Servizio di Semi-Autonomia


Premessa

Il progetto di una nuova casa di accoglienza in regime di semi-autonomia ci ha consentito di sviluppare al meglio la nostra metodologia e le nostre azioni, che ruotano intorno a due concetti-processi chiave: l'acquisizione di respons-abilità e l'autonomia individuale. La responsabilizzazione è un processo che i ragazzi cominciano a sperimentare innanzitutto nella vita di comunità, da una parte attraverso la presa in carico del proprio ruolo a livello di compiti, spazi e tempi, dall'altra attraverso la gestione della relazione con gli altri, sia all'interno della casa-famiglia (educatori ed altri ragazzi accolti) che all'esterno di essa (scuola, corsi professionali, tirocini). L'acquisizione di responsabilità è particolarmente da noi promossa anche attraverso l'esperienza del peer-tutor. Il peer-tutor ha come compito fondamentale quello di facilitare i nuovi inserimenti, trasmettere la cultura del gruppo pre-esistente e guidare il nuovo arrivato ad introiettare i tempi, i modi ed un po' anche il linguaggio del gruppo come una sorta di presa in carico dell'altro insieme alla supervisione (e presa in carico reale) da parte del tutor-educatore. Il primo gradino per l'acquisizione di responsabilità individuale viene costruito già nella pre-accoglienza del minore, fase in cui lavoriamo sulla motivazione all'inserimento del ragazzo. Questo processo di motivazione/ri-motivazione appare un passo fondamentale non solo per l'inserimento e la vita del ragazzo in comunità, ma anche per il progetto di vita del minore nel contesto socio-economico e culturale italiano. I ragazzi, infatti, tendono ad arrivare in Italia (ricordiamo che quasi tutti i ragazzi della nostra casa-famiglia non sono italiani, come d'altronde vale in questo momento per la maggior parte delle comunità di accoglienza per adolescenti a Roma) con convinzioni, aspettative e motivazioni non corrispondenti ai loro reali bisogni, né tantomeno alle condizioni e alle possibilità realizzabili concretamente nel nostro paese. Appaiono confusi rispetto ai loro stessi bisogni e noi dobbiamo impegnarci a fondo per slatentizzare i loro bisogni impliciti e di auto-consapevolezza per trasformare un progetto infantile, che punta al conseguimento di fini-consumi in breve tempo e con scarsi mezzi, in un progetto adulto orientato ad una reale autonomia e crescita. Il punto di vista dei ragazzi inoltre collide con l'attuale riforma scolastica che prolunga l'obbligo formativo fino ai 18 anni.

Lo sviluppo di processi di autonomia per noi ruota soprattutto intorno all'orientamento scolastico-professionale: l'obiettivo è individuare bisogni e risorse così da sviluppare competenze professionali e capacità relazionali, insieme all'inserimento sociale e l'avviamento al lavoro del ragazzo. In questo modo cerchiamo di far fronte ad una delle necessità primarie del ragazzo: aver al compimento dei 18 anni e quindi al momento dell'uscita dalla casa-famiglia un percorso ed un progetto di vita, per lo meno a medio-breve termine, rispetto a cui orientarsi e su cui proseguire. In effetti il problema di un'autonomia reale dei minori, nel senso di una formazione (tirocini di lavoro, corsi professionali, etc.) spendibile sul mercato del lavoro e di un inserimento concreto nel territorio a livello abitativo e non solo, ci appare una delle scommesse principali per le comunità di accoglienza che si occupano di adolescenti.

Obiettivo generale

L'obiettivo è sviluppare un progetto di semi-autonomia, così da favorire e facilitare il processo di svincolo, emotivo e relazionale, dalla casa-famiglia in modo più naturale e meno traumatico. Vuole essere un aiuto a quei giovani che - terminata la fase di accoglienza e non avendo un alloggio immediato - intendono continuare a vivere secondo il nostro progetto di vita, in attesa di una sistemazione personale definitiva. Del resto, considerando la tipologia dell'utenza attuale, ovvero inserimenti di ragazzi troppo spesso vicini alla maggiore età, anche volendo diventa difficile proporre dei progetti educativi che abbiano senso ed efficacia. Avere una chance di semi-autonomia per quei ragazzi capaci di costruire un progetto di vita credibile, di definire meglio i propri bisogni e di avere la capacità di affinare sempre più le proprie risorse ha ed avrebbe decisamente il significato ed il valore dell'inizio della realizzazione del loro progetto sotto la supervisione dell'équipe della comunità.

Obiettivi operativi del Servizio
  • Fornire una sistemazione abitativa: vitto e alloggio
  • Assicurare un percorso formativo e professionale attraverso l'acquisizione di competenze professionali e capacità relazionali
  • Sostenere il processo di acquisizione di responsabilità del minore
  • Sviluppare il processo di autonomia per la costruzione di un progetto di vita (svincolo)
  • Garantire un efficace percorso educativo individualizzato sulla base sia delle risorse individuali del minore sia dell'esperienza maturata in casa-famiglia
  • Sostenere l'inserimento sociale e territoriale del minore
  • Facilitare l'avviamento al lavoro

Utenza di riferimento

Adolescenti tra i 17 e i 20 anni, italiani e non, provenienti da un'esperienza di accoglienza nella casa-famiglia Provvidenza. Sulla base di accordi con i Servizi Sociali di riferimento è prevista l'accoglienza di ragazzi provenienti da altre strutture. Si accoglie un numero massimo di 6 ragazzi (solo maschi).

Metodologia del Servizio

Il servizio, pur staccato sia amministrativamente che organizzativamente dalla Casa famiglia Provvidenza, fa parte di un unico progetto e direzione che intende aiutare il giovane nel difficile momento dell'inserimento e dell'assunzione dei compiti in società. L'ingresso nel servizio di semiautonomia è deciso dall'équipe di accoglienza ed è vincolato ad una parallela esperienza di lavoro interno ed esterno alla Comunità. La vita interna è regolata da orari stabiliti comunitariamente tenendo conto degli impegni lavorativi dei singoli. E' diretta da uno dei giovani, nominato dall'équipe di accoglienza alla quale ne risponderà direttamente. La permanenza è stabilita dall'équipe di accoglienza e potrà avere una durata massima di due anni. Il giovane che vorrà viverci sarà tenuto alla scrupolosa osservanza delle norme generali di vita già stabilite per la Casa famiglia alle quali si sentirà legato sì da essere un esempio per i giovani della casa famiglia. E' vincolato alla partecipazione ad una riunione comunitaria settimanale con revisione in orari e modalità da stabilirsi. Le visite di persone estranee dovranno essere concordate con i responsabili. I giovani del Servizio risiedono in locali messi a disposizione appositamente, si impegnano a mantenerli in stato di buona conservazione ed efficienza, provvedono autonomamente alla gestione della Casa stessa. Nel caso si verificassero gravi atti di inosservanza sia allo spirito che alle norme specifiche del nostro servizio, l'équipe di accoglienza decreterà l'immediato allontanamento del giovane.