla terza
giornata, incamminandoci per la via a destra del Corso, che ora dicesi
Strada del Babuino
Da una brutta statua, che sta a giacere sopra un fonte prende il nome questa spaziosaa e nobile strada, la quale
cammina dritta sotto le falde del monte Pincio, che ne' tempi andati dicevansi orti di Napoli; ora però sono
tutte occupate da nobili casamenti, e da chiese e conventi. In primo luogo si trova a destra la
Chiesa di S. Atanasio, e collegio dei Greci
Da Gregorio XIII. fu eretta questa chiesa, e collegio per li giovani di nazione Greca, acciò apprendessero le
scienze, e non si perdesse l'uso dell'antico rito e ceremoniale Greco. Ne fece il disegno Giacomo della
Porta; il prospetto della chiesa però è di Martin Lunghi, e le pitture sono di Francesco Tibaldi.
Nell' ultimo vicolo quasi incontro evvi il magnifico
Teatro di Alibert detto delle Dame
Porta questo un tal nome dal suo facitore che con somma splendidezza e magnifica proporzione lo
distinse fra tutti gli altri, che sono in Roma destinati per li drammi musicali.
In questa contrada, che negli ultimi secoli dicevasi gli orti di Napoli, si crede essere stata la Naumachia
di Domiziano amplissima, nella quale radunavasi tant'acqua, che a guisa di un mare, vi sì facevano
i combattimenti navali per trattenimento del popolo Romano, e per esercitare ancora la gioventù a
guerreggiare per mare. Finita poi la battaglia, e ritiratesi le navi, spariva in un baleno tutta l'acqua con
piacere e maraviglia degli spettatori, e perchè il suolo restasse subito asciutto era tutto coperto di arene,
acciò in ultimo vi si celebravano i giuochi de' Gladiatori.
Piazza di Spagna
Dopo la divisata strada si slarga la magnifica piazza, che dicesi di Spagna non solo per il palazzo
dell'Imbasciatore di quel Monarca; ma ancora perchè è di giurisdizione del medesimo, e perciò
è la più frequentata e abitata da' forestieri, e illustri viaggiatori; onde vi sono de' nobili
alloggiamenti, e degli antiquarj condottieri in abbondanza.
Scalinata e Fontana della barcaccia
Sulla medesima piazza corrisponde la grande scalinata fattavi dal Re Cristianissimo Luigi XIV. col disegno
di Franc. de Santi per rendere
agevole e maestoso l'accesso alla chiesa della ss. Trinità de' Frati Minimi Francesi, che sta
sul monte Pincio. E da piede si vede il fonte fattovi dal Bernino per ordine di Urbano VIII. che
per essere in forma di nave, dicesi la barcaccia.
La deliziosa strada che da questa principia, e seguita dritta fino al collegio Clementino
si dice de' condotti, per gli antichi condotti dell'acqua Vergine, che vi
passavano; e poi fino a castel s. Angelo,
si dice dell'Orso. Nel principio di essa evvi a destra il palazzo dell'Imbasciatore di
Malta, ed incontro quello di Nunez
molto magnifico. Ritornando poi sulla divisata piazza si vede il
Palazzo di Spagna
Questo grande e magnifico Palazzo è destinato per residenza degli Ambasciatori, e Ministri del Re Cattolico; e
però, come dicemmo, dà il nome a tutta la gran piazza, e
ne gode ancora la giurisdizione;onde vi sono degli ufiziali, e subalterni nazionali, che ne tengono cura.
Collegio di Propaganda Fide
Corrisponde medesimamente sulla detta piazza questo gran Collegio, il quale ebbe principio l'anno 1622.
Gregorio XV. per provvedere ai bisogni e dilatazione della Fede Cattolica, e però nel Pontificato di
Urbano VIII. fu eretto qui il collegio col disegno del Bernini, e vi furono collocati delli studenti di
varie nazioni orientali, a fine di imparare le scienze, e poi propagate in quelle parti la Fede. Fu dipoi
terminata la fabbrica dal Borromino; la chiesa però corrisponde nella strada a sinistra, ove si vede
il capriccioso prospetto fatto dal medesimo Borromino: ma però entro il collegio, e vi sono delle
buone pitture. La conversione di s. Paolo nella prima cappella a destra è di Carlo Pellegrini, ma col
disegno del Bernini; il s. Filippo Neri nella seconda è di Carlo Cesi, e i Re Magi nell'altare maggiore
sono del Geminiani; le pitture di sopra sono di Lazzaro Baldi. Il ss. Crocifisso dall'altra parte è del
suddetto Geminiani; i santi Apostoli colle reti sono copie del Vasari, e le pitture nella superiore
cappella del Collegio sono di Gio. Ventura Borghesi. Appresso a questo collegio si vede la
chiesa di s. Andrea delle Fratte, e poi nell'alto della strada la
Chiesa e Monastero di s. Giuseppe a capo le case
Si dice quella chiesa a capo le case, perchè ne secoli trascorsi fin qui non giungeva l'abitato di Roma.
Fu eretta con il monastero l'anno 1590. da uno Spagnolo Prete della congregazione dell'Oratorio di
Roma per le religiose Carmelitane scalze. Dopo trentotto anni fu rinnovata, ed accresciuta la chiesa dal
Card. Marcello Landi, e fu ornata di famosi quadri; quello nel primo altare a destra è opera del
Lanfranchi, il quadro nell'altare maggiore è di Andrea Sacchi, e quello del terzo altare è di una
Religiosa del medesimo monastero. La s. Teresia dipinta a fresco, che sta sulla porta è del detto
Andrea Sacchi, ritoccata poi da Carlo Maratti.
Chiesa di s. Andrea delle Fratte
Dalle siepi, e fratte degli orti, che quì vi erano nei. secoli passati, prese il nome questa chiesa un
tempo posseduta dalla nazione Scozzese; ma poi staccatosi quel Regno dalla Fede Cattolica,
nell'anno 1585. la ottennero i Frati Minimi di s. Francesco di Paola . E però Ottavio del Bufalo
coll'entrate lasciate da quella nazione rifece la chiesa con disegno di Gio: Guerra; la cupola bensì
ed il campanile ognun vede essere opera del Borromini, ma per maggior sciagura rimasi imperfetti;
l'architettura della nobilissima cappella di san Francesco di Paola è del Barigioni, e li due Angioli con
li misteri della passione del nostro Redentore sono opera, e dono del Bernini. Il quadro di s. Andrea
Apostolo nell'altare maggiore è di Lazzaro Baldi, ed il laterale a destra è di Francesco Trevisani, e
quello a sinistra di Gio: Batista Leonardi. Le pitture a fresco nella tribuna, e cupola sono di Pasqualino
Marini, e quelle nelle cappelle di altri pittori consimili; la s. Anna però nell'altare della crociata in ovato
è di Giuseppe Bottani. A lato della porticella di fianco evvi il deposito di Niccolò Simone de' Duchi di
Baviera morto in Roma l'anno 1734., e nell'altra incontro, quello del Re di Marocco venuto alla
Fede Cattolica l'anno 1733. e poi morto in Roma l'anno 1739. A piè della porta grande sono due
depositi con sculture, quello a destra nell'entrare è del Cav Quijroli, e quello a sinistra di Pietro
Bracci; e nel chiostro evvi la vita del Santo dipinta dal Cozza, dal Giraldi, ed altri.
Chiesa di s. Gio. in Campo Marzio
Nella strada incontro la detta chiesa, evvi, prima di giungere al monastero di s. Silvestro in Capite,
la chiesa di s. Giovanni, detta in campo marzo, ora dedicata in onore della ss. Vergine da' Frati scalzi
della mercede, che la possiedono. Vi sono delle pitture di Paris Nogari, e di altri moderni, che taceremo
per seguitare con sollecitudine il nostro viaggio: onde ripigliando il cammino appresso la chiesa di
s. Andrea, siegue il
Collegio Nazzareno, e chiesa de' ss. Angioli Custodi
Dal Card. Michelangelo Tonti, che lo fondò prese un tal nome questo collegio, perchè era
Arcivescovo di Nazzaret; e altresì perchè alla ss. Vergine col titolo di Nazzaret è dedicata la cappella
di questo. Stava prima sulla salita di s. Onofrio, ma concorrendovi de' convittori nobili, ed in
gran numero, fu quivi trasportato, ed eretto nel medesimo palazzo del suo Fondatore, e si estende
fino alla strada de' ss. Angeli Custodi, in onor de' quali fu dedicata la chiesa
che ivi si vede eretta da una Confraternita di devoti fedeli; il quadro nell'altare maggiore è di
Giacinto Brandi, ed il s. Antonio di Padova di Luca Giordani. Quindi camminando più oltre verso
piazza Barberini, evvi a sinistra la
Chiesa di s. Maria di Costantinopoli
La nazione Siciliana con li soccorsi del Re Cattolico Filippo II., e del Card. Simone Tagliavia eresse circa l'anno 1515.
questa chiesa in onore della ss. Vergine sotto il titolo di Idria, come dicemmo altrove, titolo molto
celebre, ed antico nella Città di Costantinopoli; ma in oggi per l'ignoranza di ciò, dal volgo l'è stato
mutato in quello di Costantinopoli. Sonovi delle cappelle ornate di marmi, e di pitture. Il quadro di
s. Francesco Saverio nella prima cappella a destra è diGio: Qualiata; la s. Rosalia nell'altra è di
Gio: Valerio Bolognese; il s. Corrado in quella incontro, è di Alessandro Vitale; il s. Leone Papa
nell'ultima, .di Pietro del Po, e la s. Agata, e la s. Lucia nei laterali sono di Francesco Ragusa. Vi è
unito l'ospizio per
i pellegrini, e l'oratorio per li fratelli ascritti. Indi entrando nel vicolo incontro a questa, si trova a sinistra la
Chiesa di s. Nicola in Arcione
Dall'antico foro Archimonio si crede, che prendesse il nome questa chiesa, corrotto poi in Arcione.
E' antica parrocchiale, e ne hanno cura i Frati Serviti, i quali l'hanno rinnovata, ed adornata di varie pitture.
il s. Antonio di Padova nel primo altare a sinistra, ed il s. Francesco nel secondo sono di un allievo di
Andrea Sacchi; il s. Niccolò, ed il s: Filippo Benizi nell'altare maggiore sono di Pietro Sigismondo da
Lucca; il s. Lorenzo nella cappella, che siegue è di Luigi Gentile; quello nell'altra del Cav. d'Arpino,
l'ultimo viene dal Maratti, e le pitture nella volta erano di Giuseppe Passeri.
A sinistra di questa chiesa, e sulla strada Rosella evvi quella dedicata a s. Maria della Neve,
coll'ospizio de' monaci Fugliensi della congregazione di Francia; e ritornando a destra, si trova nel
secondo vicolo il collegio, e chiesa di s. Gio: de' Maroniti.
Quindi ripigliando il cammino per la strada a sinistra dell'Angelo Custode, si vede il palazzo
Panfili già Cornaro, e poco dopo a destra il palazzo di Carpegna,
in cui è particolare la scala a chiocciola fatta con disegno del Borromini. Ed appresso evvi la
Fontana di Trevi
Molto celebre è la sorgente dell'acqua di questo fonte, poichè essendo stata da una donzella insegnata
ai soldati Romani, che ne andavano in cerca, le diedero il nome di acqua vergine, la quale poi per le
ottime sue qualità fu condotta con somma magnificenza a Roma da Marco Agrippa cognato di
Ottaviano Augusto. Il suo fonte, o per dir meglio, emissario non fu già, ove ora lo vediamo, ma
presso alle terme di quel gran Cittadino Romano. Ma poi rovinati per la vecchiezza i suoi condotti,
Niccolò V. fu il primo, che la restituisse in Roma, e qui facesse il fonte, e
finalmente il Pontefice Clem. XII. con immensa spesa riattati i condotti, fecevi il gran prospetto
con disegno di Niccolò Salvi Romano; ora compito colle statue, e bassirilievi di marmo dal regnante
Sommo Pontefice. La statua di mezzo, e i tritoni co' cavalli marini sono di Pietro Bracci; le due
statue laterali di Filippo Valle, il bassorilievo a destra di Andrea Bergondi, e quello a sinistra di
Giovanni Grossi.
Sta appoggiato questo fonte al palazzo Conti Duca di Poli, l'ingresso del quale sta a destra, ove
corrisponde l'oratorio della Confraternita di s. Maria in Via, e presso la celebre
Chiesa di s. Maria a Trevi
Fu questa ristaurata da Bellisario famoso Capitano dell'Imperatore Giustiniano, in penitenza di aver
deposto dal Ponteficato Silverio nell'anno 527. e dicevasi in Fornica forse per le fornici o archi
dell'accennata acqua vergine. Ora per lo detto fonte si dice s. Maria a Trevi, e la custodiscono i
Frati Ministri degl' infermi. Vi sono delle belle pitture nella volta, opere del Gheraldi, ed un quadro
rappresenta s. Cammillo dipinto dal Cav. Serenarj.
Chiesa de' ss. Vincenzo
ed Anastasio a Trevi
Incontro al mentovato gran fonte si alza questa chiesa, che è parrocchia Papale, il cui magnifico
prospetto fu fatto dal disegno di Martin Lunghi il giovane per ordine del Card. Giulio Mazzarini, il quale
voleva fare similmente la chiesa, se non gli fosse mancato il tempo. Indi camminandosi per la strada a
sinistra, si passa subito alla salita di Monte Cavallo, a destra della quale, evvi nell'antico convento de'
frati Cappuccini, l'abitazione della famiglia pontificia, ed incontro la
Dataria Apostolica
Urbano VIII. avendo renduta agevole questa strada vi eresse l'abitazione pel Datario Apostolico con
gli altri ufizj de' registri di tutte le spedizioni de' benefizj, e dignità Ecclesiastiche, con le abitazioni di
alcuni ministri, ed ufiziali. Quindi camminando più oltre per la salita del colle, anticamente detta il clivo
Salutare, si trova il
Palazzo Pontificio sul Quirinale
Prese un tal nome questo colle dal tempio di Quirino, di cui fra poco mostreremo il sito; ora si dice
Monte Cavallo dalle maravigliose statue che nella magnifica piazza si vedono voler frenare due gran
cavalli. Furono questi dalla Grecia portati a Roma da Costantino Magno, e posti nelle sue terme, che
furono qui presso, donde Sisto V. li trasportò per ornamento di questa piazza. Questi per l'iscrizione,
che vi sta da piede si comprende essere opere di Fidia e Prassitele fatti ad emulazione, per rappresentare
Alessandro Magno domante il suo Bucefalo: ma comecchè quelli scultori vissero molto tempo prima
di Alessandro, si crede o che non rappresentino Alelssandro, o che siano stati fatti da altri autori più
moderni di quelli, appropriandosene il nome, ed il credito.
Il palazzo pontificio, che quivi si vede, fu principiato dal gran Pontefice Paolo III. per godere l'amenità
del sito, e la salubrità dell' aria; da Gregorio XIII. proseguito con magnificenza sotto la direzione di
Flaminio Ponzio Lombardo, e poi da Ottavio Mascherino fu fatta la nobilissima scala a chiocciola
ornata di colonne,come quella del celebre palazzo di Caprarola fatta da Giacomo da Vignola. Il portico,
la galleria, ove è l'orologio, e l'appartamento nobile furono eretti da Domenico Fontana sotto Sisto V. e
Clemente VIII. ma poi fu compito il tutto colla gran sala, e cappella da Carlo Maderno sotto Paolo V.
Indi Urbano VIII. lo ridusse in isola, e Alessandro VII. vi aggiunse gli appartamenti per la famiglia
sulla strada pia con disegno del Cav. Bernini, che finalmente dal Pontefice Clemente XII. furono
distesi fino alle quattro fontane. Contiene questo magnifico palazzo un gran cortile cinto di portici
lungo passi 150., e largo 70. A destra evvi la scala regia a due branchi, uno, che porta alla sala,
ed appartamenti del Sommo Pontefice, e l'altro, all' altra sala, e cappella Pontificia, in cui si fanno tutte
le funzioni pubbliche dal Papa, e Cardinali. In fondo evvi la scala a chiocciola e il grande orologio
coll'immagine della ss. Vergine ed il Bambino Gesù in atto di dar la benedizione, opera di Carlo Maratti,
messa in mosaico. Nelle sale, e gallerie, negli appartamenti, e cappelle segrete, ancora nella sala regia,
prima della gran cappella sonovi delle pitture de' più eccellenti virtuosi de' nostri secoli, ed in tanta
quantità, che difficile sarebbe il registrarle in questo breve trattato; onde riuscirà più aggradevole
rimetterli alla fedele narrazione del Custode, ed alla oculare osservazione del mio Lettore, mentre poi dal
gran cancello, che sta da piedi della scala regia, potrà passare ad osservare il
Giardino Pontificio
Urbano VIII. aggiunse al palazzo Quirinale il delizioso giardino, e spianando colli, e riempendo
valli, formovvi amenissimi viali, e fontane, cingendolo ancora di forti muraglie ad uso di baluardi.
Altri Pontefici vi fecero maravigliose fontane, e giuochi di acqua, artificiosamente disposti per
bagnare gli incauti spettatori, e finalmente Benedetto XIV. vi eresse un casino di riposo con
disegno del Cav. Fuga, ornato di pitture moderne, e di varie cose rare. È notabile, che in questo
nobilissimo casino il medesimo Pontefice nell'anno 1744. a' 3. di Novembre accolse il Re
delle due Sicilie, oggi invittissimo Monarca delle Spagne Carlo III.
Quindi facendo ritorno sulla piazza, si vede a sinistra il
Palazzo della Consulta
Il Pontefice Clemente XII. eresse con disegno del Cav. Fuga sulla gran piazza di Monte Cavallo il
palazzo per il tribunale della Consulta, colle abitazioni del Segretario, e sotto Segretario, ed altresì del
Segretario de' brevi; e nei pianiterreni fece fare i quartieri della compagnia de' Cavalli leggieri, e Corazzieri.
Chiesa e monastero di s. Maria Maddalena
A destra del palazzo della Consulta, ed incontro al secondo portone del palazzo Apostolico, evvi la
chiesa di s. Maria Maddalena, ed il monastero delle Suore Domenicane; e poco più oltre quello delle
Cappuccine.
Tra l'uno, e l'altro monastero fu ne' secoli passati un antico tempio, che fu spogliato de' suoi ornamenti
di marmo e ne fu fatta la scalinata di Araceli. Fu creduto esser quello di Quirino, eretto per ordine di
Numa in onore di Romolo, e come vincitore volle, che tra li Dei fosse chiamato Quirino.
Strada Pia sul Quirinale
E' sentimento comune degli Antiquari , che dal suddetto tempio prendesse il nome questo celebre
colle, sebbene da alcuni si dica, che si provenisse da' Quirini venuti a Roma da Quire città della Sabina
con Tito Tazio; il quale qui pose i suoi alloggiamenti nell'anno quinto del regno di Romolo, quando
per vendicarsi del rapimento delle donzelle Sabine, prese a tradimento la Rocca per opera della vergine
Tarpeja; benchè poi nel più caldo conflitto succcedesse la pace per mezzo delle medesime donzelle
Sabine, già fatte mogli de' Romani. E però questo colle fu il primo, che fosse aggiunto a Roma,
abitandovi i Sabini, e facendovi la sua regia Numa successore di Romolo, il quale fecevi appresso
un tempio con tre celle, o per dir meglio cappelle, una dedicata a Giove, l'altra a Giunone, e la terza a
Minerva, che poi fu chiamato Campidoglio vecchio, a distinzione di quelle, che furono dipoi fatte
della medesima forma e maniera nel gran tempio di Giove Capitolino.
Dal gran Pontefice Pio IV. dobbiamo riconoscere la magnifica strada, che ora su questo colle si
vede dritta, piana, e lunga più di un miglio, e per ciò con ragione porta il di lui nome.
Anticamente dicevasi Alta semita, e vi erano degli edilizi molto sorprendenti, come dalle macerie
già abbiamo veduto, e lo possiamo ancora arguire da quelle, che erano, particolarmente ove è ora la
Scuderia Pontificia
Da Innocenzo XIII. furono smantellate alcune grosse mura per piantarvi la grande Scuderia, che poi
fu terminata da Clemente XII. con disegno del Cav. Fuga. E' questa divisa in due piani, ed è capace
di 128. cavalli, e dell' abitazione di tutti gli ufiziali. Inoltre evvi nel pianterreno il quartiere
Reale coperto con nobili portici, e steccati di ferro. Appresso a questo siegue
il giardino Colonnese; ma comecchè ne tratteremo insieme con quel palazzo, passeremo ora ad
osservare il
Palazzo Rospigliosi
Fu questo principiato dal Card. Scipione Barberini con disegno di Flaminio Ponzio;
dipoi fu proseguito dal Card. Giulio Mazzarini, e sotto altri poi terminato, oggi lo possiedono i
Principi Rospigliosi. Occupa questo parte delle terme di Costantino Magno, e quivi furono
ritrovate le maravigliose statue con li cavalli, che ora sono nella vicina piazza, e le due statue
del pio Imperatore, una che sta sulla piazza di Campidoglio, e l'altra nel nuovo portico di s. Gio:
Laterano, rozzamente fatte in quei tempi, in cui erano molto decadute le belle arti. Si vedono
in questo palazzo de' quadri superbi, fra' quali nell'appartamento principale sonovi li dodici ss.
Apostoli del Rubens, il fanciullo Gesù dall'Albani, il Sansone del Domenichino, il Baccanale del
Pussino, ed altri del Caracci, di Guido, del Lanfranco, del Cortona, e del Maratti.
Incontro a questo evvi la
Chiesa di s. Silvestro a Monte Cavallo
Era questa chiesa antica parrocchia, ma essendo poi dal Pontefice Paolo IV. l'an. 1555. conceduta ai
chierici regolari chiamati Teatini, quelli coll'ajuto de' benefattori la rinnovarono, e adornarono
con marmi, e pitture diverse. Quelle della prima cappella dedicata a s. Silvestro Papa, sono di
Avanzino Nucchi; quelle nella seconda, di Giacomo Palma Veneziano; il quadro, che fa ornamento
all'immagine della ss. Vergine nella cappella, che siegue, è di Giacinto Geminiani, e le pitture a fresco
di Cesare Nebbia. Il san Gaetano nella crociata è di Antonio da Messina allievo del Domenichino.
I due quadri, che si vedono a lato dell'altare maggiore furono coloriti da fra Bartolommeo da Savigliano
Domenicano; ma il s. Pietro, perchè lasciollo imperfetto, fu terminato da Raffaelle da Urbino.
Le pitture della prima volta sono di Gio: Alberti, fuor degli Angioli, che reggono le armi fuori
dell'arco, i quali sono di Cherubino Alberti, e le altre pitture nella volta del coro sono del
P. Zoccolino Teatino; le figure però sono di Giuseppe Agellio da Sorrento. Il quadro dell'Assunta
nell'altra cappella della crociata è opera di Scipione Gaetani fatta sopra lavagna; li quattro tondi negli
angoli della cupola sono del Domenichino, e le statue di s. Giovanni, e di s. Maria Maddalena
sono dell'Algardi. La natività del Signore nella cappella, che siegue è di Marcello Venusti, e le
pitture a fresco di Raffaello da Reggio; il s. Domenico, e s. Caterina da Siena colla ss. Vergine
nell'altra cappella sono di Mariotto Albertinelli; l'istoria però di santa Maria Maddalena, e le pitture
nella volta sono del Cav. d'Arpino, e li paesi sono di Polidoro, e di Maturino da Caravaggio.
Le pitture nell'ultima cappella sono del Novari, e quelle sulla porta maggiore sono del padre Caselli,
fuorchè gli Angioli di sotto, fatti dal P. Filippo Galletti entrambi Teatini. Quindi proseguendo il
cammino a destra, si trova nella sinistra del capocroce la
Villa e Casino Aldobrandini
Quest'ultima parte del monte Quirinale dicesi volgarmente Montemagnanapoli, in vece di dire balnea
Pauli, de' quali si crede essere quelle ruine, che si vedono qui presso nel giardino del palazzo
Ceva, tutte di mattoni in forma di teatro arcuato. Il casino di questa villa è ornato di bassirilievi ,
busti, e statue antiche, ed ancora di quadri di Raffaello, di Tiziano, di Leonardo da Vinci, del
Correggio, di Giulio Romano, e del Caracci, ed è poi molto particolare una pittura a fresco trovata
nelle dette terme di Tito. Dietro a questo evvi la
Chiesa di s. Agata de' Goti
Molto antica e celebre è questa chiesa, fin da' tempi di s. Gregorio Magno. Ora sta in cura de' monaci di
Monte Vergine, e fu rinnovata dal Card. Barberini. Le pitture nella tribuna, e nella nave di mezzo sono di
Paolo Perugino; li due Santi coll'immagine della ss. Vergine sono di Alessandro Francesi Napoletano.
Incontro a questa, è quella di s. Bernardino col monastero delle suore
Francescane. La cupoletta della chiesa fu dipinta da Bernardino Gagliardi; il quadro del primo altare dal
Cav. Baglioni, e le altre pitture sono di Clemente Majoli; la s. Elena però è di Gio. Vecchi. Ritornando
poi sull'alto, si vede a sinistra la
Chiesa e Monastero de' ss. Domenico e Sisto
Da s. Pio V. fu eretto questo monastero per le suore di s. Domenico, che prima stavano presso la
chiesa di s. Sisto alle Antoniane; e concorrendovi poi le fanciulle della primaria nobiltà di Roma, sotto
Urb.. VIII. fu dilatato il monastero, e fatta di nuovo la chiesa col disegno di Vincenzo della Greca.
La prima cappella a destra fu fatta col disegno del Bernini, e le statue di Gesù Cristo, e della
Maddalena sono sculture del Raggi. Nella cappella, che siegue evvi s. Pietro martire dipinto
ad imitazione di quello, che sta in Venezia fatto da Tiziano; l'immagine di s. Domenico nell' altra
cappella è del Mola; le pitture, che sono nella volta della tribuna sono del Canuti Bolognese, la
battaglia, che sta sotto è di Pietro Paolo Baldini, e l'istoria incontro, di Luigi Gentile. Il Cristo nella
cappella a sinistra si crede del Lanfranchi, il quadro nella cappella d'appresso dell'Allegrini, e la
Madonna nell'ultima del Romanelli. Evvi poi la
Chiesa e Monastero di s. Caterina da Siena
Circa l'anno 1563. fu edificato questo Monastero similmente per le suore Domenicane,
che abitavano nel piccolo monastero, in cui visse, e morì s. Caterina da Siena, e però la chiesa
fu dedicata alla medesima Santa . E'stata poi rinnovata col disegno di Gio. Batista Sorìa , e adornata di
marmi , stucchi dorati , e pitture diverse : quelle a fresco , che sono nella volta, le dipinse Gio. Paolo
Tedesco , il quadro di s. Maria Maddalena il Cav. Luti , e quello de' tre Angioli Giuseppe Palleri , e
gli altri sono di diversi . II prospetto è disegno di Gio. Batista Rossi , e le due statue nel portico son
di Francesco Rossi.
Torre delle Milizie
Entro il riferito monastero si vede la gran Torre edificata, secondo alcuni, da Innocenzo III. di
Casa Conti per difesa del palazzo di sua famiglia, che quivi era. Si dice delle milizie per quelle di
Trajano, che stavano quì presso al Foro di quell'Imperatore. Quindi scendendo da questa parte si
vedono nel giardino del palazzo Ceva le rovine dell'antidette terme di Paolo Emilio; e poco dopo la
maravigliosa
Colonna Trajana
Il Senato e Popolo Romano inalzò questa gran colonna in mezzo al celebre Foro di Trajano in onore del
medesimo Imperatore, e però vi furono scolpite mirabilmente le gesta della guerra Dacica contro Dacabalo.
Aveva in cima , secondo alcuni , la statua di metallo dorato del medesimo Imperatore, secondo altri ,
le di lui ceneri entro una palla di metallo dorato. È questa composta di 34. pczzi di marmo , cioè
il piedistallo ne contiene 8. la base uno, il fuso della colonna 23. , ed il capitello uno , in tutto è alta
128. piedi ; e vi si sale fino alla sua cima per 180. gradini incavati nel medesimo marmo, e riceve il
lume da 43. finestrini. Silsto V. avendola ristaurata , e scoperta fino al suo piantato , vi pose sopra la
statua di s. Pietro Ap. similmente di metallo. La magnificenza del mentovato Foro fu sì stupenda, che
Apollodoro, che ne fu l'architetto, acquistò tanto onore, che tirossi la gelosia , 1'odio , e l'invidia di
Adriano successore dell'Impero, e però gli dette indegnamente il bando, e poi tirannicamente gli levo
la vita. Costanzo figliuolo di Costantino venendo a Roma , andò a vedere questo foro, e restò
così attonito dalla magnifica struttura di esso, che del solo cavallo di metallo, sopra cui sedeva
la statua di Trajano disse , che a lui solamente bastava l'animo di farne uno simile; ma Ermisda
gli rispose con bravura , che prìma bisogna fare la stalla degna di un simile cavallo.
Chiesa del ss. Nome di Maria
Sulla detta piazza era prima una piccola chiesa dedicata a s. Bernardo, e ne aveva cura una compagnia
di Fedeli , i quali avendo poi promossa la devozione del ss. Nome di Maria, nel 1740. eressero la
nuova chiesa col disegno di Monsù Alisè Francese, il quale vi fece la cupola doppia, che starebbe
bene ad un gran tempio. Fra i quadri , che sono in chiesa , evvene uno con S. Anna dipinto da
Agostino Masucci , ed altro con S. Bernardo, di Niccolò Ricciolini. Incontro a questa evvi il
conservatorio di s. Eufemia, come diremo fra poco , per le povere fanciulle orfane.
Chiesa di s. Maria di Loreto
Nella medesima piazza fu eretta questa chiesa sopra un'altra molto antica nell'anno 1507. da una
compagnia di Fornari Italiani col disegno d'Antonio 0 da Sangallo; il cupolino però fu fatto col
disegno di Giacomo del Duca Siciliano, e allievo del Buonarroti. La prima cappella a destra lavorata a
mosaico è opera di Paolo Rosetti, e 1'altra de' Re Magi dipinta a fresco è di Federigo Zuccheri , e del
Pomarancio. Ne' laterali dell'altare maggiore sonovi due quadri dipinti dal Cav. Cesari , e due Angioli di
marmo, i quali sono opere di Stefano Maderno; la s. Susanna però nella nicchia è di Francesco
Fiammingo , e la s. Cecilia di Giuliano Finelli. II ss. Crocifisso nella cappella , che siegue è de1 Baldini,
la ss. Nunziata , e la Presentazione al tempio sono di Filippo Micheli. A fianco di questa chiesa evvi
lo spedale per li poveri Fornari , e poi a destra segue il
Palazzo Bonelli
Il prospetto di questo magnifico palazzo corrisponde sulla piazza de' XII. ss. Apostoli , e fu eretto
col disegno del P. Paganelli frate Domenicano; ma elssendo rimasto imperfetto fin d'allora , non vi è
stato chi compisse il magnifico cortile . In oggi spetta all'eredità Imperiali , e vi sta collocata una
scelta libreria in benefizio delli studenti, e letterati .
Palazzo Colonna
Fra i palazzi, che corrispondono sulla piazza de'XII. ss.Apostoli, tiene il primo luogo quello del gran
Contestabile Colonna, non solo per la vasta estensione della fabbrica, contenendo molti appartamenti
magnifici, e nobili, ma ancora per li preziosi ornamenti, che lo rendono ammirabile, e particolarmente
per la maravigliosa galleria vecchia, e per la nuova, che attualmente si sta incrostando di marmi.
Egli è antichissimo, poichè da Martino V. fu principiato, e terminato da Sisto IV. il
quale vi dette splendido alloggio ad Andrea Peleologo Imperatore de' Greci . Vi abitò Giulio II.
e poi s. Carlo Borromeo. Gli appartamenti terreni sono ornati di pitture del Tempesta, del
Pussino , e d'altri e ancora di statue, busti, e bassirilievi antichi. Gli appartamenti superiori , non sono
solo ricchi di quadri e mobili preziosi; ma essendo ultimamente stati rimodernati, e notabilmente
accresciuti dal Cardinale Girolamo Colonna Camarlingoo di santa Chiesa, e zio del Contestabile, si
vedono in essi delle magnificenze oltre I' espettazione: perciò rimetto il mio gentilissimo
Lettore al custode, il quale con piena gentilezza gli darà conto dì tutto. Ma non si scordi di
passare a vedere il
Giardino Colonnese
Nel clivo del monte Quirinale sta situato questo amenissimo giardino, e dal palazzo vi si
passa per quattro ponti gettati sulla strada della pillotta. E questo molto considerabile, non solo
per 1'amenità delle fontane, viali, e statue, ma molto più pel maraviglioso marmo, che giace per
terra nella parte superiore di esso; egli è un pezzo di frontespizio lavorato egregiamente, e per la sua
gran mole, mostra di essere avanzo di edifizio molto sorprendente; le muraglie antiche, che ivi si
vedono furono, secondo che dimostra il Serlio, parte del medesimo edifizio, il quale principiava dal
basso con magnifiche scale, e portici, e saliva sul colle per andare alle terme di Costantino Magno:
perciò da alcuni si crede , che tutte quelle opere siano state del medesimo Costantino.
Chiesa de' XII. ss. Apostoli
A destra del palazzo Colonna è questa chiesa, della quale si legge, essere stata eretta da Costantino
Magno appesso un suo palazzo. Essendo ristaurata più volte da' Pontefici, e da' Cardinali titolari, fu da
Pio II. conceduta ai Frati Conventuali di s. Francesco, e però il Card. Beffarione vi fabbricò il convento,
e poi nel Pontificato di Clem. XI. fu riedificata la chiesa col disegno di Franc.Fontana, rimanendovi
però della vecchia il portico e prospetto colle statue fatte dal Card. Brancato religioso del medesìmo
Ordine . Nella prima cappella a destra evvi un gran quadro colla ss. Concezione, ed un Santo in atto di
scrivere dipinto da Ignazio Sterna, nella seconda la ss. Concezione dipinta da Corrado Giaquinto , nella
terza il s. Antonio di Padova è di Benedetto Luti , ed il quadro nell'altare maggiore è di Domenico
Muratori. Il s. Francesco nell'altra cappella a sinistra è di Giuseppe Chiari, e li due depositi sono, di
Gio. Grossi quello a destra, e 1'altro a sinistra di Bartolommeo Ludovisi. Le pitture a fresco nella
tribuna, e nella volta sono ultime opere di Baciccio Genovese, ed il disegno della porta interna è di
D.Filippo Javarra Messinese. Nel piccolo chiostro del convento si vede un gran vaso di marmo, che
stava in adornamento dell'antico portico fatto da Costantino, e ne' corridori varie lapidi, che erano
nella chiesa vecchia.
Palazzo Muti
A destra del detto convento evvi il palazzo Muti ed altro nel vicoletto contiguo, che corrisponde
con un nobile prospetto sulla vicina piazza, eretto col disegno di Mattia de' Rossi. Corrisponde
su questa piazza il collegio de' frati Conventuali, ed il giardino con altro palazzo di Colonna, nel
quale facendosi i fondamenti, furono trovate delle statue, e de' mosaici antichi di sommo valore.
Dagli Antiquarj quivi viene assegnato 1' antico foro suario , di cui portò il nome la
Chiesa della ss. Croce de' Lucchesi
Nella strada a destra di detto palazzo si vede quella chiesa, che prima dicevasi s. Niccolò in
porcibus, poi s. Bonaventura de' frati Cappuccini, e ora, avendola nel 1631 ottenuta la nazione
Lucchese, sì dice santa Croce de' Lucchesi. Il quadro della B. Rita nella prima cappella a desfra è di
Lazzaro Baldi; la Presentazione al tempio di Pietro Testa Lucchese, la ss. Concezione, di Biagio
Puccini; il s. Frediano è di Francesco Tintore, il s. Lorenzo Giustiniano è di Domenico Muratori, e
le pitture nel soffitto sono di Gio. Coli, e Filippo Gheraldi.
Quindi proseguendo il cammino a destra, si trova subito la strada, che porta a monte Cavallo, e
piegando a man sinistra, pochi passi dopo si trova in primo luogo la
Chiesa e Monastero di s. Maria dell'Umiltà
Le religiose Domenicane abitano questo monastero, e ufiziano la chiesa, la quale è ornata di marmi,
stucchi dorati, sculture, epitture diverse. Il bassorilievo, che si vede sulla porta, è opera di Vincenzo
Felici allievo del Guidi, e le statue, che sono in chiesa, di Antonio Raggi. Le pitture della cappella
a destra sono della scuola dell'Allegrini, ed il quadro dell'altare maggiore si crede esser del Nappi;
il s. Michele, dell'Allegrini, e le sculture nell'ultima cappella sono del Cavallini. Dipoi siegue la
Chiesa e Monastero di s. Maria delle Vergini
Le suore Agostiniane sin dall'anno 1613. possiedono quella piccola chiesa insieme col monastero,
ed avendola poi nell'anno 1627. riedificata, la dedicarono alla Regina de' Vergini. È ornata di marmi,
stucchi dorati, sculture, e pitture diverse. Il quadro sull'altare maggiore è del Giminiani, e quello
di s. Maria Maddalena è opera del Mercati, le due statue nelle nicchie sono di Filippo Carcani, e li
bassirilievi di Francesco Cavallini. Quindi seguitando più oltre fino all'oratorio di san Marcello, ed
entrando poi nel vicolo incontro, si vede a sinistra un'immagine della ss. Vergine, e poco dopo
si giunge di nuovo alla piazza de' XII. ss. Apostoli, e si vede il
Palazzo Odescalchi
Incontro alla sopraddetta chiesa de' XII. santi Apostoli evvi questo magnifico palazzo già del
Card. Chigi, eretto col disegno del Cav. Bernino; ma ora passato ne' Duchi di Bracciano, è stato
disteso più oltre del doppio colla medesima architettura del Bernini, ed è ornato di statue, busti antchi,
ed altre rarità degne di un Principe Romano. Indi passato il palazzo Caraffa, ed entrando nella strada
a destra, si trova prima di giungere nel Corso la
Chiesa di s. Romualdo, e ospizio de' monaci Camaldolesi
È ammirabile il quadro di detto Santo, che è in questa piccola chiesa, poichè è la migliore opera, che
abbia dipinta Andrea Sacchi, e però merita osservazione particolare: evvi ancora la fuga in Egitto
dipinta da Alessandro Turchi, ed il quadro incontro di Francesco Pavone Milanese. Ritornando poi
in piazza de' XII. ss. Apostoli, e ripigliando il cammino verso la sopraddetta chiesa di s. Maria di
Loreto si vede nella strada a destra l'
Arco del palazzo di Venezia
Al palazzo della serenissima Repubblica di Venezia appoggia quest'arco, e passa sopra la strada
de' tre Re verso la petacchia. Fu eretto per comodo de' sommi Pontefici, quando abitavano in quel
palazzo, acciò in tempo di bisogno potessero tragittare sul Campidoglio, allora munito colla gran
torre, che ancora si vede nel convento de' frati Osservanti. Dopo l'arco si slarga la gran piazza, che
prende il nome dalla
Chiesa di s. Marco
Antichissima è la chiesa, che vediamo unita al detto palazzo della serenissima Repubblica di Venezia,
mentre si dice, che in essa fu ordinato prete s. Marco, il quale poi in tempo di Costantino Magno fu
Papa, e perciò avendola egli riedificata, a lui fu dipoi dedicata, e all'Evangelista ancora. Dopo varie
ristaurazioni fatte da' Sommi Pontefici, e da' Cardinali Titolari, Paolo II. vi aggiunse, come dicemmo
altrove, il magnifico palazzo, e finalmente il Card. Angelo Quirini Veneziano l'ha ornata tutta di marmi,
specialmente l'altare maggiore, ove si conserva il corpo del santo Pontefice Titolare con quel di
s. Abdon, e di s. Senna martiri Persiani, e reliquie del santo Evangelista. Sono in quella chiesa
delle pitture somma considerazione. Quelle a fresco nella nave di mezzo sono parte di Franc. Mola,
di Francesco Allegrini, e parte di Gio: Angelo Canini;. le battaglie però sono del P. Cosimo Gesuita.
Il quadro del primo altare è del Palma; il secondo di Luigi Gentile, il terzo di Carlo Maratti, ed il quarto del
Cav. Gagliardi. Il s. Marco nella cappella del Santissimo è di Pietro Perugino, e le altre pitture sono del
Borgognone, il quale fece i laterali nella tribuna; il s. Evangelista però, che sta in mezzo è del Romanelli,
li due altari dopo la sagrestia furono coloriti dal Mola, il terzo quadro è di Ciro Ferri; ed il s. Marco
nell'ultima del suddetto Perugino; le pitture laterali sono del Maratti, e le sculture ne' depositi sono
del Raggi, del Fancelli e del Carcani.
A fianco di questa evvi la cappella della santissima Vergine eretta da un Ambasciatore, ed è ornata di
marmi, e stucchi dorati; gli Angioli sono di Filippo Carcani, il quadro della natività della Madonna è di
Gio. Francesco Bolognese, la ss. Nunziata di Franesco Alberti, la Fuga in Egitto e l'Assunta sono
di Alessandro Bolognese. Quindi pigliando il cammino verso la strada incontro alla
detta chiesa di s. Marco, si vede a sinistra l'oratorio di s. Gregorio Taumaturgo, e poco dopo
evvi di prospetto la
Casa di Pietro da Cortona
Non sembri cosa strana, se io noti quì la casa di un pittore peraltro celebratissimo, ed eccellente
ancora nell'architettura; tanto più che vi si conservano ancora alcune parti di buona architettura;
perciò non farà discaro all'erudito Lettore il mirare il finestrone, il portone, il piccolo portico, ed il
cortile, che in essa si vedono regolati di ordine dorico. Resta questo nel vicolo cognominato della
petacchia, dal quale voltando a sinistra, si giunge al
Macel de' Corvi
Quì sebbene non vi sia, che una piccolissima piazza, con tutto ciò evvi un abbondante mercato di
tutte le forte di viveri. E' notabile il sepolcro di Cajo Publicio, che si vede nell'angolo della salita, che
dicesi di Marforio, con una antica iscrizione, che resta quasi perduta. Dipoi camminando per l'altro
vicolo dappresso, si, giunge alla chiesa, che conservandosi nell'antica sua piccolezza: si dice, di
s. Lorenzolo, e poi voltando a sinistra evvi la
Chiesa e Monastero dello Spirito santo
Fin dall'anno 1432. fu eretta questa chiesa col monastero per le canonichesse Lateranensi, le quali
hanno ornata la chiesa con stucchi dorati, e pitture; quelle nella cappella della Madonna sono di
Baldassare della Croce, le altre nella cappella del ss. Crocifisso, di Gio. de' Vecchi; quelle nella volta, di
Mario Arconio, ed il quadro nell'altare maggiore è di Luigi Gazi. Siegue dopo di questa la chiesa di
s. Eufemia col conservatorio per le povere zittelle orfane, che corrisponde incontro alla chiesa del
ss. Nome di Maria, e voltando poi a destra, evvi la
Chiesa di s. Maria in Campo Carleo, e quella di s. Urbano
Due strade si aprono ai fianchi di questa piccola, e antica chiesa parrocchiale; una a destra dicesi;
de' Conti, e l'altra a sinistra, si chiama Alessandrina.
Or camminando sulla strada Alessandrina, si vede la chiesa, e monastero di s. Urbano eretto fin
dall'an. 1264. per le suore di s. Chiara, e dipoi nel ponteficato di Clemente VIII. vi furono introdotte
dal ven. Card. Baronio le povere zittelle del suddetto conservatorio di s. Eufemia, che volessero
vivere sotto la medesima regola di s. Chiara. Il quadro della ss. Nunziata, che sta in chiesa, si crede
essere del Muziani, quello di s. Urbano, e santa Chiara è della scuola del Cav. d'Arpino, ed il
s. Francesco con altri Santi, di Ottavio Padovano. Si dice Alessandrina questa via da un Cardinale
di tal nome, che l'apri, e vi eresse de' casamenti; or sul fine della medesima strada si vede verso il
tempio della Pace la
Chiesa di s. Maria degli Angioli
Si disse anticamente questa chiesa in macello martyrum, perchè ivi appresso il tempio di Tellure,
in tempo delle persecuzioni de' Cristini, se ne faceva macello; ed è tradizione, che nel pozzo, che
si conserva nella medesima chiesa, vi siano stati posti molti corpi di santi Martiri. Dipoi essendo
questa chiesa nel 1517. conceduta alla confraternita de' Tessitori, vi posero il titolo di s. Agata.
Quasi incontro a questa si vede un nobilissimo avanzo creduto del tempio di Pallade, ornato
mirabilmente: ma per disavventura molto rovinato, e sepolto quasi per metà. Quindi piegando a
sinistra, si vede la
Chiesa de' ss. Quirico e Giuditta
Ai due santi Madre, e Figliuolo martiri fu dedicata questa chiesa, della cui antichità non si fa altro,
se non che per la vecchiezza stando, per cadere, Sisto IV. la rinnovò, concedendole il titolo Cardinalizio,
e però fu collegiata, ma poi ridottisi li canonici a poco numero, Benedetto XIII. la concesse ai frati di
s. Domenico. E poco più oltre si ravvisa l'
Arco de' pantani, e Monastero della ss. Nunziata
Dicevasi anticamente quest'Arco transitorio, e le maravigliose colonne di marmo striate si credono
del famoso foro, e basilica di Nerva Imperatore; non già da lui eretti ; poichè non altro, che un
anno visse Imperatore; ma dal Senato al di lui nome furono dedicati, per conservare la memoria
della sua bontà. Sulle ruine di questi fu eretta la chiesa, da prima in onore di s. Basilio, perchè
vi stettero i Monaci di quel Santo, e poi i Cavalieri Templari, ora però vi è sotto il monastero per le
Neofite, che vogliono vivere sotto la regola di s. Domenico; e la chiesa fu dedicata alla
ss. Vergine Annunziata.
Incontro a questa evvi il palazzo del Grillo colla torre, e celebre fonte
dell'acqua salubre.
E poi tornando in dietro, si vede nella strada, che viene di faccia altra torre, che dicesi de' Conti,
perchè eretta da un Papa della famiglia Conti; e proseguendo il cammino, poco più oltre evvi a destra il conservatorio delle povere zittelle
mendicanti. Quivi salendo verso la chiesa di s. Pietro in vinculis, fu l'antico vicolo scellerato,
così detto, perchè Tullia figliuola di Servio VI. Re de' Romani, per avidità di regnare, non dubitò di
far uccidere il proprio padre, e poi con inumana fierezza passare col suo cocchio sopra l'estinto cadavere,
che in quel vicolo giaceva, per andare a prender possesso della dignità Reale. Quindi proseguendo il
cammino verso l'alto, si vede la
Chiesa di s. Andrea in Portogallo
Corrottamente si dice ora questa piccola chiesa in Portogallo: anticamente però dicevasi col nome
della contrada ad busta gallica, forse per i cadaveri de' Francesi ivi tumulati dopo la strage,
che ne fece Cammillo. Fu questa antica parrocchiale: ma nell'an. 1607. fu conceduta alla
confraternita de' Rigattieri. Indi voltando pel vicolo a sinistra, si trova la piccola chiesa di
s. Pantaleone, e poi sulla strada già intrapresa si vede a sinistra l'antica chiesa di
s. Salvatore ai Monti, che è unita al collegio, e alla
Chiesa di s. Maria de' Monti
Questa fu eretta circa l'anno 1579. con disegno di Giacomo della Porta, per un miracolo qui
occorso, colle limosine de' fedeli, e prese un tal nome perchè sta in mezzo a tre monti. Essa è
ornata di marmi, stucchi dorati, e molte pitture; quelle della prima cappella a destra dedicata a s.
Carlo, sono di Giovanni da s. Giovanni, le nozze di Cana in Galilea, che si vedono sopra la porta, sono
del Cav. Guidotti; la Pietà nella cappella, che siegue, è copia di Lorenzo da Bologna, e la
Flagellazione è di Lattanzio Bolognese; il portar la Croce, del Nogari, e la Resurrezione con altre
pitture a fresco sono di Gio: Batista Lombardelli della Marca. Le pitture nell'altare maggiore e cupola
sono di Cristoforo Consolano, l'incoronazione della ss. Vergine, e la visitazione di s Elisabetta sono di
Baldassarino da Bologna. L'Assunzione è del Cav. Guidotti; la Natività del Mumari; le pitture nella
volta del Nogari; e le altre sono di Cesare Nebbia; la ss. Nunziata nell'ultima cappella, ed il resto
sono di Durante Alberti, e le pitture nella volta sono del suddetto Consolano.
Collegio per li Neofiti, e Catecumeni
Da Urbano VIII. fu eretto questo collegio l'anno 1635. con disegno di Gaspare de' Vecchi, per
istruirvi i Catecumeni, ed insegnare a Neofiti le lettere. Ultimamente poi la chiesa suddetta, ed il
collegio furono conceduti con tutte le loro entrate ai Chierici Pii operarj.
Nel vicolo incontro corrisponde la chiesa della ss. Concezione, e monastero delle suore
Cappuccinelle; e nella strada di fianco la
Chiesa di s. Maria del Pascolo
Era prima dedicata questa piccola chiesa ai ss: Sergio e Bacco, ed era parrocchiale, ma ora
per l'immagine della ss. Vergine ha mutato nome, e vi risiedono alcuni Preti di nazione Rutena.
Il fonte, che si vede sulla piazzetta, vi fu eretto da Sisto V. per comodo di quella contrada;
e la strada di fianco si dice de' serpenti, per l'immagini di quelli, che fingono di
reggere un balcone. Quindi ripigliando il cammino per la strada della nuova suburra,
si trova una piccolissima chiesa dedicata al ss. Salvatore, che fu detta anticamente
alle tre immagini; ora ne ha cura la compagnia di s. Francesco di Paola, e si conserva
in essa il corpo di s. Severa.
Chiesa di s. Lorenzo in fonte, e strada della suburra
Si dice questa contrada la nuova suburra, a distinzione dell'antica, che era presso
la chiesa de' ss. Pietro e Marcellino, e però vi fu posta quivi sul cantone una
insegna formata in marmo. La strada, che siegue dritta, porta al monastero di s.
Lucia in Selce, e a s. Martino ai monti, e poi alla porta s. Lorenzo; voltando però
per la strada, che sta incontro alla detta insegna, che dicesi Urbana, si trova in
primo luogo la chiesa di s. Lorenzo in Fonte molto celebre, perchè eretta nella
prigione del Santo, in cui s. Ippolito cavaliere Romano, convertito alla Fede dal s.
Diacono, fu battezzato nel fonte miracolosamente ivi sorto, come si vede espresso
nel quadro sull' altare maggiore da Gio. Batista Speranza, il quale fece il resto
delle pitture, fuorchè un s. Vescovo, e s. Francesco, per essere opera del Cav.
d'Arpino, e le pitture nella prima cappella sono del Cipolla.
Chiesa di s. Lorenzo in Panisperna
Dopo la suddetta chiesa camminando a destra, ci viene di prospetto la
villa di Sisto V. a destra la tribuna della basilica di s. Maria Maggiore,
e a sinistra il detto monastero colla chiesa. Questa fu eretta nel luogo delle
terme Olimpiade, ove il s. Diacono fu arrostito sulla graticola, acciò si
conservasse la memoria del suo martirio. Era prima una delle 20. badie privilegiate di
Roma, e fu molto frequentata da s. Brigida, mentre stette in Roma. Ora vi sono le
religiose di santa Chiara, le quali hanno adornata la chiesa di marmi, stucchi
dorati, e pitture; Pasquale Cati vi dipinse il prospetto dell'altare maggiore;
Cherubino Alberti il s. Francesco; e Cesare d'Arpino la s. Brigida, lo
sposalizio della ss. Vergine, e la volta della chiesa.
Or farebbe molto a proposito, se prima di chiudere questa giornata,
passassimo a visitare la basilica di questo gran Santo, giacchè ne abbiamo
visitato il carcere, ed il luogo del suo martirio: tanto più che la tralasciata
strada della suburra ci porta a drittura a quel santuario.
Porta di s. Lorenzo
Camminando dunque per la strada della suburra, e trapassato l'arco di Gallieno, ora
detto di s. Vito, per la chiesa, a cui è appoggiato, si vede in fine della strada,
ch'è fra la chiesa di s. Eusebio, e quella di s. Antonio la porta della Città,
che dicesi di s. Lorenzo, e prima di uscire, si osserva a sinistra il castello
dell'acqua felice fatto da Sisto V. e dopo un miglio di cammino per la strada di
fuori, si trova la
Basilica di s. Lorenzo fuori delle mura
Nel campo Verano, ove fu sepolto il santo Diacono, si osserva questa santa
Basilica in un sito basso e arenoso. Il suo Fondatore si crede essere stato il Gran
Costantino, e poi da varj Pontefici fu ristaurata, e ornata di marmi e di pitture.
Si osservano le bellissime colonne di marmo striate, e specialmente quelle nel coro,
ed in mezzo il ciborio con 4. colonne di porfido, sotto cui riposa il corpo del
s. Titolare con quello di s. Stefano protomartire: esistono in mezzo della nave
i pulpiti marmorei, chiamati dagli antichi ambones su i quali leggevansi al popolo li
Evangelj e l'Epistole nelle Messe solenni, e da piede sonovi due sepolcri alla gotica
con bassirilievi di marmo. Il quadro nel primo altare a destra con alcuni santi, che
vengono seppelliti è di Emilio Sottino; la s. Ciriaca nell'altra cappella, che pure
seppellisce altri santi Martiri, è di Emilio Savonanzio, ed il quadro nel terzo altare
è del suddetto Sottino; le pitture a fresco furono però fatte da Domenico Rainaldi.
L'altare sotterraneo, che sta a destra della tribuna è molto celebre per essere il primo,
che fosse privilegiato; appresso a questo corrisponde il cimiterio di s. Ciriaca,
in cui seppelliva i corpi de' ss. Martiri: Il s. Lorenzo, che distribuisce i tesori
della Chiesa a' poveri, e la decollazione di s. Gio. Batista sono di Gio. Serodine
d'Ancona, e la ss. Vergine del sudd. Sottino; le pitture però a fresco sono di Gio.
Antonio, e Gio. Francesco allievi del Vanni, e li due depositi presso al cimiterio
sono di Franc. Fiammingo, col disegno però di Pietro da Cort. Si nota, che in questa
chiesa Onor. III. coronò il Conte Auxerre, e Jole sua moglie per Imperatori di Costantinopoli.
Digital text first made available in the net by Istituto Nazionale di Studi Romani.
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